UN Women avverte: in Palestina il COVID-19 rischia di creare ed esacerbare le vulnerabilità delle donne e le disuguaglianze di genere.

Se in Palestina la questione di genere non verrà integrata negli sforzi nazionali e istituzionali per combattere COVID-19, l’impatto socioeconomico della pandemia aggraverà le disuguaglianze di genere e le vulnerabilità delle donne.

Fonte: English version

Gerusalemme / PNN  – 6 maggio 2020

Secondo una nuova analisi di genere condotta da UN Women (Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne ndt)  se in Palestina la questione di genere non verrà integrata negli sforzi nazionali e istituzionali per combattere COVID-19, l’impatto socioeconomico della pandemia aggraverà le disuguaglianze di genere e le vulnerabilità delle donne.

Ad oggi, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ci sono 538 casi confermati di COVID-19 in Cisgiordania (compresa Gerusalemme est) e nella Striscia di Gaza,. Il 5 marzo è stato annunciato lo stato di emergenza ed è stato imposto il lockdown in tutto il territorio palestinese. Questo in un momento in cui la capacità di risposta all‘emergenza è significativamente ridotta dall’occupazione israeliana, dai conflitti intra-palestinesi e da una terribile situazione economica.

Per aumentare la comprensione dell’impatto specifico di genere di COVID-19 e garantire che nei piani di risposta i bisogni e le priorità di tutti i palestinesi siano affrontati in modo equo ed efficace, UN Women ha condotto una rapida analisi di genere. Sulla base  di una raccolta preliminare di dati e sondaggi che UN Women ha  realizzato incontrandosi con oltre 30 organizzazioni guidate da donne e con rappresentanti donne in Cisgiordania e Gaza, il rapporto avverte che la pandemia  colpirebbe in modo sproporzionato le donne, creando ed esacerbando i  preesistenti rischi e le specifiche vulnerabilità di genere e allargando inoltre le disparità.

In Palestina le donne rappresentano quasi il 60% dei lavoratori nel settore dell’assistenza e il 70% degli operatori sanitari in prima linea, rendendole più esposte al virus. Tuttavia, gli uomini godono di livelli molto più alti di partecipazione politica e comunitaria nella lotta contro COVID-19. Ad esempio, il 52% degli uomini ha dichiarato di essersi offerto volontario nella propria comunità, rispetto al 24% delle donne. Questo rende le voci delle donne palestinesi su come rispondere alla pandemia  in gran parte sconosciute.

“Non dobbiamo dimenticare che la pandemia COVID-19 colpisce donne, ragazze, uomini e ragazzi in modo diverso, e questo importante rapporto mette in evidenza le diverse esigenze derivanti da questa emergenza”. Ha dichiarato Jamie McGoldrick, coordinatore delle Nazioni Unite per i Territori Occupati.

Con una disoccupazione già molto elevata, ancora di più per le donne, l’attuale lockdown  può aggravare l’insicurezza economica. Lo studio ha rilevato che il blocco e la chiusura delle scuole ha aumentato l’onere del lavoro di assistenza non retribuito per donne e ragazze. Ciò è particolarmente stressante per le donne alle quali è stato chiesto di lavorare da casa, ma che debbono anche prendersi cura dei bambini e delle faccende domestiche. Secondo un sondaggio di AWRAD, i cui risultati  hanno contribuito all’analisi di genere, le donne sono più preoccupate degli uomini per l’aumento del carico familiare (rispettivamente il 62 e il 46%). Il 68% delle donne ha affermato che il lavoro domestico è aumentato rispetto, al 44% per cento degli uomini. Inoltre, quando entrambi lavorano da casa, il lavoro degli uomini è di solito prioritario rispetto a quello delle donne.

In effetti, si prevede che la crisi avrà un grave impatto  sui mezzi di sostentamento delle donne, in particolare su quelle che lavorano nel settore informale senza godere di alcuna garanzia contrattuale. Secondo l’indagine di cui sopra, il 76% delle donne ha riferito che le loro famiglie hanno perso il proprio reddito, rispetto al 65% degli uomini. Secondo un sondaggio lampo delle Nazioni Unite sull’impatto della crisi sulle imprese femminili, il 95% delle donne titolari di micro, piccole e medie imprese ha affermato che il loro lavoro è già stato influenzato negativamente da COVID-19. Inoltre, quasi il 25% delle donne nel settore privato lavora senza contratto di lavoro o protezione salariale.

Anche la violenza domestica e di genere (GBV: gender based violence) contro le donne è peggiorata da quando sono state messe in atto le misure di blocco. Le organizzazioni femminili stanno segnalando un aumento dell’incidenza di GBV. La sola Palestinian Working Women Society ha riferito di oltre 510 chiamate GBV nell’arco di meno di due settimane. Allo stesso modo, SAWA, un’altra organizzazione femminile, ha riportato un aumento del 10% delle chiamate e tre casi di tentativi di suicidio. Allo stesso tempo, le restrizioni ai movimenti e ai servizi impediscono alle donne e alle ragazze di accedere a servizi essenziali, tra cui salute, protezione, sicurezza e giustizia. Le restrizioni di movimento rischiano anche di normalizzare la concezione patriarcale prevalente secondo cui “il posto delle donne è a casa”. Inoltre, la disparità di accesso delle donne alle informazioni e alla connettività potrebbe renderle più vulnerabili agli impatti negativi della quarantena.

“Il modo in cui rispondiamo a COVID-19 avrà conseguenze per donne, uomini, ragazzi e ragazze in Palestina.” Ha detto Maryse Guimond, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per i Territori Occupati. “L’unico modo per supportarli efficacemente è garantire che la risposta tenga conto del loro genere, età e vulnerabilità”.

Per mitigare l’impatto negativo della pandemia su tutti i palestinesi, impedire che indebolisca ulteriormente le donne e peggiori le disparità di genere, il governo palestinese, i partner internazionali e gli attori umanitari dovrebbero:

– Raccogliere dati e analisi disaggregati per sesso ed età per valutare e indirizzare la pianificazione e la risposta alla pandemia.

– Garantire che le azioni umanitarie siano sensibili al genere e si indirizzino allo stesso modo alle esigenze di donne, ragazze, ragazzi e uomini.

– Aumentare attivamente la rappresentanza e la partecipazione delle donne nel processo decisionale a tutti i livelli e nella pianificazione della risposta alla pandemia.

– Includere le donne vulnerabili e le famiglie prese in carico da donne, nonché le sopravvissute al GBV, nei piani di  aiuto economico, compresi i programmi di  prestiti agevolati e il sostegno alle piccole imprese gestite da donne.

– Migliorare la protezione e la responsabilizzazione  rispetto al GBV e fornire ripari sicuri per le donne sopravvissute al GBV, oltre che implementare meccanismi alternativi di supporto psico-sociale durante il blocco.

– Incoraggiare e promuovere ufficialmente il ruolo degli uomini a casa e nella cura dei figli, nonché  diffondere pratiche che mostrino ruoli equi e non stereotipati per i caregivers femminili e maschili.

– Affrontare lo stigma di COVID-19, in particolare  per le donne, attraverso campagne di sensibilizzazione e informazione per evitare il rifiuto sociale e incoraggiare la vicinanza e il sostegno ai sopravvissuti.

 

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” -Invictapalestina.org

 

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