In Libano Hezbollah e Amal si coalizzano contro il popolo.

Con i recenti sviluppi, in Libano la realtà è diventata in qualche modo più chiara: i partiti al potere si  compattano di fronte al popolo ed Hezbollah e Amal hanno perso la statura  morale che li aveva  creati.

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Hassan Abbas – 21 ottobre 2019

Immagine di copertina: dimostranti a Beirut (foto di Eleonora Gatto)

In varie regioni del Libano, la recente rivolta ha posto la popolazione sciita del Paese contro i due principali partiti sciiti, Hezbollah e Amal. I due partiti, che furono fondati per sostenere  il sottoproletariato sciita, una componente del Libano a lungo svantaggiata,  hanno deciso di opporsi al loro collegio elettorale.

A partire dal secondo giorno della protesta popolare, il movimento Amal ha dispiegato i suoi miliziani armati in varie parti di Tiro per affrontare i cittadini che chiedono diritti economici e sociali. Una repressione sistematica è stata attuata durante il terzo giorno delle proteste,  con persone ferite  dalle munizioni del cosiddetto “movimento degli indigenti”.

Per quanto riguarda Hezbollah, il suo segretario generale Hassan Nasrallah ha pronunciato un discorso pieno di simpatia per le persone che “non potevano  tollerare nuove tasse”, ma alla fine ha concluso che il suo partito era contrario alla caduta dell’attuale governo.

Il discorso conteneva due messaggi: il primo è una “leggera minaccia” per allontanare  i manifestanti antigovernativi schierando per strada i sostenitori di Hezbollah, costringendo così la mobilitazione popolare a spostarsi “altrove”;  il secondo, con la seguente affermazione. ha dimostrato la politica patriarcale di Hezbollah: “Quando la situazione ci  richiederà di  scendere in strada,  scenderemo in strada e rifiuteremo qualsiasi tassa sui segmenti poveri della società” – in altre parole,  Hezbollah dichiara di conoscere meglio di altri gli interessi della gente e di saper solo lui riconoscere il momento giusto per scendere in piazza.

La posizione dei due partiti sciiti non è  nata dal nulla,  ma  ha fatto seguito alla rabbia mostrata dagli stessi sciiti verso di essi (così come verso gli altri); per esempio, i dimostranti hanno manifestato davanti alla casa di Yassin Jaber, il parlamentare di Amal, così come a quella del  suo collega Hani Qabisi a Nabatieh, la capitale di Hezbollah, e davanti all’ufficio del delegato di Amal, Ali Bizzi e della sua controparte di Hezbollah Hassan Fadlallah in Bint Jbeil. Gli slogan sono anche stati indirizzati al portavoce  del parlamento libanese Nabih Berri e sua moglie a Tiro, la capitale del movimento Amal, mentre altri contro il capo del blocco “Lealtà alla Resistenza” Mohammed Raed, la cui insegna dell’ufficio è stato vandalizzata a Nabatieh.

Hezbollah e Amal non sono stati in grado di dire ai componenti del  loro collegio elettorale che si sarebbero occupati di loro, impedendo che fossero sfruttati e riportandoli invece alla situazione di decenni fa, quando erano facchini e portieri.

Con i recenti sviluppi, in Libano la realtà è diventata in qualche modo più chiara: i partiti al potere si  compattano di fronte al popolo, Hezbollah e Amal hanno perso la statura  morale che li aveva  creati.

Forse la posizione dei due partiti sciiti contro i cittadini sciiti poveri e svantaggiati nasce dalla consapevolezza che la loro povertà non riguarda solo loro, ma comprende milioni di libanesi di altre appartenenze, ciò a seguito delle fallimentari politiche economiche che hanno esacerbato le difficoltà economiche in tutto il Paese .

Questa volta, Hezbollah e il movimento Amal si sono dimostrati incapaci di dire ai componenti del proprio collegio elettorale che  si sarebbero occupati di loro, impedendo ad altre fazioni di sfruttarli e riportandoli di decenni indietro nel passato, quando gli sciiti impoveriti lavoravano a Beirut come facchini e portieri nelle case dei ricchi sunniti e cristiani – un ricordo che ha rafforzato le loro affiliazioni settarie. Questa strategia sembra non funzionare più, semplicemente perché questi sciiti rimangono poveri e, in effetti, la povertà regna nella maggior parte dei distretti di Beirut, così come nel resto del Libano.

Forse i recenti eventi hanno contribuito a resettare la traiettoria storica e a chiarire ai due partiti sciiti che anch’essi  vengono considerati parte del regime al potere e oltretutto, negli ultimi anni,  membri della parte più influente di esso, unitamente  agli altri partiti confessionali; le politiche di tutti questi partiti e i loro accordi, stretti sia alla luce del sole che di nascosto, hanno impoverito tutti i libanesi: sunniti, sciiti, drusi, alawiti e cristiani.

Per merito di questi ultimi accadimenti, la realtà è diventata in qualche modo più chiara: i partiti al potere si coalizzano  contro al popolo. Per quanto riguarda i risultati dell’attuale situazione, si vedrà nei prossimi giorni. Nel frattempo, il cambiamento dell’umore della fazione sciita vedrà molti altri sciiti scendere in strada, con Amal che sarà uno dei partiti che verrà maggiormente penalizzato, una realtà di cui il partito è a conoscenza, considerato che gli slogan che lo prendono di mira sono ormai frequenti, mentre per ora  Hezbollah è ancora protetto da linee rosse che non sono state ancora completamente superate.

 

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org

 

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