58 organizzazioni e partiti norvegesi chiedono un’azione per porre fine all’assedio di Gaza  

L’assedio, che limita la libera circolazione via terra, mare e aria, è una chiara violazione dei diritti umani e, come più volte dichiarato dall’ONU, una chiara violazione degli impegni di Israele nel diritto internazionale.

 

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P.I.C. – 9 Maggio 2020

OSLO – 58 organizzazioni e partiti politici norvegesi hanno chiesto al ministero degli Esteri del loro paese di esercitare pressioni su Israele per porre fine al blocco militare in particolare sulla Striscia di Gaza. I rappresentanti delle organizzazioni si sono riuniti presso il ministero degli Affari esteri a Oslo per consegnare una lettera con la richiesta al ministro degli Esteri Ine Eriksen Soreide.

“In risposta alla pandemia globale, i governi di tutto il mondo stanno implementando misure di emergenza per proteggere la salute dei loro cittadini e stabilizzare le loro economie. Per le persone in Cisgiordania, a Gerusalemme est e a Gaza, l’epidemia di Covid-19 ha implicazioni economiche e umanitarie critiche”, si legge nella lettera.

“In quanto popolazione sotto occupazione e assedio, i palestinesi sono una comunità ad alto rischio, sia a causa della pandemia che della misura sproporzionata della potenza occupante”.

“Israele ha confermato il primo caso di Covid-19 il 21 febbraio. A seguito di ciò, le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie hanno riferito che le autorità israeliane hanno demolito 69 edifici in Cisgiordania e Gerusalemme est. Tra le infrastrutture demolite c’erano sette strutture idriche, igieniche e sanitarie. Un terzo degli edifici danneggiati o confiscati sono stati finanziati con aiuti internazionali ai palestinesi”.

“L’organismo delle Nazioni Unite OCHA riferisce anche un aumento degli attacchi da parte dei coloni israeliani e episodi di uso sproporzionato della violenza da parte dei soldati israeliani. Questo sta accadendo nello stesso momento in cui il governo di Israele intende annettere vaste aree della Cisgiordania. Si tratta di misure politiche serie, che violano il diritto internazionale umanitario e aumentano la vulnerabilità dei palestinesi”.

“Le aree sovraffollate e i campi di rifugiati in Cisgiordania e Gaza sono particolarmente vulnerabili alla pandemia. Per i due milioni di persone che vivono a Gaza, la situazione è catastrofica. 13 anni di assedio e le aggressioni militari nel 2009, 2012 e 2014 hanno reso Gaza inabitabile. In un’area delle dimensioni del comune di Hamar (città norvegese), i palestinesi a Gaza vivono con un settore sanitario pubblico fatiscente, estrema povertà, alti livelli di disoccupazione, infrastrutture disfunzionali, dipendenza dagli aiuti e terribili condizioni di vita per bambini e giovani”.

“In queste circostanze critiche, è impossibile per il settore sanitario palestinese gestire la pandemia. L’assistenza sanitaria a Gaza si trovava sull’orlo del collasso ancor prima che ricevessero i primi pazienti Covid-19 e da molti anni lotta per soddisfare le esigenze della popolazione a causa della grave mancanza di medicine, attrezzature e formazione. Le restrizioni imposte dall’assedio israeliano impediscono seriamente l’importazione di beni, il commercio e l’attività economica, nonché un accesso stabile all’elettricità e al carburante”.

“L’assedio, che limita la libera circolazione via terra, mare e aria, è una chiara violazione dei diritti umani e, come più volte dichiarato dall’ONU, una chiara violazione degli impegni di Israele nel diritto internazionale. Vogliamo sottolineare l’importanza di garantire che la comunità internazionale abbia accesso alle informazioni necessarie su ciò che sta accadendo in Palestina e sulle conseguenze dell’assedio su Gaza”.

“Il nostro governo ha parlato della centralità dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto nella politica estera norvegese. Da questo segue il dovere di agire. La Norvegia ha una chiara responsabilità come presidente del comitato di collegamento preposto (AHLC) per la Palestina dal 1993. Noi, i firmatari di seguito, crediamo che la fine dell’assedio sia attesa da tempo”.

“Esortiamo il ministro degli affari esteri a prendere un’iniziativa presso le Nazioni Unite e in altri organismi internazionali al fine di fermare la punizione collettiva dei palestinesi, un’azione che, secondo le Convenzioni di Ginevra del 1949, è considerata un crimine di guerra”, conclude la lettera.

L’iniziativa di fare un tale appello al ministero degli esteri norvegese è venuta dal Norwegian People’s Aid, dal sindacato, dal Defense of International Law e da Ships to Gaza Norway, che è stato anche sostenuto da altre organizzazioni e alcuni partiti politici.

La Striscia di Gaza fu occupata dallo stato israeliano nel 1967 e oggi contiene oltre due milioni di palestinesi. Israele si è ritirato nel 2005, ma ha imposto un rigido blocco dopo che il movimento di Hamas ha vinto le elezioni nei territori palestinesi l’anno successivo. Da allora Israele ha effettuato tre importanti offensive militari come ritorsione contro l’enclave costiera impoverita.

Trad: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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