Le riprese video pubblicate dall’OLP mostrano le forze israeliane che nel cuore della notte prelevano il manufatto di epoca bizantina dalla città della Cisgiordania.
Fonte: English Version
Mee staff – 20 luglio 2020
Immagine di copertina: vista della Chiesa della Natività nel giugno 2012, una settimana dopo che l’Unesco aveva concesso all’antica chiesa lo status di patrimonio mondiale (foto AFP / File)
I palestinesi accusano Israele di un “abominevole atto di delinquenza e di appropriazione culturale” dopo che una reliquia cristiana vecchia di 1500 anni è stata “rubata” dalle forze israeliane lunedì scorso.
Le riprese video pubblicate online dal Department of Public Diplomacy and Policy dell’OLP mostrano le forze israeliane scortare un grosso camion con pianale vicino alla città di Tuqu, nel distretto di Betlemme nella Cisgiordania occupata.
Il raro manufatto, che risale al periodo bizantino, veniva usato come fonte battesimale ed è uno delle tre reliquie del genere presenti in Palestina.
Gli altri due includono un fonte battesimale recentemente scoperto nella Chiesa della Natività a Betlemme e un altro appartenente a una chiesa di Beit Jibrin, antica città palestinese caduta in rovina a seguito dell’invasione israeliana del 1948.
Typical. #Israel steals our land & resources, plunders our archeological/historical sites, appropriates our cultural heritage& seeks to eradicate all evidence of our identity & continuity in our ancestral homeland–a settler-colonial attempt at erasing evidence of the indigenous. https://t.co/hGEpDx5rwe
— Hanan Ashrawi (@DrHananAshrawi) 20 luglio 2020
“Guardate! Ieri sera le forze di occupazione israeliane hanno rubato dalla città di Betlemme un antico fonte battesimale risalente al VI secolo “, ha detto l’ufficio, condividendo un video girato da un fotoreporter locale.
Hanan Ashrawi, membro del comitato esecutivo dell’OLP, ha definito la mossa “un abominevole atto di delinquenza e di appropriazione culturale” e ha invitato l’Unesco e il suo direttore generale Audrey Azoulay “a esprimersi per proteggere l’eredità palestinese”.
“Un segno distintivo del sistema israeliano di occupazione e di oppressione coloniale sono stati i suoi sdegnosi tentativi di cancellare la presenza, la cultura e il patrimonio palestinesi, tra cui l’appropriazione illegale e il furto di siti e di manufatti del patrimonio archeologico “, ha affermato in una nota.
In un articolo , il Jerusalem Post ha contestato il fatto, sostenendo che il fonte battesimale non è stato rubato ma è in realtà tornato al suo sito originale.
Secondo il Post, la reliquia fu originariamente rubata 20 anni fa dal sito di Khirbet Tuqu da “rivenditori non autorizzati che utilizzarono un enorme carrello elevatore”. Nel 2002 la reliquia fu recuperata e collocata vicino alla casa del sindaco di Tuqu, in attesa della costruzione di un museo locale.
“Accolgo con favore il ritorno del fonte battesimale, tesoro culturale e storico del periodo bizantino”, ha affermato Hananya Hizmi, capo dell’ufficio dell’amministrazione civile israeliana noto come Cogat, che sovrintende all’occupazione israeliana in Cisgiordania.
“Il pesante investimento sia in sforzi che in risorse che l’amministrazione civile ha dedicato negli ultimi anni nella ricerca di questo oggetto ha dato i suoi frutti. Continueremo a lavorare instancabilmente per preservare i siti e le reliquie archeologiche in Giudea e Samaria e per impedire ai ladri di antichità di saccheggiare la storia della regione “, ha detto Hizmi, usando la definizione del governo israeliano per la Cisgiordania.
Wafa, l’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità Palestinese, ha accusato Israele di rubare “frequentemente” antichi manufatti dai suoi territori occupati “attraverso rivenditori e saccheggiatori non autorizzati”.
“Israele ha utilizzato l’archeologia come strumento chiave per rafforzare le sue pretese territoriali sulla Palestina storica … e per dare loro legittimità storica e religiosa”, ha detto Wafa.
L’Autorità Palestinese controlla solo circa il 18 percento della Cisgiordania occupata, nota come “Area A”, mentre le “Aree B e C” sono sotto il controllo israeliano totale o parziale.
Con il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, Israele prevede di annettere il 95 percento dell’area conosciuta come la Valle del Giordano, che costituisce almeno il 22 percento della Cisgiordania occupata.
Ci sono oltre 800.000 israeliani che vivono in insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme est.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” –Invictapalestina.org