I checkpoint israeliani sono diventati trappole mortali in cui per il minimo errore o anche per un semplice sospetto i palestinesi vengono immediatamente condannati a morte.
Fonte: English version
The Palestine Project – 26 giugno 2020
Ginevra, (WAFA) – “L’omicidio di Ahmad Erekat martedì scorso da parte della polizia israeliana non è che l’ultimo esempio di sistematiche esecuzioni extragiudiziali di palestinesi” ha dichiarato oggi in una nota Euro-Med Monitor Euro-Mediterraneo (Euro-Med). L’incidente mostra come i posti di blocco israeliani che dividono la Cisgiordania occupata in cantoni segregati sono diventati trappole mortali per i palestinesi, in quanto il semplice sospetto può portare a uccisioni immediate.
Martedì scorso, la polizia israeliana ha annunciato la morte di Ahmad Erekat, 27 anni, sostenendo che avrebbe presumibilmente speronato con la sua auto il “checkpoint container” israeliano di Abu Dis, spingendo i soldati a colpirlo con diversi colpi letali. Secondo la dichiarazione della polizia, un soldato israeliano è stato leggermente ferito dall’auto di Erekat e dimesso da un ospedale di Gerusalemme il giorno seguente.
La famiglia di Erekat contesta il resoconto della polizia israeliana e sostiene che o aveva perso il controllo della macchina, o aveva avuto un incidente. La famiglia ha fornito prove del fatto che il matrimonio della sorella di Erekat era programmato lo stesso giorno dell’incidente e che quando gli hanno sparato Erekat stava andando a Betlemme a prendere sua madre e sua sorella da un salone di bellezza. La famiglia ha anche dichiarato che Erekat aveva noleggiato la macchina poche ore prima dell’incidente il che, hanno sostenuto, solleva la possibilità di un malfunzionamento o un di errore di guida.
Il motivo decisivo dell’incidente automobilistico tuttavia rimane poco chiaro in quanto la polizia israeliana è stata pronta a saltare alle conclusioni, senza avviare un’indagine ufficiale sulle circostanze che hanno portato alla morte di Erekat, compreso l’esame del veicolo che stava guidando.
Invece, la polizia israeliana si è dimostrata molto efficiente nel rilasciare un filmato di 12 secondi in cui si vede il veicolo di Erekat che devia dalla strada e ferisce leggermente un soldato. Erekat viene quindi visto mentre tenta di correre nella direzione opposta dei soldati, prima che questi gli sparino ripetutamente finché non cade a terra.
“Troviamo che il resoconto della polizia israeliana sul motivo per cui hanno sparato a Erekat contenga diversi aspetti auto incriminanti, che richiedono un’indagine completa”, ha affermato Euro-Med.
In primo luogo, nel filmato rilasciato si vede Erekat aprire la portiera dell’auto subito dopo l’incidente e tentare di scappare nella direzione opposta dei soldati fino a che questi gli sparano diverse volte alla schiena. Ciò contraddice chiaramente il resoconto del portavoce della polizia israeliana, Micky Rosenfeld, che aveva dichiarato che Erekat “è sceso dall’auto e si è avvicinato agli ufficiali che hanno risposto sparando”.
Anche nello scenario peggiore di un atto intenzionale, i soldati israeliani che hanno sparato a questo civile disarmato mentre cercava di correre nella direzione opposta hanno violato le regole di ingaggio dello stesso Israele, che prevedono l’uso della forza letale solo e rigorosamente quando necessario per respingere un minaccia diretta alla vita, ha spiegato Euro-Med.
I soldati israeliani avrebbero potuto facilmente arrestare Erekat, interrogarlo sull’accaduto e agire di conseguenza, ha aggiunto. Invece, i soldati gli hanno sparato subito come misura precauzionale. Ciò richiede un’indagine ufficiale sulla violazione delle stesse regole di ingaggio di Israele; tuttavia, la polizia israeliana non ha annunciato di avere questa intenzione, che renderebbe i soldati responsabili.
“È allarmante che per i soldati israeliani usare la violenza letale sia la prima risorsa contro i palestinesi”, ha affermato Ramy Abdu, presidente di Euro-Med Monitor. “Stiamo parlando di un apparato in cui i soldati determinano in pochi secondi la colpa dei civili palestinesi ed eseguono letalmente il giudizio”.
In secondo luogo, dopo che Erekat è stato colpito, i soldati hanno rifiutato di prestargli soccorso e hanno bloccato ulteriormente l’area per impedire l’accesso ai sanitari. Ciò ha fatto sì che sanguinasse a morte per più di un’ora davanti agli altri palestinesi fermi al checkpoint.
Questo equivale all’esecuzione extragiudiziale di un palestinese disarmato che non rappresentava alcun pericolo per i soldati né prima, né dopo la sparatoria, ha affermato Euro-Med.
Terzo, dopo la sua morte, Israele ha preso il corpo di Erekat e continua a trattenerlo insieme a corpi di altri palestinesi per utilizzarli come leva economica e di scambio; una pratica vietata dal diritto internazionale umanitario, ma che l’Alta Corte di Israele ha approvato nel 2019. Il padre di Erekat ha detto che al momento il suo principale desiderio è quello di dare a suo figlio una sepoltura adeguata.
In quarto luogo, la polizia israeliana non ha voluto concedere a Erekat il beneficio del dubbio, nonostante ci siano validi indizi che avvallano altre spiegazioni oltre a un attacco con l’auto. Ad esempio, non si vede il veicolo di Erekat accelerare verso i soldati, ben protetti dietro barriere di cemento. Anzi, nel filmato lo si vede fermo, prima di iniziare a muoversi lentamente e poi virare verso il checkpoint, ha aggiunto Euro-Med.
Alla luce dei i punti sopra riportati, Euro-Med Monitor ha dichiarato di trovare il caso di Erekat come esempio di un modello più ampio di sistematiche uccisioni extragiudiziali israeliane di palestinesi nei territori occupati, uccisioni praticate nella totale impunità.
Nel 2016, ha affermato Euro-Med, Israele ha giustiziato extra giudizialmente 95 civili palestinesi di cui 36 bambini. Tutti gli omicidi sono stati sistematicamente condotti con lo stesso pretesto che la vittima era impegnata in un presunto tentativo di accoltellamento o in un attacco con l’auto contro i soldati israeliani, nonostante la documentata assenza di mezzi per eseguire tali attacchi.
Nel 2016, il team di Euro-Med Monitor ha prodotto un rapporto intitolato ” Riprese dalla telecamera: le uccisioni extragiudiziali di Israele”, in cui documenta molteplici casi di come i pretesti addotti da Israele nell’uccisione di palestinesi non avessero alcun fondamento .
I checkpoint israeliani – che violano palesemente la libertà di movimento dei palestinesi e riducono la Cisgiordania in cantoni – sono diventati trappole mortali in cui per il minimo errore o anche per un semplice sospetto i palestinesi vengono immediatamente condannati a morte, ha dichiarato Euro-Med.
E’ stata quindi chiesta un’immediata indagine indipendente sull’omicidio di Erekat, compreso un esame completo del suo veicolo e l’interrogatorio dei soldati coinvolti nella sua morte. E’ stato inoltre chiesto con urgenza il rilascio immediato del corpo di Erekat e dei corpi degli altri palestinesi trattenuti da Israele, così come lo smantellamento dei check point e delle barriere tra le comunità palestinesi, garantendone la piena libertà di movimento.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” –Invictapalestina.org