La Legge dello Stato Nazione viola il nostro diritto, come Mizrahim, alla dignità privata e collettiva, a preservare il nostro patrimonio culturale e storico, ai nostri legami e alle nostre tradizioni.
Mati Shemoelof – 12 marzo 2019
Foto di copertina: Ebrei Mizrahi protestano per le accuse di rapimento di bambini dalle loro famiglie da parte di personale di strutture sanitarie statali durante gli anni ’50, a Gerusalemme, 2017. (Foto: Shiraz Grinbaum e Yotam Ronen / Activestills.org)
“Il mio arabo è muto” di Almog Behar
Il mio arabo è muto
strangolato alla gola
Maledicendosi
Senza proferire una parola
Dorme nei rifugi senz’aria della mia anima
Nascondendosi
Dai parenti
Dietro le persiane ebraiche
** Tradotto da Dimi Reider
Il poeta israeliano Almog Behar ha scritto queste parole molto prima che la legge di “Israele come Nazione-Stato ebraico”, a volte chiamata legge sulla nazionalità, fosse stata approvata la scorsa estate. Eppure i sentimenti che quelle parole esprimono prefigurano la legislazione che ha declassato l’arabo da lingua ufficiale a lingua a “status speciale”. In risposta, almeno 50 attivisti e intellettuali Mizrahi (Ebrei arabi o Ebrei di origine mediorientale e nordafricana), incluso me stesso , il 1 ° gennaio 2019 hanno presentato una denuncia all’Alta Corte di Giustizia israeliana a Gerusalemme.
La denuncia è stata preceduta da un flusso infinito di e-mail tra i 50 di noi sia in Israele che all’estero. Abbiamo concordato che la legge è fondamentalmente inaccettabile, offensiva, razzista e antidemocratica. Mette a repentaglio lo status del 20% dei cittadini di Israele come minoranza nazionale, la minoranza arabo-palestinese in Israele, come è più ovvio. Oltretutto, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha alimentato il simbolismo razzista di questa legge pubblicando questa settimana su Instagram, e dichiarando al Guardian, che : “Israele è lo Stato Nazione del popolo ebraico – e solo di esso”. (Il presidente di Israele respinge i commenti di Netanyahu sui cittadini arabi ).
Ma la nostra petizione sottolinea anche la mancanza di legislatori Mizrahi nel processo legislativo. Con questo tipo di esclusione, non sorprende quindi che la legge neghi effettivamente la storia araba di Israele, sia essa palestinese o ebraica.
La cultura araba, che ha sempre incluso ebrei, musulmani e cristiani, è molto più antica di Israele. Inoltre, Israele non è uno stato europeo. Si trova in Medio Oriente, dove la maggioranza degli Ebrei sono Mizrahi e non Ashkenaziti.
La Legge dello Stato Nazione viola il nostro diritto, come Mizrahim, alla dignità privata e collettiva, a preservare il nostro patrimonio culturale e storico, ai nostri legami e alle nostre tradizioni. Abbiamo legami con le aree in cui si è formata la nostra identità culturale. È in questo contesto che chiediamo quale sia il posto della cultura Mizrahi in Israele, se il governo consideri la sua origine inferiore.
Il tribunale doveva discutere la nostra petizione il 12 marzo, ma la scorsa settimana ha informato il nostro avvocato che il dibattito è stato posticipata al 6 giugno 2019. Alcuni di noi hanno ipotizzato che il rinvio sia stato dovuto alle elezioni che si terranno il mese prossimo e che potrebbero portare a cambiamenti nell’ufficio del procuratore.
“La petizione è stata presentata a causa, tra le altre cose, di gravi lacune nel processo legislativo dovute dell’assenza di un lavoro completo e approfondito sull’ampio impatto della Legge Stato Nazione su tutta la società israeliana e in particolare su quella degli Ebrei provenienti da Paesi arabi e islamici. La dichiarazione di annullamento della Legge Stato Nazione è richiesta il prima possibile, a causa delle sue gravi conseguenze presenti e future “, ha scritto in una lettera il nostro avvocato, Netta Amar-Shiff.
Tra i firmatari del reclamo figurano l’autrice Sami Michael, il prof. Yehuda Shenhav, la prof.ssa Henriette Dahan-Kalev, il co-fondatore del partito israeliano Black Panther Party e attivista per la giustizia sociale Reuven Abergil, l’artista Yosi Zabari, lo studioso Yoni Mendel del Dr. Van Leer Institute, la psicoanalista e attivista Iris Hefetz, fondatrice di Taayush, l’attivista e storico prof. Gadi Elgazi, il prof. Yael Berda dell’Università ebraica, il prof. Zvi Ben Dor Benit, l’ attivista Sapir Slotker Amran e molti altri ancora.
L’Arabo, gli Ebrei arabi e la cultura mizrahi
Ecco le sezioni della nuova Nation State Law che riguardano la lingua:
“A. La lingua dello stato è l’ebraico.
La lingua araba ha uno status speciale nel Paese; la regolamentazione dell’uso dell’arabo nelle o dalle istituzioni statali sarà stabilita dalla legge. Questa clausola non pregiudica lo status dato alla lingua araba prima che questa legge entri in vigore “.
Dopo che la legge è stata approvata, le principali organizzazioni per i diritti umani in Israele, come Adalah e l’Associazione per i Diritti Civili in Israele, sono entrambe intervenute per fare abrogare la legge. Anche membri arabi della Knesset hanno presentato una denuncia all’Alta Corte di Israele e membri della comunità drusa hanno organizzato a Tel Aviv proteste contro la legge con decine di migliaia di persone. Ma un appello da un punto di vista arabo-ebraico o mizrahi, come il nostro, è unico, in quanto mette in discussione la legittimità della legge da una posizione più sfumata all’interno della società ebraico-israeliana; ci opponiamo alla legge non solo come Israeliani preoccupati per la sua discriminazione nei confronti dei cittadini palestinesi, ma come Ebrei arabi che parlano di razza, etnia e classe. Sfidiamo la Legge come Ebrei che si sentono da essa discriminati.
Oltre a danneggiare la minoranza araba in Israele, che comprende il 20% della popolazione, la legge sullo stato della nazione cancella la storia e la cultura degli Ebrei arabi emigrati dal mondo arabo. Per noi è ovvio che questa legge conferisce supremazia alla lingua ebraica e, per estensione, agli ebrei ashkenaziti in Israele o agli ebrei con eredità europea.
Esaminiamo come questa legge si rivolge agli Ebrei emigrati dai Paesi a maggioranza araba e musulmana.
Mia madre è nata a Baghdad e con mia nonna, sua madre, parla ancora in dialetto arabo iracheno. C’è una rinascita dell’arabo tra gli Ebrei arabi della mia generazione. Il dialetto Baghdadi-Iracheno e altri (yemenita, marocchino, tunisino, siriano) ora vengono insegnati ai bambini che non hanno mai visitato i Paesi in cui vivevano le loro famiglie. Un gruppo su Facebook chiamato “Preservare la lingua irachena” organizza lezioni e un ritorno della cultura ebraico – irachena. Ugualmente, nuovi programmi ” arabo ebraici ” sono stati creati sia all’Università di Tel Aviv che all’università di Ben-Gurion, rispondendo a questa sete di conoscenza della storia ebraica nelle terre arabe.
Inoltre, i giovani musicisti Mizrahi stanno usando le tradizionali preghiere arabe nella musica contemporanea. In particolare, tre sorelle yemenite hanno formato la band A-WA. Un altro famoso cantante, Dudu Tassa (che ha aperto l’ultimo tour dei Radiohead), ha registrato due album in dialetto ebraico-iracheno. La sua band, Dudu Tassa e i Kuwaitis, è un omaggio al nonno e al prozio di Baghdad nati in Kuwait e registra anch’essa in questo dialetto. Saleh e Daoud al-Kuwaiti sono acclamati musicisti e la loro musica continua tutt’ora ad essere trasmessa alla radio iraqena.
In Israele le comunità mizrahi continuano a compiere un significativo sforzo per preservare il loro speciale legame con l’arabo, nonostante la politica di esclusione e di cancellazione che riguarda tutti gli aspetti dell’identità e della lingua araba. E’ ciò che diversi attivisti hanno spiegato nelle loro dichiarazioni allegate alla denuncia.
Yifat Hillel è uno dei fondatori dell’associazione no-profit “Hagar: Jewish Arab Education for Equality”, che ha aperto uno spazio condiviso per Ebrei e Arabi residenti nel Negev. Il progetto si basa sui fondamenti del multiculturalismo, del bilinguismo e dell’uguaglianza. La famiglia di suo padre proveniva dalla Tunisia e la famiglia di sua madre dall’Iraq. Ha scritto una dichiarazione su come la sua organizzazione diffonde l’arabo in classe. Di seguito un estratto:
“Molti dissero ai miei amici e a me che la possibilità di riuscire a sviluppare programmi educativi bilingue in una città con un’impronta tradizionale e conservatrice era debole e delirante. Oggi, dopo più di 11 anni di attività, Hagar ha 346 bambini in varie istituzioni: asili nido, materne, un gruppo di giovani e una scuola elementare. I nostri programmi sono cresciuti e si sono ampliati nel corso degli anni. Il nostro modello di lavoro pone al centro la lingua e vede l’ebraico e l’arabo non solo come strumenti, ma come spazi linguistici che esprimono identità, cultura e relazioni “.
Nello stesso momento in cui persone come Yifat stanno lavorando per preservare una cultura attraverso la lingua, noi dobbiamo affrontare lo sfruttamento o una sorta di “whitewashing” (o in questo caso, Ashkenazizzazione) per il nostro uso della lingua araba. Per esempio, per anni l’esercito israeliano ha inviato Ebrei arabi in Siria, come la famosa spia Eli Cohen. A causa della loro identità, cultura e lingua, erano preziosi ufficiali dell’intelligence. Eppure, allo stesso tempo, era un’epoca in cui non si sentiva l’arabo nei canali radiofonici o televisivi pubblici, o in cui a scuola si imparavano i dialetti ebraici della lingua araba.
In effetti, gli studenti israeliani che studiano l’arabo trovano lavoro stabile nelle forze armate (guardate come un portavoce Mizrahi dell’IDF è diventato il Ministro della Cultura, per non parlare della presenza dei Mizrahi nell’IDF). Le Forze di Difesa israeliane gestiscono un’unità antiterrorismo i cui membri si travestono da arabi per sorvegliare i Palestinesi. Possono essere individuati durante le proteste contro la colonizzazione del popolo palestinese a Gerusalemme e in Cisgiordania. L’unità viene definita colloquialmente “mista’aravim”, un termine che significa “arabizzato”. La loro presenza è così diffusa che si possono persino vedere attori che interpretano dei “mista’aravim” nella serie di successo “Fauda”.
L’uso dell’arabo da parte del governo nell’oppressione e nella distruzione dello spazio pubblico palestinese ha ulteriormente creato un muro tra Arabi ebrei e Palestinesi. E’ come se, come ebrei Mizrahi che desideriamo differenziarci attraverso l’uso della lingua , l’arabo ci sia stato rubato, e abbiamo messo al suo posto una lingua dalla connotazione negativa.
La legge dello Stato Nazionale sostiene la segregazione
La nostra petizione legale contesta anche un’altra parte della legge, che privilegia e dà priorità alle città ebraiche di nuova costruzione. Le township che questa legge cerca di stabilire sono per lo più comunità chiuse ed esclusive. L’articolo 7 della legge dello Stato Nazione recita:
“7. Lo Stato considera gli insediamenti ebraici come un valore nazionale e lavorerà per incoraggiare e promuovere la loro fondazione e il loro sviluppo “.
Queste città, che pretendono di soddisfare in primo luogo i bisogni e gli interessi ebraici,sembrerebbero apparentemente innocue, ma un esame più attento dimostra che non è così. Quello che qui è importante notare è che “insediamento ebraico” e “sviluppo” sono un linguaggio in codice.
Molte delle città che beneficiano della legge sono in realtà comunità chiuse gestite da “commissioni di ammissione”, un termine vago per definire un gruppo privato che può negare legalmente l’accesso agli insediamenti. Generalmente ne sono esclusi tutti coloro la cui origine proviene da un background non privilegiato, inclusi Arabi, Immigrati e, naturalmente, Mizrahim. Questa è una pratica di vecchia data in Israele. Storicamente il governo ha spinto gli immigrati Mizrahi nella periferie, lontano dai centri di potere della società israeliana.
Gli Ebrei mizrahi formano una sottoclasse in Israele. Gli studi hanno dimostrato che i nostri redditi sono il 30 percento in meno rispetto alle controparti ashkenazite, il che significa che spesso gli ebrei Mizrahi non riescono a raggiungere livelli sociali alti. Ovviamente la nostra storia è diversa dalla storia dei Palestinesi del 67 o del 48, perché abbiamo ancora una sorta di privilegio ebraico, mentre loro sono esclusi da molti livelli.
Pertanto, la nostra petizione non cerca di incrementare o correggere la legge dello Stato Nazione. Vogliamo abolirla completamente.
A proposito di Mati Shemoelof
Mati Shemoelof è un poeta arabo-ebreo, autore ed editore con sede a Berlino. La sua opera comprende sei libri di poesia e opere teatrali, articoli e una raccolta di racconti. La sua conferenza del 2018 è stata stampata in un opuscolo, “Reißt die Mauer …” (Aphorisma Verlag). Un’edizione tedesca delle sue poesie, “Gedicte. Texte zwischen Bagdad, Haifa und Berlin,” sarà pubblicata dalla casa editrice berlinese Aphorisma nel 2019. Il suo ultimo libro “Un’eruzione dall’est: Rivisitando l’emergere dell’esplosione artistica dei Mizrahi e della sua impronta sulla narrativa culturale israeliana 2006-2019″ sarà pubblicata dall’editore Iton77 in Israele nel 2020. Attualmente sta lavorando a un nuovo progetto letterario” Anu אנו نحن: ebrei e arabi scrivono a Berlino “. È il fondatore del “Poetic Hafla” di Berlino, un gruppo che crea eventi letterari e spettacoli.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org
Fonte: https://mondoweiss.net/2019/03/mizrahi-against-israels/?fbclid=IwAR2WJkYtHHa0HrcuMWZz5cvlygC5fZK_miQRuOGGspE2Q9ERkHniRoyEArg