Una app online offre ai giocatori le chiavi di Al-Aqsa.

La nuova app “Protettore di Al Aqsa” cerca di fare conoscere alle generazioni più giovani il ruolo che questo luogo sacro ricopre nella cultura islamica .

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Ahmad Melhem – 14 marzo 2019

Foto di copertina: Youtube / IlmFeed Haris al-Aqsa (Protettore di Al-Aqsa) è stato creato da un gruppo della Social Center Society con sede in West Bank.

RAMALLAH, Cisgiordania – Hai difficoltà ad entrare nella moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme Est? Prova l’app del gioco educativo chiamato Haris al-Aqsa, o Protettore di Al-Aqsa, della Burj Al-Luqluq Social Center Society, un gruppo con sede in Cisgiordania che intende introdurre alla storia e alla cultura del luogo sacro.

Il gioco, disponibile da febbraio su dispositivi IOS e Android, è in arabo, anche se gli organizzatori segnalano che sono in preparazione le  versioni in inglese e in turco. L’app, sviluppata da un team di ingegneri palestinesi, è stata finanziata dalla turca Vakti Kiraat, un’associazione con sede a Istanbul che si occupa di cultura e lingua araba.

Muntasir Idkeydik, presidente della Burj Al-Luqluq Social Center Society e supervisore generale del gioco, ha dichiarato ad Al-Monitor che l’obiettivo principale del gioco è quello di far familiarizzare le giovani generazioni con l’importanza del ruolo ricoperto da Al-Aqsa nella cultura islamica. “Stiamo cercando di  far conoscere l’identità della moschea, di Gerusalemme e dei suoi luoghi sacri ai giovani giocatori attraverso mezzi innovativi e divertenti, in particolare in un momento in cui Israele sta tentando di giudaizzare  Gerusalemme”, ha detto.

Al-Aqsa, il cui nome significa letteralmente “la moschea più lontana”, è una grande struttura con una cupola placcata in oro all’interno di un recinto di 35 acri situato in cima a quello che gli Ebrei chiamano il Monte del Tempio e i Musulmani Al-Haram al-Sharif, o il Nobile Santuario. Il terzo sito più sacro dell’Islam dopo Mecca e Medina, dal 1967, quando Israele occupò Gerusalemme Est insieme alla Cisgiordania e alla Striscia di Gaza, Al-Haram al-Sharif è stato il territorio più conteso.

All’inizio di questa settimana, le forze israeliane hanno chiuso il complesso dopo che una bomba è stata lanciata contro un posto di sicurezza. Dopo l’incidente sono state arrestate diciannove persone, mentre durante l’evacuazione violenti scontri sono scoppiati tra i fedeli musulmani e le forze israeliane. Il Waqf, la fondazione islamica incaricata di gestire il sito sacro, ha detto che il complesso è stato riaperto il 13 marzo per le preghiere dell’alba e frequentato da fedeli senza ulteriori  incidenti.

Il lancio dell’app  Protector of Al-Aqsa è stato trattato anche nei media regionali. La semi-ufficiale Anatolia News Agency ha pubblicato un articolo sul gioco, affermando che “è diventato virale tra i giovani palestinesi”, e la maggior parte della stampa filogovernativa ha evidenziato la notizia. In Israele, Arutz Sheva lo ha definito un “gioco turco di incitazione “, citando il generale in pensione Baruch Yedid  il quale avrebbe affermato che il gioco “addestra [i giocatori] a confrontarsi con la polizia di Gerusalemme” e che era un segnale di come “sotto le spoglie di un’attività  culturale , la presenza  turca a Gerusalemme est stia crescendo”.

Il gioco si compone di quattro livelli: il visitatore, la guardia, il servo e il mentore. I giocatori indossano una kefiah palestinese e un colore diverso per ogni livello: bianco, rosso, verde e nero, i colori della bandiera palestinese. Mentre i giocatori si muovono dentro e fuori la moschea, trovano delle scatole chiuse che contengono domande a scelta multipla su storia e religione. Se i giocatori rispondono correttamente, ottengono 15 chiavi.

Ogni risposta sbagliata costa 10 chiavi. Sono necessarie 40 chiavi per passare al livello successivo. Nell’ultimo livello, i giocatori che diventano “mentori” ricevono la chiave per la Porta Mughrabi – l’unica porta attraverso la quale i Musulmani possono entrare – e diventano “protettori” della Moschea di Al-Aqsa.

Mohammed Magreb, 13 anni, della città di Jenin, nel nord della West Bank, trascorre due ore al giorno utilizzando ‘app sul telefono Android di suo padre – ma è tutt’altro che elettrizzato.

L’adolescente palestinese ha detto ad Al-Monitor che è stato suo padre a proporgli di giocare. “A volte giochiamo  insieme per conoscere gli aspetti storici, culturali e religiosi della moschea”, ha detto, aggiungendo però che a volte si annoia perché il gioco manca dell’azione e del brivido del suo gioco preferito, PUBG.

Idkeydik ha detto che ci sono  futuri progetti per sviluppare ulteriormente il gioco e per includere più siti e punti di riferimento islamici, facendo notare che da quando è stato lanciato, il gioco è stato scaricato da 50.000 utenti Android e da più di 10.000 utenti iPad.

Nel 2014, la Burj Al-Luqluq Social Center Society aveva lanciato un’app chiamata Live Jerusalem, disponibile su dispositivi Android e IOS, che introduce gli utenti ai siti storici, religiosi e culturali della città, presentando ogni monumento con il suo nome arabo e  fornendone la narrativa palestinese. L’applicazione offre anche tre itinerari virtuali all’interno della Città Vecchia, partendo dalle Mura di Gerusalemme e terminando nella Moschea di Al-Aqsa.

Mohammad Salah, programmatore dell’app Protector di Al-Aqsa, ha dichiarato ad Al-Monitor che la versione attuale dell’applicazione è ancora in modalità beta per testare il prodotto tra i bambini più piccoli e che altri dettagli verranno aggiunti nel prossimo futuro.

“Stiamo lavorando al lancio del gioco con un giocatore femminile per permettere anche alle ragazze di giocare. Stiamo anche sviluppando ulteriori domande e aggiungendo alcune azioni per renderlo più attraente. Ci sono anche progetti  per espandere il tour fuori dalla moschea nella Città Vecchia di Gerusalemme “, ha detto Salah, sottolineando che questi miglioramenti saranno introdotti nelle prossime settimane.

Salah ha spiegato: “Nell’ultimo livello del gioco, il giocatore riceve la chiave per la Mughrabi Gate. Il gioco termina aprendo il cancello e liberando la moschea. Il messaggio è che attraverso la conoscenza e la scienza, la moschea può essere liberata “.

“Credo che oggigiorno i giochi e i social media siano il mezzo migliore per raggiungere i giovani e cercare di educarli, soprattutto perché ci sono molte persone che non possono visitare questo sito storico,” ha aggiunto Salah.

Il progetto è costato 20.000 dollari, tra programmazione, sviluppo e ingegneria, ed è stato finanziato dall’associazione Vakti Kiraat. Il gioco è progettato in grafica 3D di alta qualità, e mostra anche dettagli come gli ornamenti che adornano il muro della moschea e la Sala di preghiera Marwani.

Ihab al-Jallad, che ha scritto le domande a scelta multipla, ha dichiarato ad Al-Monitor: “Il gioco si propone di introdurre i bambini alla storia e alla religione di Al-Aqsa e di cercare di tenerli lontani da giochi violenti come PUBG. Riguarda anche un tema nazionale, in quanto i giocatori devono rispondere a domande sulla storia per passare al livello successivo. I giocatori possono condividerei  risultati, interagire sui social media e chiedere assistenza per rispondere alle domande. ”

 

Ahmad Melhem è un giornalista e fotografo palestinese per Al-Watan News con sede a Ramallah. Scrive per un certo numero di  organi di stampa arabi.

 

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org

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