LA TERRA DEGLI ARANCI TRISTI E ALTRI RACCONTI di Ghassan Kanafani
Associazione Culturale di Amicizia Sardegna-Palestina
a cura di Simonetta Lambertini – 30 maggio 2019
L’ORIZZONTE OLTRE LA PORTA
Prima di arrivare in cima alla scala si fermò per riprendere fiato… no, non era possibile che fosse così faticoso. Sapeva bene che non era per niente faticoso.
L’automobile l’aveva lasciato sulla soglia dell’albergo, non aveva con sé che un cestino e la scala non era lunga come sembrava. Ma erano quegli ultimi tre gradini che lo distruggevano sempre, sciogliendogli le ginocchia e rendendo vana la sua determinazione.
Posò il cestino sulla scala e si appoggiò contro il muro con la spalla. Sarebbe tornato indietro? La domanda gli parve strana, ma non poteva liberarsene, gli risuonava in testa come una campana. Tornerò indietro?
In quel vortice d’esitazione che aveva preso a scorrergli nelle vene ripensò a quando due anni prima si era posto la stessa domanda, si era fermato in quello stesso modo, era corso alla macchina un attimo dopo e aveva lasciato Gerusalemme.
Adesso sarebbe tornato indietro ancora una volta? Tese la mano verso il cestino, afferrò il manico con decisione e gli si avventò sopra come se si stesse divincolando dentro una pozzanghera di fango.
No! Questa volta non tornerò indietro! E’ una vergogna che io sia vigliacco fino a questo punto.
Da dieci lunghi anni mi sono portato sulle spalle una sorte pesante… ora devo rimediaresotto la Porta di Mandelbaum, alla sua ombra, alta come un bastione di pietra tra la terra occupata e la tera che rimane… no, questa volta non tornerò indietro. Devo farla finita col castello di falsità che ho costruito, non so bene se per scelta o contro me stesso, per dieci anni.
Quando era arrivato a Gerusalemme, due anni prima, era fermamente deciso ad affrontare sua madre e dirle tutto… ma in quel momento di sosta sulla scalinata dell’albergo aveva sentito che non avrebbe potuto cancellare la lunga catena di menzogne che aveva sostenuto con la madre quando le diceva alla radio: «Io e Dalal stiamo bene, diteci di voi».
In quei dieci anni l’inganno era cresciuto stupidamente fino al punto che non aveva trovato una sola ragione per raccontare la verità una volta per tutte, in modo deciso, duro e forse fatale.
Perciò, quel giorno aveva preferito non arrivare in cima alla scala ed era ritornato di corsa alla macchina. Di certo sua madre era rimasta ferma tutta la mattina all’ombra della Porta allungando il collo, cercando tra la folla. Di sicuro era rimasta lì profondamente delusa e amareggiata… ma tutto ciò era di gran lunga più semplice che stare lì davanti a lei dopo dieci anni e dirle la verità.
Si sdraiò sul letto con le braccia incrociate sotto la testa. Il buio aveva già iniziato ad allungare la mano sulla città dormiente e nella stanza vagava un pensiero fisso: domani devo assolutamente andare a Porta Mandelbaum.
L’indomani lei gli avrebbe fatto un cenno con la mano ossuta e si sarebbe precipitata verso di lui, con i capelli bianchi e il volto vecchio bagnato di lacrime. Si sarebbe gettata sul suo petto, tremante come un uccellino sul punto di morire, avrebbe strofinato la testa stanca sul suo viso senza trovare le parole con cui convogliare quel suo amore deluso. Cosa mai avrebbe potuto dirle quando lei avesse tremato sul suo petto altrettanto palpitante? Da dove avrebbe dovuto iniziare? Si rigirò sul letto e gli sembrò di sentire il battito del cuore vibrargli come una corda tesa per tutto il corpo.
Avrebbe cominciato dal principio, da quando aveva lasciato Giaffa alla volta di Acri per vedere la ragazza che la madre aveva scelto di dargli in moglie. Ricordava quel momento in ogni dettaglio:…
da LA TERRA DEGLI ARANCI TRISTI E ALTRI RACCONTI di Ghassan Kanafani
Associazione Culturale di Amicizia Sardegna-Palestina
Edizioni Q
Dipinto: Amore incondizionato, Besaan Arafat