UK: Alta Corte rigetta l’associazione dell’antisemitismo con il sionismo

Copertina: Seminario organizzato a Torino sullo stesso argomento: una trentina di presenze al dibattito di cui oltre il 50%  attivisti filopalestinesi presenti per contestare le tesi anacronistiche dei relatori (supplenti) che sono partiti persino dai “Protocolli dei Savi di Sion” per giustificare l’opposizione della crescente  opinione pubblica alla politica israeliana  interpretata dai relatori (supplenti) come antisemita.

La presenza a Torino delle unità cinofile, degli artificieri,  delle forze di polizia in divisa e di quelle in borghese, non fa che confermare  come l’iniziativa torinese, al pari di quella inglese, è poco culturale ma esclusivamente  strumentale e  propagandistica. L’iniziativa è stata sostenuta da Centri culturali di un certo rilievo come il Centro Gaetano Salvemini nelle strutture del Polo del 900 che nel mese di gennaio ha  in calendario altri eventi legati alla Giornata della Memoria.

Riportiamo l’evento originario come segnalato nella rubrica del “Polo del ‘900”, una ulteriore curiosità è che i due relatori  Vittorio Robiati Bendaud e Stefano Levi della Torre non si sono presentati al dibattito torinese.

mercoledì 16 Gennaio | 18.00 – 19.30

L’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, nell’ambito del progetto integrato 1938-2018. A 80 anni dalle leggi razziali, organizza un dibattito con Vittorio Robiati Bendaud e Stefano Levi della Torre, modera Marco Brunazzi.

L’antisemitismo contemporaneo ha radici antiche: religiose, nazionali, sociali e razziali. Si presenta oggi fondamentalmente in tre modi: l’antisemitismo razzista erede dei pregiudizi di estrema destra, l’antisemitismo di matrice religiosa nei Paesi dominati dall’Islam fondamentalista e l’antisemitismo mascherato da antisionismo in alcune posizioni della sinistra radicale.

L’iniziativa è inserita nel programma dedicato al Giorno della Memoria da Città di Torino, Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Coordinamento Associazioni della Resistenza in Piemonte.

In UK come a Torino il collegamento Antisionismo= antisemitismo non è passato.

UK 15 gennaio 2019

I sionisti hanno fallito nel tentativo legale di ribaltare una decisione di non perseguire un importante attivista filo-palestinese per delle osservazioni fatte durante la marcia del 2017 Al-Quds Daya Londra.

L’Alta Corte ha respinto la revisione del giudizio proposta dalla Campaign Against Anti-Semitism (CAA) contro una decisione del Procuratore  generale (DPP) di non prendere provvedimenti contro Nazim Ali sulla base del fatto che i commenti che fece durante la protesta del giugno 2017 non erano ingiuriosi e non causarono allarme o angoscia ai sionisti che stavano prendendo parte a una contro-dimostrazione.

La CAA, il cui scopo principale è quello di difendere Israele stigmatizzando come antisemita chiunque sostenga la Palestina e si opponga al sionismo, aveva affermato che il signor Ali aveva insultato sionisti, rabbini sionisti e quanti associati al comitato ebraico dei deputati, tanto che si erano allarmati per i suoi commenti anti-sionisti al raduno annuale.

La CAA non essendo riuscita a persuadere il DPP a perseguire il signor Ali, ha intentato un processo privato. Tuttavia, il DPP ha assunto l’accusa privata e l’ha rigettata avendo il signor Ali dimostrato che si trattava di un abuso di procedura.

La decisione della Corte Suprema segna un’importante vittoria per gli attivisti filo-palestinesi nel garantire la libertà di espressione, respingendo implicitamente l’associazione dell’antisemitismo all’antisionismo.

La CAA aveva sostenuto che i commenti del signor Ali contro il sionismo e Israele li avevano resi vulnerabili in quanto si sentivano più a rischio di essere attaccati o evitati nella società, al lavoro e altrove a causa del retaggio ebraico dei denuncianti.

La Corte ha ritenuto che, anche se quello che il signor Ali aveva detto potrebbe essere considerato eccessivo, profondamente offensivo e angoscioso, non si può dire che fosse ingiurioso né che costituisse una minaccia per l’ordine pubblico.

L’Alta Corte ha concordato con il DPP che, mentre le osservazioni “erano probabilmente ai limiti di un infuocato discorso politico, erano comunque un’espressione di punti di vista che Ali era libero di avere in una società libera e democratica”.

Commentando la decisione il presidente della IHRC (Islamic Human Rights Commission), Massoud Shadjareh, ha dichiarato: “Siamo lieti che l’Alta Corte abbia riconosciuto lo scopo della CAA in questo caso, che era quello di mettere a tacere le critiche verso Israele usando la legge sull’ordine pubblico. L’azione portata dalla CAA è tipica della tattica sionista per intimorire o silenziare ogni opposizione allo stato sionista. Proprio come Israele uccide o imprigiona tutte le personalità dell’opposizione in Palestina per zittirle, i sionisti come la CAA vogliono allo stesso modo silenziare e distruggere tutti gli oppositori di Israele nel Regno Unito”.

 

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

Fonte:http://europalforum.org.uk/en/post/3817?fbclid=IwAR0TrEzdlCiCJzQKvguIFnwECenpRY5j_XMpHYhSYnoPaD3IQ77QrvR0-ng

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