La rimozione di alcuni ministri di destra dai loro posti chiave e la nomina di alcuni ministri di centrodestra più ragionevoli è il massimo che ci si può aspettare ora.
Di Gideon Levy – 29 Marzo 2020
Questa settimana si formerà quello che è apparentemente il governo più ragionevole per Israele, entro i limiti del possibile e del “ragionevole”. Delle due opzioni alternative, una continuazione della situazione di stallo e un’altra elezione, o l’adesione a un governo Netanyahu, Benny Gantz ha scelto coraggiosamente il male minore.
Il governo della speranza, di ebrei e arabi, o anche solo un governo di centrosinistra, non erano possibili. I continui scontri con il Primo Ministro Benjamin Netanyahu non porterebbero a niente di meglio. La rimozione di alcuni ministri di destra dai loro posti chiave e la nomina di alcuni ministri di centrodestra più ragionevoli è il massimo che ci si può aspettare ora. Qualsiasi altra alternativa sarebbe peggiore.
Mettiamo da parte le rumorose critiche sul tradimento, la resa e la catastrofe, se l’apocalisse sta arrivando, è a causa del coronavirus, non della coalizione. La pandemia ha bisogno di un governo funzionante per essere affrontata, non di intrighi politici, discorsi infuocati o proteste con le bandiere nere. Verrà il loro momento.
Ora è il momento di occuparsi dei malati. Quando si voleva normalizzare l’oppressione, quello era inaccettabile. Quando Israele spara, non si dovrebbe tacere nemmeno per un momento, in modo da fermare la strage. Ma quando Israele, insieme al mondo intero, sta combattendo una terribile pandemia, l’ignoto supera le certezze, tutto il resto deve essere messo da parte fino a quando non passerà la tempesta.
Il governo Netanyahu potrebbe non riuscire a gestire la situazione; certamente le circostanze potrebbero essere migliori, ma è dubbio che Gantz, o chiunque altro, possa fare di meglio. Gantz l’ha capito. I suoi partner politici lo stanno attaccando inutilmente. Tutte le altre questioni, i casi di corruzione, la democrazia, l’occupazione, sarebbero comunque passati in secondo piano. Ora è il momento di affrontare l’epidemia e nient’altro.
Oltre all’odio per Netanyahu, ci sono comunque alcune differenze tra Kahol Lavan e Likud. E così l’eroica lotta morale contro la formazione nel governo non è più nobile di quanto lo sia unirsi al governo. Nessuno ha presentato uno scenario migliore, oltre a continuare una campagna di critiche, che non porta a nulla. Le proteste sono altisonanti, ma sono vuote di argomenti, perseguono una sola causa che in questo momento non è rilevante.
Il modo in cui la Joint List è stata tradita è molto doloroso, il modo in cui Avigdor Lieberman è stato tradito è molto piacevole. Ma il tradimento, di Gantz, della promessa fatta in campagna elettorale, di non formare un governo assieme a Netanyahu non è un tradimento: nessuno aveva previsto l’emergenza pandemica.
Anche se tutti gli analisti prevedono, e probabilmente hanno ragione, che Netanyahu non onorerà l’accordo di alternanza, che Netanyahu schiaccerà Gantz, che Netanyahu sta tornando al potere, anche in questo caso dobbiamo ammettere che l’alternativa non era migliore.
La verità è che adesso nessuno può pensare agli intrighi politici. Nemmeno di combattere per questioni di principio, che altro non sono che odio personale, primordiale, giustificato o esagerato. Questo odio deve essere messo da parte. Non trova posto in questo frangente.
Siamo in guerra come mai prima d’ora: la prima guerra in assoluto senza averla scelta nella storia di Israele. Richiede nuove regole. Il campo anti-Netanyahu non è pronto ad accettarlo. Il centro-sinistra ha finalmente trovato un motivo per cui combattere, e combatterà contro Netanyahu fino all’ultima goccia di sangue. Gli ordini sono di non pronunciare nemmeno un accenno di approvazione su come Netanyahu gestirà la situazione.
Nessun articolo che abbia mai scritto contro il sionismo ha suscitato polemiche come quello che ho pubblicato domenica scorsa, in cui ho scritto: “il governo Netanyahu è la migliore opzione che c’è per ora, con l’accento su “c’è” e “per ora”. Gantz deve unirsi a lui, in particolare per limitare il danno. Ci incontreremo subito dopo la fine della pandemia, e forse sostituiremo il governo e un nuovo giorno sorgerà per Israele”.
Si sono aperte le porte dell’inferno. Non sull’occupazione e i suoi crimini, o le guerre e le ingiustizie, ma su Netanyahu. Ofra Ben-Artzi, cognata di Netanyahu, appartenente allo schieramento di sinistra e attivista anti-occupazione nel gruppo Machsom Watch, mi ha scritto: Oggi lei è stato smascherato, è un giornalista che funge da agente. Anche se non lo posso provare. La responsabilità è di chi ha obblighi segreti, nascosti (sotto forma di reddito?). Non di meno.
A lei che espone agenti pagati e ad altri, va ribadito: c’è un’epidemia di coronavirus. Abbiamo bisogno di un governo. Non esiste un governo diverso da quello guidato da Netanyahu. È positivo che Gantz ne faccia parte.
Trad: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org