Lo storico: “Io c’ero. Erano le forze dell’ordine che volevano i movimenti fuori dalla piazza per sterilizzare il corteo dai suoi simboli”
3 Maggio 2019 – Ferruccio Sansa
“Guardando il corteo si vedeva l’Italia di oggi. E davvero credo che la sinistra tradizionale non abbia un gran futuro se ha bisogno di un cordone di polizia per farsi separare dai movimenti e dai territori dove invece dovrebbe affondare le proprie radici”.
Marco Revelli, lei è storico, sociologo, ma anche protagonista delle battaglie contro il Tav. Come vede gli scontri del Primo Maggio a Torino?
Io c’ero. Prima della partenza hanno costruito un tappo di polizia che sembrava volesse tener fermo metà corteo, quello con i movimenti. Hanno bloccato la gente con le bandiere No Tav come se volessero sterilizzare il corteo dai suoi simboli.
Del corteo per il Primo Maggio a Torino restano soprattutto le botte. Adesso c’è chi punta il dito contro la polizia e magari il Pd. E chi invece se la prende con i No Tav che, si dice, avrebbero provocato gli incidenti.
Ripeto, ho visto. Sono un testimone. Sentivo gli altoparlanti dei movimenti urlare “non reagite”. E credo non serva molta malizia per pensare che anche nel Pd qualcuno volesse creare tensione. Alla fine, dopo un percorso tranquillo, la polizia ha caricato a freddo per ritardare l’ingresso in piazza San Carlo di metà corteo, come se il Primo Maggio fosse proprietà di qualcuno. Ho letto sui giornali una frase che mi ha colpito: ‘I No Tav vogliono prendersi il Primo Maggio’. Come se questa festa fosse di qualcuno.
Alla fine, c’è chi obietta, del corteo restano solo le cariche della polizia…
In passato, come quando c’è stata la guerra in Serbia, avevo visto ben di peggio. Volavano i tavoli dei bar.
Non crede che gli incidenti possano giocare contro la battaglia No Tav?
Dai movimenti non ho visto né violenza né provocazioni. Sono arrivati slogan anche duri per esempio verso il Pd. Ma questa non è violenza, è polemica politica. È vita.
Due cortei anche per il Primo Maggio…
Io ho visto un solo corteo con due segmenti totalmente diversi.
Che cosa, secondo lei, li divideva?
Il primo confine era quello tra passato e futuro. Ma c’era anche quello tra le istituzioni – e ci metto dentro anche le rappresentanze sindacali – e i movimenti. Compresa quella parte dei Cinque Stelle che si sente ancora movimento.
Parliamo della prima parte del corteo. C’erano il Pd e i sindacati. È tutto ‘passato’?
Il Pd torinese è particolarmente contaminato dal Tav che gli ha mangiato l’anima e ha compattato un establishment di destra e di sinistra che non riesce a trovare nel territorio la capacità di risollervarsi. Che non ha trovato un’alternativa vera al modello fordista, ma solo olimpiadi e grandi opere. Il Tav non è solo treno e rotaie, è un paradigma dove si immagina un mondo invivibile con una crescita esponenziale di merci e trasporti a beneficio dei soliti imprenditori e delle banche.
Ma nella prima parte del corteo c’erano anche i sindacati, come la Cgil di Maurizio Landini. Anche questo è passato?
Nella prima parte del corteo non ho visto migranti, giovani, precari. Non ho sentito slogan nuovi, non hanno mai pronunciato parole come ‘sfruttamento’. Ho molta stima di Landini, ma temo che l’inerzia dell’apparato sia troppo forte. C’è un corpaccione di funzionari che fa da zavorra e temo che per essere segretario generale ti tocchi annacquare troppo il tuo messaggio.
E il M5S che nel corteo era insieme con i centri sociali?
In Piemonte se non tengono il punto sul Tav possono chiudere baracca e burattini. Ma finora mi pare che a Roma si sia solo preso tempo per permettere a chi è favorevole e a chi è contrario di dire che hanno vinto.
Lei dice che nel corteo torinese del Primo Maggio si potevano vedere l’Italia e la sinistra di oggi…
Quel tappo della polizia è un pessimo segno di caduta per la sinistra tradizionale. Dobbiamo attrezzarci per un periodo duro. Dopo quello che ho visto a Torino sono molto pessimista. Alla fine ‘l’utilizzatore finale’ di tutto questo è soltanto Matteo Salvini.
Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/05/03/scontri-del-1maggio-il-pd-vuole-la-polizia-per-dividere-i-notav/5150359/