Omar ha twittato “I diritti LGBTQ sono diritti umani” dopo che la polizia palestinese ha dichiarato che avrebbe vietato qualsiasi tentativo di tenere un evento queer in Cisgiordania.
Tim Fitzsimons – 20 agosto 2019
Immagine di copertina: Rep. Ilhan Omar, D-Minn. parla a una folla di oltre 100 sostenitori durante un evento al Capitol organizzato dai fondatori di Black Lives Matter lo scorso martedì(. Win McNamee / Getty Images file
A seguito delle minacce della polizia palestinese contro un gruppo LGBTQ locale, Ilhan Omar ha esternato il suo sostegno al gruppo condividendo il loro tweet dove vengono elencati i cinque modi per sostenere i queer palestinesi.
“I diritti LGBTQ sono diritti umani e dovremmo condannare ogni tentativo di violarli”, ha affermato Omar. “Ma dovremmo anche condannare qualsiasi tentativo di equiparare la questione all’occupazione o utilizzarla come distrazione.”
Il suo tweet è collegato a un thread di twitter di alQaws, il gruppo palestinese LGBTQ oggetto delle minacce.
https://twitter.com/alQaws/status/1163527710641131520
Omar, democratica del Minnesota, ha commentato la notizia secondo cui la polizia palestinese in Cisgiordania, che è occupata da Israele ma la cui polizia è controllata dall’Autorità palestinese, ha rilasciato una dichiarazione in cui intima ad alQaws di interrompere la programmazione di un suo evento LGBTQ a Nablus, una città nella Cisgiordania settentrionale. AlQaws aveva già tenuto un evento a Nablus questo mese e ne aveva pianificato un altro prima che la polizia intervenisse, ha fatto sapere il gruppo.
“La polizia ha affermato che andiamo contro ” i valori palestinesi tradizionali” “accusandoci di essere ” agenti stranieri “”, ha scritto alQaws su Facebook. “La dichiarazione è andata oltre, chiedendo ai cittadini di segnalare eventuali attività ” sospette “e minacciando di perseguire il personale di al Qaws e gli attivisti “.
Il thread di Twitter che Omar ha condiviso consiglia ai sostenitori di concentrarsi sulle esperienze LGBTQ palestinesi; riconoscere il legame tra colonialismo, patriarcato e omofobia; evitare il “pinkwashing”.
” Pinkwashing” è un gioco di parole sul termine “whitewashing – imbiancatura” e si riferisce alla pratica di corporazioni o di Stati di strombazzare la loro posizione a favore della causa LGBTQ al fine di distrarre da questioni più ampie. I critici di Israele affermano che il Paese pubblicizza il suo essere “gay friendly” per distrarre dall’oppressione a cui sottopone i palestinesi che vivono nella Cisgiordania occupata o nella Striscia di Gaza assediata.
La minaccia emessa dalla polizia palestinese fa eco a una recente intimidazione nel vicino Libano. Come la Cisgiordania, il Libano ha una società relativamente liberale e ha una piccola ma vivace comunità LGBTQ. Nel 2017, il Libano ospitò la settimana dell’orgoglio LGBTQ, che venne fatta oggetto di minacce. L’anno seguente, lo stesso evento fu annullato dopo che le autorità locali arrestarono uno dei suoi organizzatori costringendolo a firmare l’ impegno di cancellarlo.
Lunedì sera sia Omar che la rappresentante Rashida Tlaib, D-Mich., le prime due donne musulmane elette al Congresso, hanno condiviso il thread di Twitter che elencava i cinque modi per sostenere i queer palestinesi. Le due democratiche sono balzate all’onore delle cronache di recente, dopo che il governo israeliano ha vietato loro di entrare nel Paese; Tlaib ha sostenuto che Israele la stava “zittendo” e “trattando come una criminale”. In seguito Israele ha acconsentito alla visita di Tlaib per visitare la sua anziana nonna; Tlaib ha però respinto l’offerta, dicendo che avrebbe spezzato il cuore di sua nonna se l’avesse visitata accettando ” le umilianti e oppressive condizioni ” poste da Israele.
Trad Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org