L’artista palestinese Kamal Boullata sepolto a Gerusalemme dopo 50 anni di esilio

Boullata era in visita a Beirut per esporre le sue opere quando scoppiò la guerra del giugno 1967 in Medio Oriente e non tornò più. Riposerà a Gerusalemme come desiderava.

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di Mustafa Abu Sneineh, 15 agosto 2019

FOTO – Kamal Boullata, morto  nella sua casa di Berlino, era nato a Gerusalemme nel 1942 e cresciuto nel quartiere della Porta di Jaffa nella Città Vecchia (Screengrab)

 

Il pionieristico artista palestinese Kamal Boullata sarà sepolto nella sua città natale di Gerusalemme sul Monte Sion lunedì prossimo, dopo una settimana di difficili colloqui tra gli avvocati della sua famiglia e le autorità israeliane per ottenere un certificato di sepoltura.

Boullata, morto la scorsa settimana nella sua casa di Berlino, era nato a Gerusalemme nel 1942 e cresciuto nel quartiere della Porta di Jaffa nella Città Vecchia.

Fu il primo autore a scrivere una storia dell’arte palestinese dal 1850 al 2005, ed è stato un celebre artista astratto che ha mescolato calligrafia araba, geometria e luce naturale nelle sue serigrafie.

La sua famiglia ha detto che Boullata desiderava tornare a riposare a Gerusalemme dopo 50 anni di esilio forzato negli Stati Uniti, in Marocco e in Francia, prima di trasferirsi a Berlino nel 2012.

“Il diritto di ogni palestinese di tornare nella sua patria è un diritto sacro. È particolarmente importante per i gerosolimitani, per i quali la Città Santa fa parte della loro vita e della loro essenza”, affermano i Boullata in una dichiarazione mostrata a Middle East Eye.

La famiglia di Boullata ha vissuto a Gerusalemme per oltre 600 anni, secondo i documenti della Chiesa ortodossa di Gerusalemme.

Kamal Boullata era in visita a Beirut per esporre le sue opere d’arte quando in Medio Oriente scoppiò la guerra del giugno 1967.

Israele gli ha impedito di tornare nella sua Gerusalemme, fresca di occupazione militare, ad eccezione per una breve visita nel 1984, che il regista olandese Rudolf van den Berg ha immortalato nel suo documentario “Stranger at Home”.

Si era laureato all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1965 e fu discepolo del pittore gerosolimitano di icone Khalil Halabi (1889-1964), che insegnò a Boullata l’arte di disegnare figure cristiane e le icone bizantine delle chiese palestinesi.

 

Una delle opere di Boullata, intitolata “Thawra/Tharwa” (Rivoluzione/Ricchezza), pubblicata sulla copertina della rivista Palestinian Affairs nel 1991 (Palestine Poster Project)

 

Boullata si è anche dedicato allo studio della geometria, della matematica e dei motivi degli arabeschi della moschea della Cupola della Roccia, costruita dal califfato omayyade nel VII secolo, all’interno del complesso Al-Aqsa nella Città Vecchia di Gerusalemme.

Ha fatto parte di Huruffiya, un movimento influente di artisti arabi negli anni ’70 e ’80 che intrecciava calligrafia araba, geometria e modernismo.

Boullata ha detto dei suoi dipinti che raffigurano la trasparenza e la luce naturale che “forse era la luce di Gerusalemme, che ho sempre cercato di riconquistare”.

È autore di numerosi libri e saggi sull’arte palestinese, in particolare il suo capolavoro ‘Arte palestinese: dal 1850 ad oggi’, e tradotto poesie – una passione che ha praticato in gioventù – tra gli altri il poeta palestinese Mahmoud Darwish e il poeta siriano Adonis.

Boullata ha disegnato circa 200 poster per diverse pubblicazioni dell’Organizzazione di liberazione palestinese (OLP).

Sue opere sono presenti in prestigiose collezioni del British Museum di Londra, dell’Institut du Monde Arabe di Parigi, della New York Public Library e del Arab Museum of Modern Art di Doha.

Prima della sua scomparsa ha portato a termine due libri: There Where You Are Not e Uninterrupted Fugue sulle sue opere d’arte e i suoi scritti critici; saranno entrambi pubblicati da Hirmer Verlag in autunno.

 

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

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