Senatori cileni chiedono che venga limitata l’importazione di prodotti provenienti da insediamenti israeliani in territori occupati.

Il silenzio è complice, ha affermato un senatore cileno durante il dibattito, chiedendo che il Cile diventi un attore rilevante nella protesta internazionale contro le azioni illegali di Israele.

Fonte versione spagnola

Copertina – Pintura: Sliman Mansour (Palestina), Revolution Was the Beginning [La revolución fue el comienzo], 2016.

By on 2 julio, 2020

In forma unanime e assolutamente trasversale, senatori cileni votarono il 2 luglio a favore di una risoluzione che chiede al Presidente Sebastian Piñera di mettere in atto sanzioni concrete contro il governo di Israele, di fronte al tentativo di annessione di territori palestinesi in Cisgiordania, tra le quali si evidenzia quella di “proibire l’entrata in Cile di prodotti provenienti dalle colonie israeliane nei territori palestinesi occupati”

A capo dell’iniziativa il senatore UDI, Iván Moreira, presidente del Comité de Amistad Chileno-Palestino del Senato cileno, appoggiato da altri senatori di differenti partiti, esigendo al Governo cileno di rispettare i trattati firmati in precedenza, in particolare il fatto che “Il Cile ha riconosciuto lo stato palestinese come uno stato libero, indipendente e sovrano”.  Tra i senatori firmatari Isabel Allende Bussi, terza figlia dell’ex presidente cileno Salvador Allende, anche lei del Partito Socialista cileno.

 

Si ricorda inoltre che questo nuovo tentativo di annessione colpisce anche migliaia di cittadini cileni, che possiedono terre nelle valli del Cremisan e Al Makhrour, entrambi in Beit Jala, il luogo da cui proviene la maggior parte del popolo cileno di origine palestinese.

L’attuale Commissario ONU per i Diritti Umani, la ex presidente cilena Michelle Bachelet, ha qualificato questa annessione come “illegale e basta”.

I firmatari sollecitano ancora il Presidente cileno perché vengano date indicazioni precise al Ministro degli esteri cileno affinchè qualsiasi accordo tra Cile e Israele faccia riferimento alle frontiere del 1967, in virtù della risoluzione 67/19 dell’Assemblea Generale della ONU, che riconosce lo stato palestinese con la frontiera stabilita nel 1967, con Gerusalemme Orientale come capitale.

Con riferimento alla richiesta di proibire l’entrata nel territorio cileno di prodotti provenienti dai territori occupati, si sollecita anche l’esclusione di compagnie implicate in violazioni di diritti umani da licenze in Cile.

Il silenzio è complice, ha affermato un senatore cileno durante il dibattito, chiedendo che il Cile diventi un attore rilevante nella protesta internazionale contro le azioni illegali di Israele.

Questa risoluzione presentata al Senato, è stata sostenuta da un gruppo di 24 figure pubbliche del paese che, attraverso un video, hanno lanciato un appello affinchè non si realizzi questa nuova annessione israeliana, che hanno definito come uno degli abusi più grandi degli ultimi tempi. Sono attori, scrittori, intellettuali e musicisti cileni, tra cui Benjamín Vicuña, Catalina Saavedra, Faride Zerán e Aldo Schiappacasse.

 

 

Questa nota è la traduzione, realizzata da Maria Teresa Messidoro,  dell’articolo apparso sulla rivista digitale Resumen Latinoamericano, il 2 luglio 2020

 

 

Prima pubblicazione: www.elmostrador.cl

 

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