Come afferma Parker, questa “mancanza di volontà politica” da parte di paesi terzi come il Belgio “assicura che l’impunità sistemica rimarrà la norma per i bambini palestinesi”.
Di Maureen Clare Murphy – 29 febbraio 2020
L’ingiustizia alberga alle Nazioni Unite se i trasgressori seriali del diritto internazionale possono costringere gli Stati membri a dissuadere i difensori dei diritti umani dal rivolgersi al Consiglio di sicurezza.
Questo è ciò che è accaduto quando il Belgio, questa settimana, ha ceduto alle pressioni israeliane e ha effettivamente impedito a Brad Parker di documentare gravi abusi dei diritti dei bambini palestinesi nei confronti dell’organismo delle Nazioni Unite.
Parker, un avvocato americano che lavora con Defense for Children International Palestine, racconta ciò che è accaduto in un articolo che ha scritto per +972 Magazine.
A gennaio, Parker è stato invitato dal Belgio, che detiene attualmente la presidenza di turno del Consiglio di sicurezza, per informare i suoi membri sulle violazioni israeliane dei diritti dei bambini palestinesi nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza.
Parker “ha accettato volentieri”, dato che lo “spazio della società civile” alle Nazioni Unite per i gruppi palestinesi locali come quello che rappresenta “si sta riducendo da anni”.
I diplomatici israeliani si sono mobilitati tempestivamente per fare pressioni sul Belgio affinché annullasse l’invito e impedisse a Parker di testimoniare. Il ministero degli Esteri israeliano ha convocato due volte un diplomatico belga per richiedere formalmente che Parker fosse estromesso.
Poi è arrivata una campagna di diffamazione politica e mediatica che ha descritto Parker come un “radicale” e la sua organizzazione affiliata al terrorismo, un’accusa che i funzionari israeliani lanciano frequentemente contro i gruppi palestinesi per i diritti umani e il loro staff per minare il loro lavoro di patrocinio.
L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite ha persino scritto una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite descrivendo la Defense For Children international Palestina come “un braccio del Fronte popolare per la liberazione della Palestina al fine di diffondere il terrore diplomatico contro Israele”.
Pochi giorni prima della sua partecipazione programmata nella sessione del Consiglio di sicurezza del 24 febbraio, Parker ha ricevuto una telefonata per informarlo che l’evento è stato cambiato da riunione aperta a chiusa e che la sua presenza non era più necessaria.
Il Belgio ha evitato di apparire come se avesse ufficialmente annullato l’invito a Parker, comunicando nel contempo che la sua deposizione non sarebbe stata ascoltata.
UNA VITTORIA PER ISRAELE
È stata una vittoria per la campagna israeliana di diffamazione contro le organizzazioni palestinesi per i diritti umani che ne hanno contestato l’impunità. È stato un duro colpo contro gli sforzi per difendere i diritti dei bambini palestinesi.
Come racconta Parker, “non viene presentata alcuna prova su come il lavoro del DCIP, la nostra ricerca sul campo, la documentazione, i servizi legali e il patrocinio, sia in alcun modo coinvolto nel sostenere atti terroristici”.
Se gli fosse stato permesso di parlare, Parker afferma che avrebbe “spiegato in che modo i bambini palestinesi sono colpiti in modo sproporzionato da conflitti armati da parte delle forze israeliane”.
Avrebbe anche affermato che “il persistente fallimento del segretario generale delle Nazioni Unite nel ritenere responsabile Israele ha favorito l’impunità per tali gravi violazioni contro i bambini”.
Parker avrebbe chiesto che Israele fosse incluso nell’annuale “lista della vergogna” dei paesi che violano i diritti dei minori, redatta dal segretario generale.
Il segretario generale António Guterres, così come il suo predecessore Ban Ki-moon, hanno ceduto alla pressione israeliana e americana e omesso Israele da quella lista.
Il governo belga afferma che il Paese è determinato a dedicare il proprio tempo al Consiglio di sicurezza per “dare priorità alla protezione dei bambini nei conflitti armati”.
Lo stato afferma che il suo obiettivo è “promuovere il dialogo” e “attuare ciò che è stato deciso”.
Ma quella determinazione, a porre le vite dei bambini come priorità, svanisce quando si tratta di esporre e fermare gli abusi di Israele.
Trattamento di eccezione delle Nazioni Unite per Israele
Israele ha da tempo goduto di un’eccezione alle Nazioni Unite per le sue violazioni dei diritti, anche se Israele e i suoi sostenitori affermano abitualmente di essere stati accusati ingiustamente.
Quell’eccezione ha visto il ritardo inspiegabile, e lungo di anni, nel rilascio di un database di società coinvolte negli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata.
Il database, che il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite aveva il mandato di pubblicare entro marzo 2017, è stato rilasciato solo questo mese.
Nonostante il ritardo, il database omette ancora inspiegabilmente numerose compagnie complici delle violazioni di Israele.
Numerosi altri sforzi alle Nazioni Unite riguardanti Israele e i palestinesi non sono stati accolti con azioni significative.
Un anno fa, una commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite ha pubblicato le sue conclusioni sull’uso israeliano della forza letale contro le proteste di massa, a Gaza, soprannominata la Grande Marcia del Ritorno.
Più di 200 civili palestinesi, tra cui più di 40 bambini, sono stati uccisi durante queste manifestazioni da quando sono iniziate all’inizio del 2018. Altre migliaia sono rimaste ferite.
La commissione ha dichiarato che Israele potrebbe aver commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità usando una forza militare letale contro manifestanti disarmati. “Queste violazioni giustificano chiaramente indagini penali e azioni penali”, ha affermato il capo della commissione.
Il rapporto della Commissione esorta gli Stati membri delle Nazioni Unite a prendere in considerazione sanzioni, divieti di viaggio e congelamento dei beni sui responsabili di reati e ad arrestare o estradare “persone accusate di aver commesso, o di avere ordinato di commettere, crimini internazionali”.
Tuttavia, come ha affermato il gruppo palestinese per i diritti umani Al-Haq questa settimana, quella commissione d’inchiesta “è solo una di una lunga serie di meccanismi investigativi” avviati dalle Nazioni Unite “che devono ancora produrre risultati tangibili nel perseguimento della giustizia e della responsabilità“.
Nell’ultimo decennio ci sono state 10 commissioni d’inchiesta e di accertamento dei fatti riguardanti la Palestina, ma “nessuna raccomandazione è mai stata attuata”, ha aggiunto Al-Haq.
“Tuttavia, questo stesso numero di meccanismi è stato usato per criticare questo apparato come focalizzato in modo sproporzionato sulle pratiche israeliane, ignorando altre violazioni in tutto il mondo.”
E così continuano queste violazioni, e altri bambini palestinesi vengono uccisi, con i loro carnefici immuni dalle conseguenze.
Come afferma Parker, questa “mancanza di volontà politica” da parte di paesi terzi come il Belgio “assicura che l’impunità sistemica rimarrà la norma per i bambini palestinesi”.
Trad. Beniamino Benjio Rocchetto – Invictapalestina.org