Questo Ramadan, fate la scelta giusta e non comprate datteri da aziende che sfruttano la terra e il lavoro palestinesi.
Fonte : English version
di Taher Herzallah e Tarek Khaill -24 aprile 2020
Immagine di copertina: Lavoratori guidano un trattore in una piantagione di datteri vicino all’insediamento israeliano di Naama nella Cisgiordania occupata – 11 settembre 2019 [File: Ronen Zvulun / Reuters]
Durante gli anni ’30 Ben-Zion,un colono sionista fondatore del kibbutz Kinneret, viaggiò in Medio Oriente per raccogliere talee di palme. In molti casi, dovette esportarle clandestinamente dai Paesi che visitò- Iraq, Persia, Egitto – poiché erano considerate un tesoro nazionale e ne era vietata l’esportazione.
Quelle talee contrabbandate contribuirono a creare grandi piantagioni nei territori israeliani. I palmeti furono piantati dal Mar Rosso a sud, lungo il Mar Morto e fino al Mare di Galilea a nord, estensione che dette all’industria israeliana dei datteri il soprannome di “industria dei tre mari”. Quando Israele occupò la Cisgiordania palestinese nel 1967, stabilì piantagioni di datteri anche nei suoi insediamenti illegali in quella parte della Valle del Giordano.
Secondo i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, nel 2017 Israele ha prodotto 136.956 tonnellate di datteri per un valore di esportazione di $ 181,2 milioni.
Questo settore si avvale di un lavoro particolarmente sfruttato e molte delle sue operazioni avvengono in insediamenti illegali, quindi i suoi prodotti devono essere boicottati. Circa il 40 percento dei datteri israeliani oggi è coltivato in insediamenti illegali. A causa del lavoro estenuante richiesto nella raccolta dei datteri, i coloni israeliani utilizzano lavoratori palestinesi a basso costo per affidare loro il lavoro più faticoso. E’ risaputo che i contadini israeliani impiegano anche bambini palestinesi.
La raccolta dei datteri nella Valle del Giordano è un’attività pericolosa. I lavoratori devono salire alte scale e lavorare lassù per ore. Sono esposti a temperature elevate, che li mettono a rischio di colpi di calore e quando si feriscono spesso non ricevono assistenza sanitaria o compensazione. I lavoratori, compresi i bambini, sono costretti a lavorare per lunghe ore e adempiere alle quote prima di poter tornare a casa.
Gli insediamenti israeliani, che sono illegali ai sensi del diritto internazionale, non solo coltivano queste piantagioni di palme su terreni rubati sfruttando il lavoro dei palestinesi, ma utilizzano anche le risorse idriche dai villaggi palestinesi, lasciandoli a lottare per ottenere acqua da bere e da irrigare. A causa dell’occupazione militare, la nativa industria dei datteri palestinese ha difficoltà a competere con i datteri israeliani che inondano i mercati locali e internazionali.
Ci sono cinque principali compagnie israeliane che esportano negli Stati Uniti e in Europa: Hadiklaim e i suoi marchi Jordan River e King Solomon, Mehadrin, Galilee Export, Carmel Agrexco e Agrifood Marketing con il suo marchio Star Dates.
Hadiklaim, Mehandrin e Carmel Agrexco operano tutte negli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Hadiklaim e Carmel Agrexco sono state accusate di utilizzare il lavoro minorile e di pagare i lavoratori palestinesi meno del salario minimo.
È importante notare che se acquistate datteri Medjool (Medjoul) in Europa o negli Stati Uniti, ci sono buone probabilità che siano cresciuti in un insediamento o in Israele. A meno che non provengano da fonti palestinesi di fiducia come Zaytoun o Yaffa, potreste stare consumando datteri che contribuiscono all’oppressione del popolo palestinese. Anche i datteri californiani , come Orchid Dates e Best Fresh Produce, offrono una buona alternativa .
Durante il Ramadan del 2012 l’American Muslims for Palestine (AMP) avviò il primo boicottaggio nazionale di datteri prodotti negli insediamenti. In collaborazione con le sezioni di New York, New Jersey, Detroit, Minnesota, Chicago e Sacramento, nonché con i partner di Washington , DC e Filadelfia, AMP rispose all’appello del BDS del 2005 esortando i proprietari di negozi di alimentari a rimuovere i datteri israeliane dai loro scaffali.
Da allora, decine di migliaia di volantini e opuscoli sono stati distribuiti a negozi, moschee e comunità a livello nazionale. I consumatori hanno risposto alla chiamata e il boicottaggio sta funzionando.
Secondo i dati del Servizio di Ricerca Economica forniti dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, dal 2015 le esportazioni israeliane di datteri negli Stati Uniti sono diminuite in modo significativo. Mentre nel 2015-2016 entrarono nel mercato statunitense 10,7 milioni di chilogrammi di datteri israeliani, nel 2017-2018 solo 3,1 milioni di chilogrammi sono entrati nel mercato statunitense. Il boicottaggio sta funzionando e sta avendo un effetto dannoso sull’industria dei datteri israeliana.
Questo Ramadan, fate la scelta giusta e boicottate i datteri che sfruttano la terra e il lavoro palestinesi e contribuiscono all’oppressione del popolo palestinese.
Le opinioni espresse in questo articolo sono degli autori e non riflettono necessariamente la posizione editoriale di Al Jazeera.
Taher Herzallah è direttore associato di Outreach e Grassroots Organizing for the American Muslims for Palestine.
Tarek Khaill è avvocato, docente e attivista.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” –Invictapalestina.org