Maghreb: il Marocco lascia i palestinesi per compiacere Israele

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di Hicham Chouadria, 6 febbraio 2020

 

Il makhzen è pronto a fare qualsiasi cosa per avere il supporto americano per la sua impresa di colonizzazione del Sahara occidentale. Compreso scendere a patti con lo stato ebraico. Il sito di informazione statunitense Axios rivela, proprio a questo proposito, che Israele e gli Stati Uniti hanno discusso di un accordo trilaterale che vedrebbe gli Stati Uniti riconoscere la sovranità marocchina sul Sahara occidentale.

In cambio, il Marocco ha chiarito da parte sua a Tel Aviv e Washington che non avrebbe avuto problemi a normalizzare le sue relazioni con Israele. In altre parole, Rabat accetta, senza alcuno scrupolo, anche di lasciare i palestinesi.

La stessa fonte ritiene che questo sarebbe “un grande successo diplomatico per il Re del Marocco, Mohammed VI, e una spinta per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – che in tal modo avrebbe l’opportunità di visitare ufficialmente il Marocco in questo “pericoloso” contesto geopolitico, che segue la presentazione da parte di Washington del suo “piano di pace” che ha ricevuto un’accoglienza negativa da parte dei palestinesi e della Lega araba, ma meno decisa da parte di Arabia Saudita, Qatar e Marocco”. “Potrebbe anche far avanzare l’obiettivo dell’amministrazione Trump di avvicinare Israele e gli stati arabi”, ha ipotizzato Axios, citata dal sito marocchino Le Desk.

 

Meir Ben-Shabbat in movimento

 

Axios tuttavia non dice che cosa Washington in realtà guadagnerebbe nel sostenere un simile accordo, specialmente da quando gli americani hanno cercato per diversi anni di avere relazioni equilibrate con l’Algeria e il Marocco. Il sito d’informazione statunitense, d’altra parte, riconosce che sarebbe “una misura molto controversa che va contro il consenso internazionale”, se si tiene conto del fatto che il territorio è considerato “non autonomo” dalle Nazioni Unite e che la sua risoluzione è oggetto di un processo politico complesso.

Axios afferma che i contatti tra Netanyahu e i marocchini “hanno iniziato a intensificarsi dopo un incontro segreto con il ministro degli Esteri marocchino, Nasser Bourita, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2018”. Axios precisa che l’incontro è stato reso possibile grazie al contatto stabilito tra Bourita e il consigliere per la sicurezza nazionale di Netanyahu, Meir Ben-Shabbat, attraverso Yariv Elbaz, un uomo d’affari ebreo marocchino e stretto collaboratore di Jared Kushner.

Axios, che cita fonti israeliane, sostiene che “Ben-Shabbat voleva usare le strette relazioni di Israele con l’amministrazione Trump per arrivare ad una svolta con il Marocco”. Si dice che “abbia avvicinato i responsabili dell’amministrazione Trump e abbia proposto agli Stati Uniti di sostenere la posizione marocchina su una delicata questione di sicurezza nazionale, quella del Sahara occidentale”.

La proposta di un accordo trilaterale è stata trasmessa anche ai marocchini. Rabat ha naturalmente accettato. Come potevano i marocchini dire di no visto che stavano solo aspettando questo? Martedì, il ministro degli Esteri marocchino ha anche martellato davanti ai membri della Camera dei Consiglieri – che hanno criticato il suo pronunciato allineamento con il piano di pace di Trump – che “il Sahara rimane la prima causa del Marocco e non la Palestina”. E per invitarli a “non essere più palestinesi dei palestinesi stessi”.

 

L’insistenza di Netanyahu

 

Axios spiega che Benjamin Netanyahu ha cercato di far avanzare l’accordo prima delle elezioni israeliane di aprile 2019, ma che è stato sospeso quando i dettagli della visita di Ben-Shabbat in Marocco sono stati divulgati. “Ha cercato di nuovo prima delle elezioni di settembre 2019, ma il consigliere per la sicurezza nazionale di allora, John Bolton, un feroce avversario della sovranità del Marocco sul Sahara occidentale, ha stroncato l’idea.”

La questione è tornata sul tappeto a novembre, prima della visita del Segretario di Stato Pompeo in Marocco. Non ne è venuto fuori nulla mentre Pompeo era a Rabat, conclude Axios. A questo proposito si spiega che il capo della diplomazia americana non ha potuto incontrare Mohammed VI, che era in Gabon, a quanto affermano fonti diplomatiche occidentali. E’ davvero questa la spiegazione giusta?

Un “osservatore ben informato della scena mediorientale”, a cui il sito marocchino Le Desk dà la parola, ritiene che “pur se l’informazione ha tutto per essere solida in quanto proveniente da un media molto introdotto a Washington, ciò non significa che questo piano sarà attuato”.

Dobbiamo credere che la proposta sia effettivamente finita in acqua dato che fonti saharawi indicano che l’amministrazione americana ha recentemente respinto una richiesta marocchina di chiudere la rappresentanza del Fronte Polisario a Washington e di aprire un consolato nella città occupata de Laâyoune, in cambio del sostegno del Marocco a quello che viene chiamato l'”accordo del secolo”.

 

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

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