4 – L’industria dello cyber-spionaggio israeliano: Da Elbit all’Etiopia

Già nel 2016, le Nazioni Unite avevano dichiarato che le compagnie israeliane vendevano nel Sud Sudan tecnologia utilizzata per intercettare gli oppositori del regime. Copertina: L’amministrazione di Goodluck Jonathan segretamente, e in aperta violazione delle procedure di appalto legali, ha assegnato all’azienda israeliana, con sede ad Haifa, un contratto da 40 milioni di dollari per spiare computer e comunicazioni Internet dei cittadini sotto l’apparenza di raccolta di intelligence e sicurezza nazionale.

Hagar Shezaf e Jonathan Jacobson  – 19 ottobre 2018

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Da Elbit all’Etiopia

Oltre al Golfo Persico, anche l’Africa è un mercato fiorente per le tecnologie di spionaggio israeliano. Due fonti coinvolte nei progetti di Verint hanno confermato ad Haaretz che i sistemi relativi all’intercettazione delle comunicazioni sono stati venduti allo Swaziland, Paese che ha ottenuto la dubbia distinzione di essere “l’ultima monarchia assoluta in Africa”. La nostra indagine ha scoperto che le compagnie israeliane hanno venduto spionaggio e capacità di intelligence in otto Paesi del continente, come menzionato sopra. Oltre allo Swaziland, sono state concluse transazioni con Angola, Mozambico, Etiopia, Sud Sudan, Botswana, Nigeria e Uganda.

Il caso più inquietante è il Sud Sudan, il giovane Paese fondato nel 2011. Due anni dopo aver ottenuto l’indipendenza, nel Paese è scoppiata una feroce guerra civile durante la quale crimini di guerra, inclusi massacri e stupri sistematici, sono stati commessi da tutte le parti coinvolte. Già nel 2016, le Nazioni Unite avevano dichiarato che le compagnie israeliane vendevano nel Sud Sudan tecnologia utilizzata per intercettare gli oppositori del regime. Ora, tre fonti hanno confermato che Verint ha fornito strumenti  di spionaggio al Paese, e due di loro  hanno riferito che la strumentazione  era utilizzata in un centro di monitoraggio.

A distanza di tempo, Tomer, che addestrava il personale di sicurezza  sui sistemi di sorveglianza, guarda al Sud Sudan ed è sopraffatto dal disgusto. “Gli  Israeliani sono stati presenti in Sud Sudan dal momento stesso in cui hanno iniziato a parlare dell’accordo di pace che ha portato all’istituzione del Paese”, dice. “Due settimane dopo la firma, si era già iniziato a parlare di progetti. Lo spirito delle cose era “Che bello, abbiamo una nuova opportunità.” È semplicemente rivoltante. ”

Un abuso nell’utilizzo della strumentazione  prodotta da Israele si è apparentemente verificato anche in Nigeria. Un rapporto completo pubblicato in quel Paese ha rivelato che i prodotti di Circles Technologies sono stati venduti nel 2012 ai governatori di Delta e Bayelsa, Stati della federazione nigeriana. L’inchiesta ha riferito che, prima delle elezioni del 2015, il governatore di Bayelsa ha utilizzato le attrezzature per monitorare il suo principale rivale, sua moglie e i suoi assistenti, e in un caso per localizzare e arrestare un noto critico del regime.

Nel 2013, fu rivelato che nel Paese l’azienda israeliana Elbit Systems aveva ottenuto un contratto del valore di 40 milioni di dollari . All’epoca Yehuda Vered, direttore generale di una delle divisioni dell’azienda, aveva affermato che l’accordo era per la fornitura di “sistemi per l’analisi e la protezione informatica”. Ma poi ci fu un rapporto che affermava che, oltre ai dispositivi per “analisi e protezione”, Elbit aveva fornito ai Nigeriani anche un programma di spionaggio. Sulla scia della rivelazione, l’Assemblea Nazionale nigeriana sospese la transazione in attesa dell’esito dell’ indagine. Tuttavia, non passò molto tempo prima che i sistemi israeliani fossero installati nella sede della National Intelligence Agency ad Abuja.

Lo scorso dicembre, Citizen Lab ha riferito che lo spyware PC 360 era stato utilizzato in Etiopia contro i dissidenti residenti negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Questi avevano ricevuto una e-mail che presumibilmente conteneva un collegamento che avrebbe provato che la guerra tra Etiopia ed Eritrea sarebbe continuata. A questo proposito, ai destinatari era  stato chiesto di scaricare un aggiornamento Adobe, in cui il malware era nascosto. In questo modo, le password, gli scambi di email e gli screenshot vennero loro rubati.

L’indagine di Citizen Lab ha portato ai server di Cyberbit, in precedenza la divisione intelligence di Nice Systems, successivamente acquisita da Elbit Systems. I laptop utilizzati dal personale dell’azienda per illustrare le funzionalità dei prodotti hanno aiutato gli investigatori di Citizen Lab a tracciare le loro visite a potenziali clienti nelle Filippine, in Tailandia, Uzbekistan e Zambia.

Fino ad oggi, nessuno in Israele o in Etiopia ha ammesso che l’accordo è stato concluso, ma due fonti che sono state impiegate da Cyberbit hanno confermato a Haaretz che ciò è avvenuto. I due, Gal e Roy, decisero di lasciare il settore sorveglianza a causa di scrupoli morali e per la segretezza che il loro lavoro comportava.

“C’è una differenza tra la vendita a Paesi come la Germania o la Danimarca e a clienti provenienti dall’Etiopia o dal Kazakistan”, osserva Gal. “Questo non è più adatto ai miei valori. Chiunque  lavora in questo settore sa cosa sta facendo. Non c’è modo che la tecnologia di questo tipo non venga  utilizzata in modo sbagliato – l’unica domanda è in che modo. Non voglio continuare a tormentarmi”.

Aggiunge Gal, ” A parte questo, è una buona industria. L’esercito  ha talenti molto giovani ma con esperienza, con conoscenze specifiche. Perché noi [Israeliani] non sviluppiamo social network come Snapchat, in cui il messaggio che viene inviato svanisce immediatamente? Perché non ne abbiamo un vantaggio relativo. Il vantaggio relativo risiede in uno studente americano che sa che le persone si scambiano foto di nudi. ”

E noi  siamo bravi a estrarre quelle foto di nudi dai telefoni?

Gal: “Precisamente! Questo è il vantaggio relativo. Ci sono altri settori come questo: i droni, per esempio. La ragione per cui in Israele l’industria sta prosperando così bene, è il sistema che è stato creato qui. Non è che siamo così speciali. ”

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù”

Invictapalestina.org

Fonte: https://archive.is/aT0fb

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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