a cura di Simonetta Lambertini
IL PAESE DEL MARE
[…] Mia madre non rinunciava mai alle sue invenzioni. Ma le sue invenzioni più importanti erano i sogni. Mia madre non parlava di cose accadute realmente perché i suoi racconti erano i suoi sogni. Non le sembrava di compiere niente di importante nella sua vita quotidiana, né quando raccoglieva le olive, il tabacco o le cucurbitacee, né quando inventava un piatto nuovo. Queste erano cose normali, le fanno tutte le donne. La cosa importante erano i sogni, la sua vita prolifica era lei con la sua immaginazione.
Prendeva le decisioni in base ai suoi sogni, scelse i nostri nomi in base a ciò che aveva sognato, stava tranquilla o aveva paura in relazione ai sogni, ci impartiva anche gli ordini secondo i sogni. Quando le vicine e le amiche si radunavano attorno ad essa, raccontava loro i suoi sogni, riferendo di luoghi nuovi, di genti svariate e di una lingua diversa dalla nostra.
Qadrun era completamente diversa: i suoi ingressi, le sue uscite, i monti, le terre e le valli. I vicini si erano trasformati in altre persone. Le amiche vedevano se stesse nel sogno con un aspetto meraviglioso, immaginavano di rinascere e vivere un’altra vita nei sogni di mia madre, scoprendo che la nostra vita avvilente talvolta può essere diversa se lo vogliamo. Forse le amiche di mia madre hanno conosciuto il segreto dell’abbondanza!…
da Il paese del mare, Ahmad Rafiq Awad
Edizioni Q
http://www.edizioniq.it/ilpaesedelmare.html
Dipinto di Nareman art