Il video virale svela la pratica israeliana di detenere e profanare i corpi dei martiri palestinesi

La macchina mediatica israeliana sta tentando di offuscare e giustificare la pubblica profanazione del corpo di un uomo palestinese ucciso dalle forze israeliane.

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Di Miko Peled – 25 Febbraio 2020

La macchina mediatica israeliana sta di nuovo tentando di mitigare e giustificare le azioni del suo esercito lungo il recinto di Gaza. La Striscia di Gaza, che tiene prigionieri due milioni di palestinesi senza accesso ad acqua pulita, cibo o forniture mediche, è anche soggetta a continui attacchi militari da parte dell’esercito israeliano. Sebbene sia impossibile giudicare quale degli innumerevoli crimini commessi dallo stato di Israele sia il più crudele, alcuni si distinguono più di altri.

Un crimine particolarmente orribile commesso la mattina di domenica 23 febbraio 2020 è stato immortalato in un video. È un’espressione di indicibile crudeltà da parte dell’esercito israeliano, che mostra totale disprezzo per la vita e la dignità del popolo palestinese.

Dopo gli scontri vicino a Khan Yunis nella Striscia di Gaza che hanno visto la morte di un giovane palestinese, l’esercito israeliano, probabilmente sotto gli ordini del Ministro della Difesa, un criminale di guerra sadico di nome Naftali Bennett, ha proceduto nel sequestrarne il corpo e impedire ai compagni del giovane caduto di recuperarlo. Per prelevare il corpo, i militari hanno inviato un bulldozer dell’esercito israeliano accompagnato da un carro armato Merkava .

Gli amici del giovane hanno tentato ripetutamente di sottrarre il corpo dalla furia del bulldozer, ma senza riuscirvi,e dovendosi ritirare sotto il fuoco armato dei soldati israeliani. Il bulldozer ha avuto difficoltà a recuperare il corpo e ha fatto diversi tentativi, nel frattempo schiacciandolo e trascinandolo sulla sabbia. Quando finalmente l’autista è stato in grado di raccoglierlo, ha sollevato il corpo con la pala tenendolo appeso con uno dei denti del bulldozer, e   così che il corpo è stato portato via. Lungo la strada, la parte posteriore del corpo è stata straziata dai cingoli del bulldozer.

Anche se non consiglierei a nessuno di vedere questo macabro spettacolo, il video è disponibile, ed è stato pubblicato su Twitter e altre piattaforme di social media. (Il video è disponibile anche sul nostro canale YOUTUBE dopo che è stato oscurato sul nostro BLOG: https://www.youtube.com/watch?v=G7-tLt0r3OU)

Rispondendo, in un tweet, alle contestazioni, il ministro della Difesa israeliano ha affermato di essere stanco delle critiche della sinistra, e che Hamas stava trattenendo a sua volta i corpi dei soldati israeliani e ha aggiunto: “Do il mio pieno sostegno all’esercito che ha eliminato i terroristi e ha preso il corpo.”

DETENZIONE DEI CORPI

È stato intorno al 2006 o 2007 durante una visita a un amico a Ramallah che ho appreso per la prima volta della pratica Israeliana di sequestrare i corpi dei palestinesi uccisi. Stavamo percorrendo insieme la città, in auto, quando abbiamo visto una sfilata di macchine che suonavano il clacson e sventolavano bandiere palestinesi e di Fatah. Ho chiesto al mio amico cosa fosse e mi ha detto che sembrava una festa per il rilascio di un prigioniero. Tuttavia, era perplesso perché non avevo sentito parlare di nessun rilascio di prigionieri in programma quel giorno.

Il mio amico è andato a chiedere a cosa fosse dovuta la celebrazione e quando è tornato in macchina mi ha detto che Israele aveva appena rilasciato il corpo di un palestinese ucciso alla sua famiglia. Il corpo è stato detenuto per vent’anni. Mi ci è voluto un po’ di tempo per digerire quelle informazioni e superare lo shock, anche se non si può mai riprendersi dal sapere che cose del genere succedano veramente.

Le persone in lutto trasportano i corpi di adolescenti palestinesi detenuti dalle truppe israeliane prima di essere rilasciati a Hebron, il 30 ottobre 2015. Nasser Shiyoukhi | AP

Il Kibbutz Zikkim si trova a poche miglia a nord della Striscia di Gaza, sulla costa del Mediterraneo. In effetti, gran parte della terra su cui si trova il kibbutz apparteneva a persone che ora vivono come rifugiati nella Striscia di Gaza. L’ultima volta che sono stato lì sono andato al cimitero del kibbutz, un pacifico appezzamento di terra con una bellissima vista sul Mediterraneo. Lungo la strada, ho visto un altro appezzamento, non lontano dal cimitero ma fuori dai suoi confini. C’erano piccoli paletti con dei numeri piantati nel terreno a pochi metri di distanza tra loro. Quando ho chiesto a questo proposito, il mio accompagnatore ha sottolineato che questa zona è stata affittata all’esercito. L’esercito lo usa per seppellire i corpi dei palestinesi che decide di detenere, alcuni sono stati sottratti già morti, altri sono deceduti mentre erano nelle mani delle autorità israeliane. Il cimitero di Zikkim, ho appreso in seguito, era solo uno dei tanti cimiteri dei numeri in tutto il paese.

La famiglia

Guardando il filmato e leggendo i resoconti di ciò che è accaduto, non si può fare a meno di pensare alla famiglia e agli amici del 27enne Mohammed Al-Naem, appeso a un bulldozer dopo essere stato ucciso a colpi d’arma da fuoco dai soldati israeliani. Chiaramente, le autorità israeliane non vedono bisogno di compassione, dignità o rispetto quando si tratta della vita dei palestinesi. La brutalità è un segno di forza, o almeno così credono, e il Ministro della Difesa e i suoi sostenitori affermano con orgoglio che questa è stata una vittoria.

La madre di Mohamad, Mirvat, che ha visto le immagini del corpo senza vita di Mohammed essere trascinato via dal bulldozer, immagini che hanno causato indignazione diffusa, ha richiesto il suo rapido ritorno per la sepoltura. Ha parlato di come è stato vedere suo figlio ucciso e poi trattato in modo così orribile. Sua moglie, Hiba, ha parlato del figlio, di solo un anno, che crescerà senza padre. Ha detto che non guarderà il video e non si può biasimarla per questo.

Sono state raccolte diverse immagini dell’evento e si sta confrontando l’omicidio e il martirio di Mohammad con quello di Rachel Corry, l’attivista americana che è stata investita e uccisa anche lei da un bulldozer israeliano nella Striscia di Gaza.

Miko Peled è un autore e attivista per i diritti umani nato a Gerusalemme. È autore di “The General’s Son. Viaggio di un israeliano in Palestina ” pubblicato nel 2016 e “Injustice Paperback  Holy Land Foundation Five”.

 

Trad. Beniamino Benjio Rocchetto

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