Dovrete esibirvi al centro Expo di Tel Aviv, sulle rovine del villaggio palestinese di al-Shaykh Muwannis, i cui abitanti sono stati cacciati con la forza e non hanno mai potuto tornare.
Activism Open Letter – 29 marzo 2019
Foto di copertina: : Eurovision Song Contest
Cari concorrenti di Eurovision,
Siamo artisti, musicisti, cineasti e autori israeliani. Molti di noi hanno firmato una lettera a sostegno della richiesta palestinese di spostare l’Eurovision Song Contest da Tel Aviv. Ecco perché.
Noi, ebrei israeliani che desideriamo vivere in una società pacifica e democratica, riconosciamo che non c’è modo di ottenerla senza porre fine all’oppressione del nostro governo su milioni di Palestinesi. Una società non può essere considerata democratica se mantiene un dominio militare su milioni di persone, negando loro i diritti fondamentali, incluso il diritto di voto. Che cosa significa democrazia quando un quinto dei cittadini israeliani, gli arabi palestinesi, non hanno diritti uguali per legge?
I nostri giovani uomini e donne sono obbligati a prestare servizio nell’esercito di occupazione israeliano, partecipando alla perpetrazione di tutti i tipi di crimini contro i palestinesi, incluso il mantenimento di un assedio illegale a Gaza.
“Vivremo per sempre con la spada”, ha promesso il nostro fanatico primo ministro Benjamin Netanyahu. Bene, noi non vogliamo vivere con la spada! Vogliamo vivere vite normali e pacifiche, senza opprimere o soggiogare nessuno. Non vogliamo che i nostri figli si uniscano a un esercito che la maggior parte del mondo accusa di aver commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Nella stessa Tel Aviv Israele espelle i nativi palestinesi di Giaffa usando mezzi economici e pseudo legali, sfrattando le famiglie, demolendo le case e trascurando e distruggendo interi quartieri.
Dovrete esibirvi al centro Expo di Tel Aviv, sulle rovine del villaggio palestinese di al-Shaykh Muwannis, i cui abitanti sono stati cacciati con la forza e non hanno mai potuto tornare.
Abbiamo riflettuto profondamente sulle esibizioni programmate. Da un lato, sarebbe meraviglioso ascoltare la vostra musica e i vostri messaggi di inclusività. Dall’altro, questo messaggio sarò diffuso a Tel Aviv, e sarà usato da Israele come mezzo di pubbliche relazioni per distrarre dalla sua occupazione militare, dalle politiche di apartheid e dalla pulizia etnica contro il popolo palestinese. Sarebbe il perfetto diversivo.
Noi, come artisti, non possiamo tacere mentre le nostre controparti palestinesi soffrono in silenzio disumanizzazione e violenza, e vi chiediamo di unirvi a noi per denunciare. Gli artisti palestinesi vi hanno esortato a ritirarvi dall’Eurovision e noi ci uniamo alla loro esortazione, per il loro bene e per il nostro futuro.
Cordiali saluti,
Aviad Albert, musicista
Shlomit Altman, artisat
Meira Asher, sound artista
Kerem Blumberg, filmmaker
Dror Dayan, filmaker
Anat Even, filmmaker
Ohal Grietzer, musicista
Nir Harel, artista
Avi Hershkovitz, film director
Liad Hussein Kantorowicz, performance artist
Noki Katan, DJ
Jonathan Ofir, direttore d’orchestra e violinista.
Hagar Ophir, installation and performance artista
David Oppenheim, artista, musicista
Michal Peleg, scrittore
Nira Pereg, artista
Timna Peretz, filmmaker
Sigal Primor, artista
Danielle Ravitzki, musicista, visual artist
Ben Ronen, visual artist
Michal Sapir, musicista, scrittore
Anka Schneidermann, artista
Yonatan Shapira, musicista
Eyal Sivan, documentary filmmaker
Eran Torbiner, documentary filmmaker
Eyal Vexler, art and cultural producer and curator
Oriana Weich, artista
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org