“Nel nostro caso, intendiamo sfruttare il nostro relativo privilegio e portare in giudizio il sionista Israele e il suo alleato e collaboratore tedesco nel nome di coloro che non possono farlo. Intendiamo argomentare che la nostra protesta non è solo legale, ma un obbligo morale contro i crimini in corso in Israele”.
Yoav Litvin, Truthout – 4 Marzo 2019
Foto di copertina: Gli attivisti del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) Ronnie Barkan, Majed Abusalama e Stavit Sinai parlano con il professore di diritto internazionale Richard Falk. (Magda Stefanenco)
Nel giugno 2017, tre attivisti del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) interruppero il discorso di una funzionaria israeliana, ospitata dalla Deutsch-Israelische Gesellschaft (Società tedesco-israeliana) presso l’Università Humboldt di Berlino, Germania, il cui titolo era : “La vita in Israele – Terrore, pregiudizi e opportunità di pace”. Aliza Lavie, membro della Knesset per il partito centrista Yesh Atid e presidentessa della Knesset Caucus per la Lotta Contro la Delegittimazione dello Stato di Israele, fu membro della coalizione del governo israeliano durante l’attacco del 2014 contro la Striscia di Gaza assediata, l’”Operazione Protective Edge “, nella quale furono uccisi 2.220 Palestinesi. Con Lavie c’era Dvora Weinstein, una sopravvissuta all’Olocausto.
Per aver interrotto una rappresentante dello Stato di Israele e aver denunciato la sua responsabilità per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, i “Tre di Humboldt”, Ronnie Barkan, Stavit Sinai e Majed Abusalama, due Israeliani e un Palestinese di Gaza – sono stati accusati di “invasione di proprietà privata” e di aggressione in risposta alle accuse degli organizzatori dell’evento. Inoltre, i media israeliani e tedeschi hanno etichettato la loro protesta come un attacco antisemita contro una sopravvissuta all’Olocausto.
Nel corso della storia, i governi israeliani hanno sfruttato una dinamica di violenza e di disuguaglianza, rafforzata dalla propaganda, per promuovere una classe dirigente sionista a spese del popolo autoctono palestinese.
Israele ha perseguitato gli Ebrei e i non Ebrei antisionisti fin dal suo inizio, e ancor prima della fondazione dello Stato. Oggigiorno, i sostenitori ebrei e non ebrei del movimento BDS vengono abitualmente infamati, accusati di antisemitismo e persino espulsi.
Le azioni legali contro i “Tre di Humboldt” inizieranno oggi, 4 marzo 2019. Tramite video chat ed email Truthout ha parlato con gli attivisti del loro attivismo e del movimento BDS, dei piani per il processo e dell’importanza del processo stesso in un contesto sia tedesco che globale.
Yoav Litvin: Siete colpevoli dei crimini di cui siete stati accusati?
I “Tre di Humboldt” : Piuttosto che preoccuparci della difesa contro le false accuse lanciate contro di noi, ci stiamo concentrando sul nostro obbligo legale e morale di opporci ai crimini israeliani contro l’umanità. Per quanto riguarda le accuse, non avremmo potuto commettere il reato di “invasione di proprietà privata” in quanto si trattava di un evento pubblico, e certamente non abbiamo aggredito nessuno. Stavit è stato l’unico ad essere stato aggredito durante l’evento (è stata presa a pugni da qualcuno tra il pubblico). Tuttavia, la sua denuncia non è mai stata presa sul serio dagli organizzatori.
La nostra libertà di parola è tutelata dall’articolo 5 (libertà di espressione, arti e scienze) della Legge Fondamentale della Repubblica Federale di Germania e dall’articolo 19 del Patto Internazionale delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici.
Questo processo è solo un tentativo di intimidire noi e gli altri attivisti dal portare avanti questo tipo di protesta in futuro, e qui in Germania fa parte di uno schema preoccupante.
Un ebreo tedesco che vive a Berlino e che non ha mai visitato Israele ha più diritti là, per legge, che ad Haifa un cittadino israeliano la cui famiglia palestinese vive lì da generazioni.
Questo tipo di processo è comune in Germania? Cosa sperate di ottenere?
In Germania gli attivisti sono regolarmente accusati di piccoli crimini, accuse che poi spesso vengono lasciate cadere. Questo favorisce la paura di impegnarsi nell’attivismo politico, specialmente tra le persone di colore e i rifugiati che subiscono un’oppressione sistemica e vivono in situazioni precarie.
Nel nostro caso, intendiamo sfruttare il nostro relativo privilegio e portare in giudizio il sionista Israele e il suo alleato e collaboratore tedesco nel nome di coloro che non possono farlo. Intendiamo argomentare che la nostra protesta non è solo legale, ma un obbligo morale contro i crimini in corso in Israele.
Israele è uno Stato criminale? Se sì, potete delineare il vostro ragionamento?
Il progetto sionista in Palestina è un progetto di suprematismo bianco, un progetto colonialista a favore dei coloni, che usa e abusa del Giudaismo per giustificare la sua sinistra e profondamente razzista agenda di supremazia ed esclusività etnica attraverso la continua espansione e l’apartheid.
Il crimine dell’apartheid, definito come un crimine contro l’umanità, è una questione legale delineata da definizioni rigorose. Studiosi di spicco hanno dimostrato come Israele mantenga un sistema di apartheid in tutto il territorio sotto il suo controllo e anche oltre, in quanto questo sistema viene applicato a ogni singolo rifugiato palestinese che vive in esilio forzato. Nel 2017, Virginia Tilley e Richard Falk sono stati coautori di un rapporto delle Nazioni Unite sull’argomento.
Ci sono circa 14 milioni di persone sotto il dominio israeliano e 6 milioni di rifugiati palestinesi che vivono in esilio forzato. Solo un terzo di questi stakeholder (circa 7 milioni di persone) – coloro che appartengono all’etnia privilegiata – gode di diritti sotto il regime israeliano in Palestina (nota anche come Israele), mentre i due terzi che appartengono all’”altra” etnia sono o apolidi o privi dei loro diritti più elementari. Tra i circa 12 milioni di Palestinesi sparsi in tutto il mondo, tutti vittime delle politiche di apartheid israeliane, 6 milioni sono rifugiati privi di nazionalità e di status; 4 milioni vivono sotto un brutale regime militare a Gaza e in Cisgiordania; e 2 milioni vivono soggiogati come cittadini di seconda classe.
La Germania deve riconoscere i suoi crimini di genocidio e applicare gli stessi standard alla sua attuale complicità con i crimini israeliani contro l’umanità.
Mentre Israele pretende di essere una democrazia, ha di fatto stabilito un sofisticato sistema a due livelli, che distingue tra “cittadinanza” e “nazionalità” (ebraica, araba, drusa, circassa e molte altre) dei suoi sudditi. Israele consente a tutti i suoi cittadini di partecipare al suo gioco elettorale pseudo-democratico, mentre nega legalmente una lunga lista di diritti a quelli delle “altre” nazionalità. Come tale, un Ebreo tedesco che vive a Berlino che non ha mai visitato Israele ha più diritti lì, per legge, di un cittadino israeliano ad Haifa, la cui famiglia palestinese vive lì da generazioni.
Potreste delineare il dibattito che in Germania riguarda Israele e l’importanza del vostro processo nel contesto politico tedesco?
La Germania è un’arena cruciale nella lotta per l’uguaglianza in Palestina-Israele. Qualsiasi cambiamento di consapevolezza che riusciremo a determinare nel contesto tedesco attraverso il dibattito, avrà ripercussioni in tutto il mondo. I funzionari israeliani lo sanno motivo per cui, dietro un’enorme pressione da parte del governo israeliano, le autorità tedesche stanno incrementando la lotta contro gli attivisti BDS per criminalizzare tale attività.
La Germania costituisce anche il cuore del potere economico e militare dell’Europa ed è un attore principale nelle istituzioni dell’UE. Sfidando il suo sostegno incondizionato al progetto coloniale sionista, intacchiamo la facciata umanitaria / liberale della Germania, affrontando anche il suo sordido passato di colonialismo, fascismo e genocidio. La Germania deve riconoscere i suoi crimini di genocidio durante l’era nazista e in Namibia, uno dei suoi progetti coloniali, e applicare gli stessi standard alla sua attuale complicità con i crimini israeliani contro l’umanità.
Affermiamo che Israele è uno stato suprematista, ingiusto e discriminatorio che dovrebbe essere denunciato come tale. Eppure tutti i politici tedeschi, da sinistra a destra, giustificano e sostengono le politiche israeliane. La Germania ha adottato questo approccio dopo la seconda guerra mondiale come mezzo per superare la sua storia nazista e antisemita, anche se ha accuratamente evitato di occuparsi delle basi della società che hanno dato alla luce e promosso la sua evoluzione nel fascismo. Oggi con l’ascesa di partiti fascisti di destra come Alternative for Deutschland (AfD) , le conseguenze di questa mancanza sono chiare.
In Germania, proprio come nell’Israele dell’apartheid, le stesse organizzazioni che sostengono di promuovere la pace e la giustizia sono ironicamente quelle che guidano l’assalto ai diritti umani ogni volta che si tratta di Israele.
In prima linea nella campagna per criminalizzare gli attivisti BDS e coloro che si oppongono ai crimini sionisti è la “Rosa Luxemburg Stiftung” – l’ala PR del partito Die Linke – che, affermando di sostenere la pace e la giustizia, attacca i difensori dei diritti umani e abusa della memoria stessa di Rosa Luxemburg .
In Germania, proprio come nell’Israele dell’apartheid, le stesse organizzazioni che sostengono di promuovere la pace e la giustizia sono ironicamente quelle che guidano l’assalto ai diritti umani ogni volta che si tratta di Israele.
In una dichiarazione del giugno 2011, Die Linke si riferisce al BDS e ai sostenitori della piena uguaglianza in uno Stato unico definendoli antisemiti. Questa affermazione ha gettato le basi del tentativo di criminalizzazione del BDS che stiamo vivendo oggi, con lo sconcerto di un gruppo di Israeliani dissidenti. Nel maggio del 2018 Die Linke ha ulteriormente intensificato il suo attacco ai diritti dei Palestinesi emettendo con diversi altri partiti una dichiarazione congiunta nella quale nuovamente si equiparava il BDS all’antisemitismo.
L’affermazione di Die Linke, secondo la quale la nostra richiesta di uguali diritti tra lo stato attuale di “ubermenschen” e “untermenschen” sotto il dominio sionista sia da considerare in qualche modo “antisemita”, può essere intesa in un modo solo: sarebbe l’equivalente del considerare la richiesta di uguaglianza tra Ebrei e popolo ariano sotto il regime nazista come in qualche modo “anti-tedesco”. Questo è il livello di razzismo e protezionismo del radicato razzismo e suprematismo evidenziato dalla cosiddetta sinistra tedesca.
Come Richard Falk ha eloquentemente affermato nel corso di un recente evento che abbiamo tenuto insieme:
“Mi sembra importante che vi presentiate come impegnati a favore del patriottismo tedesco, in un certo senso. Affermare che state liberando la Germania dal suo passato oscuro, perché è davvero così. Dipende veramente dal fatto che se vuoi liberarti dell’antisemitismo, devi iniziare a prendere sul serio i crimini ovunque si presentino. E non puoi decidere quali criminali scegliere in base alla tua storia”.
Alcuni media hanno tentato di screditarvi accusandovi di antisemitismo. Qual è lo scopo di tale accusa e come intendete affrontarla?
Oggigiorno, l’accusa di antisemitismo è usata come arma politica per mettere a tacere chiunque critichi la politica criminale di Israele, e ancor più contro i dissidenti che si oppongono al regime sionista nel suo insieme. Questa tendenza è guidata dall’apparato israeliano di propaganda Hasbara, che insiste a confondere erroneamente Ebraismo e Sionismo – un errore che è di per sé antisemita. Questa fusione, tra una religione e un’ideologia razzista ispirata al nazionalismo europeo del XIX secolo, è alimentata per proteggere Israele da critiche giustificate e per frammentare chi si oppone alla sua politica.
La campagna di diffamazione che noi stessi abbiamo sperimentato ad opera dei media israeliani e tedeschi, così come dal membro della Knesset Lavie, è il risultato della nostra audacia nell’opporci al razzismo istituzionale e all’apartheid. Il nostro caso denuncia la complicità della Germania con la criminalità israeliana. In particolare, entrambi i membri della Knesset, Yair Lapid e Lavie, hanno cercato di influenzare la politica tedesca nel vietare le attività di Hezbollah e del Fronte Popolare Per la Liberazione della Palestina (PFLP) nel tentativo di associare tali attività all’attivismo BDS nel Paese. Inoltre, un rapporto dell’intelligence di Berlino ha definito il movimento BDS “antisemita” e ha indicato la nostra protesta come un esempio dello stesso. In un recente rapporto del Ministero Israeliano degli Affari Strategici, gli attivisti del BDS sono stati etichettati come “terroristi in giacca e cravatta”. Si tratta di sviluppi estremamente pericolosi, antidemocratici e intrinsecamente razzisti volti a proteggere e promuovere la continua oppressione dei Palestinesi da parte del governo israeliano.
A differenza dei rappresentanti dell’apartheid contro i quale abbiamo protestato all’Università di Humboldt, noi abbiamo una posizione intransigente contro tutti i tipi di supremazia e di razzismo,inclusa l’idea nazista di “Herrenvolk” e di Sionismo.
È oltraggioso etichettarci come “antisemiti”, poiché due di noi sono discendenti di Ebrei sopravvissuti all’Olocausto nazista. Intendiamo continuare a parlare della nostra verità ed esercitare i nostri diritti in base al diritto tedesco e internazionale.
Delineate alcuni successi del movimento BDS in Germania. Come vedete il vostro futuro?
Il boicottaggio di Israele da parte dei consumatori ha avuto un impatto significativo sulla attuale complicità delle principali società multinazionali, come Veolia, G4S e Airbnb. Ma è la campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) che ha segnato le vittorie più importanti sulla scena mondiale.
A causa delle pressioni degli attivisti del PACBI, il Meteor Music Festival nell’Israele dell’apartheid ha visto annullato il suo evento principale con Lana Del Rey, così come oltre 15 altri concerti. Nove artisti hanno annullato la loro partecipazione al Pop-Kultur Festival 2017 a Berlino, esclusivamente per la sponsorizzazione dell’ambasciata israeliana. Queste vittorie nelle pubbliche relazioni, insieme alla nostra azione all’Università di Humboldt, hanno fatto arrabbiare le autorità israeliane / sioniste fino al punto di minacciare diversi importanti politici tedeschi. Con una dichiarazione oltraggiosa, il “Simon Wiesenthal Center” ha minacciato di includere il sindaco di Berlino, Michael Müller, nel loro elenco di 10 peggiori casi di attività anti-israeliana e antisemita del 2017 per non aver fatto abbastanza contro il BDS. Questo intervento ha portato il sindaco a “impegnarsi per fermare il supporto finanziario e logistico municipale per il movimento BDS”, oltre a sostenere il caso contro di noi.
Queste accuse infondate sono segnali positivi, in quanto significano che il BDS sta funzionando e che è una reale minaccia per l’ingiusto sistema israeliano.
Note: I “Tre di Humboldt” possono essere contattati via Twitter: Ronnie Barkan: @ronnie_barkan; Stavit Sinai: @Stav_Si; Majed Abusalama: @MajedAbusalama.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org
Fonte: https://truthout.org/articles/the-humboldt-three-take-israel-to-court/