Mentre in occasione del terzo comitato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite l’India e altre 165 nazioni hanno votato a favore della risoluzione intitolata “Il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione”, gli Stati Uniti, Israele, Nauru, Micronesia e le Isole Marshall hanno votato contro.
Geeta Mohan – 21 novembre 2019
Immagine di copertina: La risoluzione ha riconosciuto il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e ha sottolineato la necessità che “occupazione israeliana iniziata nel 1967”abbia fine (Reuters)
Attenendosi alla sua storica posizione nei confronti della causa palestinese, l’India è stata tra le 166 nazioni che hanno sostenuto il “diritto all’autodeterminazione” del popolo palestinese.
Mentre in occasione del terzo comitato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite l’India e altre 165 nazioni hanno votato a favore della risoluzione intitolata “Il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione”, gli Stati Uniti, Israele, Nauru, Micronesia e le Isole Marshall hanno votato contro.
Nove Paesi, tra cui Australia, Guatemala e Ruanda, si sono astenuti.
La risoluzione è stata sponsorizzata da Corea del Nord, Egitto, Nicaragua, Zimbabwe e Palestina e la votazione ha avuto luogo il 19 novembre 2019.
Il voto è arrivato il giorno dopo l’annuncio del cambio di politica da parte degli Stati Uniti riguardo gli insediamenti israeliani nei “Territori Palestinesi occupati”.
Lunedì, il segretario di Stato americano Mike Pompeo aveva dichiarato: “Definire la creazione di insediamenti civili incompatibili con il diritto internazionale non ha funzionato. Non ha fatto avanzare la causa della pace”.
La dichiarazione di Pompeo, tuttavia, ha suscitato molte critiche.
Rispondendo all’inversione politica annunciata dagli Stati Uniti, il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, ha dichiarato martedi durante una conferenza stampa a New York: “La posizione di lunga data delle Nazioni Unite in merito agli insediamenti israeliani nei Territori Palestinese Occupati, ovvero che violano la legge internazionale, è rimasta invariata “.
La risoluzione ha riconosciuto il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e ha sottolineato la necessità della fine dell’ “occupazione israeliana iniziata nel 1967 così come di un accordo di pace equo, duraturo e completo tra la parte palestinese e quella israeliana, accordo che deve essere basato sulle risoluzioni dell’Onu, sugli accordi di Madrid, incluso il principio di “terra in cambio di pace”, sull’Arab Peace Initiative e sulla road map del Quartetto, per una soluzione permanente, con due Stati, del conflitto israelo-palestinese “.
La risoluzione sollecita inoltre “tutti gli Stati, le agenzie e le organizzazioni preposte delle Nazioni Unite a continuare a sostenere e ad assistere il popolo palestinese nella realizzazione del proprio diritto all’autodeterminazione”.
Secondo il sito web del Ministero degli Affari Esteri (MEA), il sostegno dell’India alla causa palestinese è parte integrante della politica estera della nazione.
Nel 1974, l’India divenne il primo paese non arabo a riconoscere la Palestine Liberation Organization (PLO) come unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese.
Nel 1988, l’India fu uno dei primi Paesi a riconoscere lo Stato palestinese. Mentre, nel 1996, aprì il suo ufficio di rappresentanza a Gaza, spostandolo successivamente a Ramallah nel 2003.
L’India ha inoltre svolto un ruolo attivo nell’allargamento del sostegno alla causa palestinese attraverso i forum multilaterali.
Il Paese ha inoltre sponsorizzato il progetto di risoluzione sul “diritto dei palestinesi all’autodeterminazione” durante la 53a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) e ha votato a favore.
Ha inoltre votato a favore della risoluzione dell’UNGA nell’ottobre 2003 contro la costruzione del muro di separazione da parte di Israele.
Nel 2011, l’India ha votato perché la Palestina diventasse membro a pieno titolo dell’UNESCO.
L’India ha inoltre co-sponsorizzato e votato a favore della Risoluzione UNGA del 29 novembre 2012 che permise alla Palestina di diventare uno “Stato osservatore non membro” delle Nazioni Unite senza diritto di voto.
Alla Asian African Commemorative Conference dell’aprile 2015, l’India sostenne la Dichiarazione di Bandung sulla Palestina. Sostenne anche l’installazione della bandiera palestinese presso la sede delle Nazioni Unite nel settembre 2015.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org