“Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti fornisce 1 milione di mascherine all’IDF per proteggersi dal coronavirus”.
Ali Abunimah Media Watch – 8 aprile 2020
Un articolo del Jerusalem Post ha accreditato agli Stati Uniti la fornitura di un milione di mascherine per l’esercito israeliano, notizia apparsa prima che l’articolo fosse cambiato omettendo la menzione del ruolo americano.
Un articolo apparso martedì su The Jerusalem Post ha suscitato grande indignazione online.
Il titolo recitava: “Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti fornisce 1 milione di mascherine all’IDF per proteggersi dal coronavirus”.
“Un aereo che trasportava oltre un milione di mascherine chirurgiche per l’IDF è atterrato all’aeroporto Ben Gurion martedì notte, in un’operazione gestita dalla Delegation of Procurement del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti”, recitava la frase di apertura.
Sono stata una delle tante persone che hanno evidenziato la notizia su Twitter:
While American health workers beg for PPE, Trump just shipped a million masks to the Israeli army. https://t.co/2sVFLMteo9
— Ali Abunimah (@AliAbunimah) 8 aprile 2020
È stato anche riferito da Tsahi Dabush, un giornalista della radio dell’esercito israeliano, che un milione di mascherine sono state trasportate dagli Stati Uniti in Israele per essere utilizzate dai soldati.
Israeli military radio reports that 1,000,000 face masks were sent from the U.S. to Israel, to be used by the Israeli army during the Covid19 epidemic.
NY healtchare workers? Nah. that's for the state to buy. https://t.co/2L73oKwQk5
— Dena Shunra (@ShunraCat) 7 aprile 2020
Ma è forse stato un malinteso?
Poche ore dopo, The Jerusalem Post ha apportato significative modifiche alla notizia.
Il titolo ora recita: “Israele importa 1 milione di mascherine dalla Cina per i soldati dell’IDF”.
Nell’articolo non si fa più alcuna menzione al Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti, tranne che in una didascalia fotografica che ancora afferma: “Il Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti consegna un milione di mascherine chirurgiche che verranno utilizzate dall’IDF”.
L’articolo è vago sul luogo esatto da cui sono state fatte arrivare le mascherine, ma si riferisce che sono state “procurate” in Cina.
Non vi è alcuna spiegazione del perché la notizia sia stata modificata, ma avrebbe potuto essere cambiata per distogliere l’attenzione da qualsiasi ruolo ricoperto dagli Stati Uniti nelle forniture sanitarie a causa dell’indignazione per l’incapacità del governo americano di garantire adeguate forniture mediche a casa propria. O la notizia avrebbe potuto semplicemente essere sbagliata.
Mentre gli operatori sanitari statunitensi rischiano la vita senza adeguati dispositivi di protezione nel cercare di salvare i pazienti con COVID-19 e agli americani viene chiesto di farsi mascherine con sciarpe, filtri per caffè e vecchie magliette, perché gli Stati Uniti dovrebbero inviare preziose forniture sanitarie all’esercito israeliano?
È possibile che mentre negli Stati Uniti medici e infermieri chiedono dispositivi di protezione, le forze di occupazione israeliane saranno protette mentre continuano ad attaccare i palestinesi?
Qualsiasi ruolo degli Stati Uniti nel fornire le mascherine a Israele sarebbe tanto più notevole considerando che gli Stati Uniti hanno bloccato l’esportazione di equipaggiamenti protettivi in altri Paesi, incluso il Canada.
Una cosa da sottolineare è che le mascherine che compaiono nella foto pubblicata da The Jerusalem Post sembrano mascherine chirurgiche, piuttosto che i dispositivi N95 che si dice siano più efficaci nel filtrare il coronavirus che causa COVID-19.
Tuttavia, i Centri statunitensi per il controllo delle malattie specificano che sia le maschere chirurgiche che i dispositivi N95 sono “forniture essenziali che devono continuare a essere riservate agli operatori sanitari e ad altri primi soccorritori medici”.
In effetti, e di fronte alla carenza di materiale , il CDC sta dicendo agli operatori sanitari in prima linea di indossare mascherine chirurgiche, preservando i dispositivi N95 per le situazioni più rischiose.
Entrambe le versioni originali dell’articolo del Jerusalem Post menzionano il ruolo della “divisione acquisti e logistica di New York” nell’ottenere le mascherine.
Questo sembra essere un riferimento all’ufficio del Ministero della Difesa israeliano a New York City.
Dabush della radio dell’esercito israeliano ha anche twittato che “il credito va all’ufficio acquisti del ministero della difesa negli Stati Uniti”.
Il riferimento dell’articolo originale al “Delegation of Procurement” del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sembra una traduzione errata del Jerusalem Post del nome di questo ufficio israeliano.
Tuttavia, la missione di questo ufficio è specificamente quella di acquistare forniture per l’esercito israeliano da venditori statunitensi, usando aiuti militari statunitensi.
Può darsi che il Jerusalem Post abbia diffuso un comunicato stampa ufficiale affermando che l’ufficio israeliano per gli appalti a New York ha ottenuto le maschere dalla Cina e le ha portate in Israele.
Ma in tal caso dovrebbero fare una correzione chiara e specifica, piuttosto che cambiare un articolo senza dare spiegazioni.
Deleted this tweet because it appears that @Jerusalem_Post mistranslated the Hebrew release. It’s not the U.S. Department of Defense but rather the Israeli Ministry of Defense’s procurement mission in the United States who purchased the masks from China and shipped them to Israel pic.twitter.com/W6PUVpEhnu
— Jamil Dakwar (@jdakwar) 8 aprile 2020
Ecco l’articolo originale in ebraico ( basata sulla versione del Ministero della Difesa israeliana) che apparentemente era stato tradotta male:
https://www.mivzaklive.co.il/archives/337831
Storia del JPost (inglese) corretta senza spiegazioni:
Ali Abunimah è Co-fondatore di The Electronic Intifada e autore del libro “The Battle for Justice in Palestine” edito da Haymarket Books.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo contro ogni schiavitù” –Invictapalestina.org