Il tema del clima ha un’enorme rilevanza per il Medio Oriente, dove l’innalzamento del livello del mare, la severa siccità e l’aumento delle temperature avranno un impatto dannoso sul trasporto marittimo e sul petrolio. (nota di Invictapalestina: L’autrice dell’articolo avrebbe dovuto scegliere un titolo più appropriato, molto probabilmente ha inserito Greta Thunberg nel titolo per raggiungere più lettori, per noi il ruolo di Greta in questa situazione è minimo anche perchè trasformare in bontà la voracità dei partecipanti a Davos è illusorio e infantile).
Sabena Siddiqui – 22 gennaio 2020
Immagine di copertina: Le città portuali del Golfo saranno influenzate negativamente dall’aumento delle temperature marine [Getty]
Alla riunione annuale del World Economic Forum 2020 [WEF], che si è svolta questa settimana nella località sciistica svizzera di Davos, hanno partecipato rappresentanti di 117 Paesi.
Concentrandosi sullo sviluppo sostenibile come tema di quest’anno, il WEF 2020 ha messo in evidenza i rischi globali dovuti ai cambiamenti climatici. Considerata solitamente una conferenza d’affari dell’élite mondiale , è stato insolito che quest’anno nei discorsi di Davos abbiano dominato i cambiamenti climatici e la sostenibilità Secondo i sondaggi svolti con la metodologia WEF, i rischi globali sono definiti come quelli che possono causare danni a diversi Paesi o settori nei prossimi 10 anni e il cambiamento climatico è al primo posto.
In particolare, rispetto al solo 13 percento del 2010, quest’anno circa il 18 percento delle sessioni di lavoro hanno riguardato il clima e l’ambiente.
Man mano che le emergenze legate alle condizioni meteorologiche raggiungono un nuovo massimo, le iniziative economiche del decennio a venire dovranno affrontarle come rischi importanti e ricorrenti. Pertanto, anche se 53 capi di Stato, come il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il Premier pakistano Imran Khan hanno partecipato al vertice, è stata la giovane attivista climatica Greta Thunberg a rubare le luci della ribalta.
Dicendo ai partecipanti al World Economic Forum che “praticamente non è stato fatto nulla” per combattere i cambiamenti climatici, Thunberg ha dichiarato: “Occorre molto di più. Questo è solo l’inizio.”
Dall’agosto 2018, quando cercando di prevenire un’apocalisse climatica Greta iniziò gli scioperi scolastici fuori dal parlamento svedese, alcune delle sue paure riguardo a varie emergenze climatiche si sono già dimostrate vere.
Dopo aver marciato tre giorni per raggiungere Davos gli attivisti del clima, persistenti nella loro richiesta di una fine completa e immediata all’uso dei combustibili fossili, hanno svolto un ruolo importante nella conferenza durata quattro giorni.
Una settimana prima del vertice Thunberg e 21 attivisti climatici avevano inviato una lettera aperta al Guardian, affermando che : “Non vogliamo che queste cose vengano fatte entro il 2050,il 2030 o addirittura il 2021, vogliamo che vengano fatte ora – in questo momento. ”
Nelle ultime settimane, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita sono stati colpiti da tempeste di pioggia, nevicate e condizioni meteorologiche insolite che tuttavia diventeranno normali.
Catastrofi come gli incendi boschivi in Australia hanno fatto sì che più persone prendessero sul serio le cose. Come ha osservato Emily Farnworth, capo delle iniziative per i cambiamenti climatici del WEF, “La visibilità dell’impatto esercitato da eventi meteorologici estremi come incendi e inondazioni, ha aumentato la consapevolezza sul significato di ciò che questa realtà significa”.
La maggior parte delle principali economie mondiali non ha avuto successo nel ridurre le emissioni di carbonio, come stabilito dall’accordo di Parigi del 2015, anche perché le guerre commerciali e altre politiche hanno reso più difficile la collaborazione tra Stati.
Questo fallimento di un’azione comune per il clima può avere conseguenze disastrose per l’economia globale e anche nel 2020 si prevedono ondate di calore estreme e un’ulteriore distruzione degli ecosistemi naturali.
Pubblicando il suo rapporto annuale sui rischi globali appena una settimana prima della conferenza, il World Economic Forum aveva elencato i primi cinque rischi legati all’ambiente e ai cambiamenti climatici, dalle condizioni meteorologiche estreme alle fuoriuscite di petrolio e alla contaminazione radioattiva.
Come ha affermato Mirek Dusek, vicedirettore per gli affari geopolitici e regionali del WEF al lancio di questo rapporto, un mondo sempre più instabile determina quel “super-rischio” che richiede un’azione necessaria.
Proprio un giorno prima Larry Fink, CEO di BlackRock Inc., la più grande società di gestione patrimoniale del mondo, aveva sottolineato questo importante cambiamento in una lettera per gli amministratori delegati affermando che “il cambiamento climatico è diventato un fattore determinante in una prospettiva a lungo termine della compagnia”
In passato, questa stessa azienda era stata criticata per aver promosso investimenti nei combustibili fossili e per aver assunto un atteggiamento rigido rispetto all’emergenza climatica, quindi questo è certamente un grande cambiamento della sua politica.
Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, il pianeta potrebbe riscaldarsi da 3ºC a 5ºC entro la fine di questo secolo; questo sarebbe tre volte più di quello che la biosfera può gestire senza gravi problemi, il che significa che le città costiere potrebbero essere sommerse e le foreste pluviali trasformarsi in deserti.
Recentemente anche il Medio Oriente ha sperimentato un clima inaspettato. La lotta ai cambiamenti climatici sarà una priorità fondamentale anche in questa parte del mondo.
Nelle ultime settimane, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita sono stati colpiti da tempeste di pioggia, nevicate e condizioni meteorologiche inusuali che diventeranno una caratteristica normale.
Negli ultimi 10 anni, il Medio Oriente ha affrontato le peggiori condizioni di siccità degli ultimi 900 anni
Non solo, il livello del mare è destinato a salire di circa 3,4 mm all’anno a livello globale e la Banca Mondiale ha avvertito che in Medio Oriente 24 città portuali sono a rischio,così come le “zone costiere basse in Tunisia, Qatar, Libia, Emirati Arabi, Kuwait e in particolare in Egitto “. Oltre a ciò, ci saranno intrusioni di acqua di mare e altri rischi agricoli.
Secondo un rapporto della NASA, negli ultimi 10 anni il Medio Oriente ha affrontato le peggiori condizioni di siccità in 900 anni.
La maggior parte delle aziende dovrà passare a soluzioni più ecologiche e sostenibili. Con temperature che nella stazione meteorologica di Mitribah hanno raggiunto nel luglio del 2017 i 53,9 ° C, il Kuwait ha già stabilito un record mondiale.
Negli anni a venire le temperature dovrebbero aumentare ulteriormente. Secondo un rapporto dell’Istituto Max Planck, entro il 2050 le temperature giornaliere in Medio Oriente sarebbero comprese tra i 30 ° C e i 47 ° C.
Apparentemente, le parti più calde e fredde del mondo subiscono i cambiamenti climatici più velocemente delle regioni in una zona climatica temperata.
Entro il 2050, le temperature giornaliere in Medio Oriente saranno tra i 47ºC e i 30ºC
Inoltre le acque del Golfo Persico, con una profondità media di soli 30 metri, si riscaldano più velocemente. Descrivendo la regione del Golfo come “un canarino nella miniera di carbone”, il dott. John Burt della NYU di Abu Dhabi afferma: “In estate abbiamo alcuni dei mari più caldi del mondo. Dato che gli organismi si sono adattati a queste temperature estreme, ” sono molto sensibili ai cambiamenti “.
Il miglior risultato del WEF 2020 sarebbe una maggiore collaborazione tra leader e imprenditori mondiali per affrontare la sfida climatica. C’è ancora un po’ di tempo, come afferma Borge Brende, presidente del WEF nel rapporto sui rischi globali, “La buona notizia è che la finestra d’azione è ancora aperta, se pure ancora per poco”.
Le potenze globali hanno bisogno di unità per adottare le misure necessarie per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici e il WEF di Davos potrebbe rappresentare un punto di svolta, dato che un altro obiettivo principale è prevenire il disgregamento della solidarietà internazionale.
Assistere all’attuale cambiamento climatico globale potrebbe fare la differenza necessaria, poiché il 2019 è già stato il secondo anno più caldo secondo le temperature medie globali, con incendi scoppiati dall’Australia agli Stati Uniti all’Amazzonia.
Sabena Siddiqui è una giornalista di affari esteri, avvocato e analista geopolitica specializzata nella Cina moderna, nella Belt and Road Initiative, nel Medio Oriente e nell’Asia del Sud.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” -Invictapalestina.org