I palestinesi di una città della zona di Betlemme accusano le forze israeliane di aver sequestrato illegalmente un antico manufatto dalla loro città nelle prime ore del lunedì mattina.
Di Yumna Patel, 20 luglio 2020
ما زالت عصابات الاحتلال والعدو الصهيوني تقوم بسرقة الاثار وقرصنة لطمس الهوية الفلسطينية بعد ان نهبت الارض وهجرت سكانها بارتكاب الجرائم. لقد قامو الليله بمصادرة وسرقة حوض العماد القطعة الاثرية التي يزيد عمرها عن ١٦٠٠ عام حيث كان موجود بالخربة الاثرية خربة تقوع وتم الاحتفاظ به منذ عام ٢٠٠٠ عند منزلي لحتى وضعه بمتحف في البلده . الا انهم وبدون سابق انذار قامو بمداهمة المنزل وسرقة . يعتقدون بسرقتهم انهم قادرين على ان يطمسو هويتنا . نناشد وزارة الاثار برفع شكوى ضد هذه السرقة واسترداده .
Pubblicato da Tayseer Abu Mfreh su Domenica 19 luglio 2020
L’incidente è avvenuto nella città di Tuqu, nel sud della Cisgiordania occupata, che si dice sia il luogo di nascita del profeta biblico Amos, ed è sede di numerosi siti archeologici di epoca bizantina.
Le riprese video, presumibilmente prese dai residenti di Tuqu, mostrano le forze militari israeliane che scortano un grande autocarro con piattaforma fuori dal villaggio nel cuore della notte.
Sulla base del camion vi è una massiccia pietra, presumibilmente un fonte battesimale che risale al VI secolo d.C., che un tempo faceva parte di un’antica chiesa nel villaggio.
La forma ottagonale unica della pietra, che è stata ampiamente studiata dalle organizzazioni culturali palestinesi, è facilmente identificabile nel video.
Si dice che il fonte battesimale sia uno dei tre rari bacini del suo genere. Gli altri due furono trovati nella Chiesa della Natività, il luogo di nascita di Gesù Cristo, e nella Chiesa di Beit Jibrin, un antico villaggio palestinese vicino a Hebron che fu spopolato con la forza nel 1948.
Secondo l’agenzia di stampa Wafa, lo stesso fonte battesimale è stato rubato da “rivenditori non autorizzati” nel 2000, prima di essere restituito dalle autorità palestinesi a Tuqu nel 2002.
Il membro del comitato esecutivo dell’OLP Hanan Ashrawi ha twittato il video del sequestro, definendolo “tipico”.
“Israele ruba la nostra terra e risorse, saccheggia i nostri siti archeologici / storici, si appropria del nostro patrimonio culturale e cerca di sradicare tutte le prove della nostra identità e continuità nella nostra patria ancestrale – un tentativo di insediamento coloniale per cancellare le prove degli indigeni”, ha detto .
Le agenzie di stampa locali hanno riferito che pochi giorni prima del sequestro del fonte battesimale, le forze israeliane hanno sequestrato 700 dunam di terra palestinese intorno al monte Herodion a sud di Betlemme, presumibilmente parte dei piani di Israele di costruire un museo nell’area.
Sui social media, i palestinesi hanno ipotizzato che il furto della pietra battesimale potesse essere collegato al sequestro di terra intorno al monte Erode, che si presume fosse il luogo di sepoltura del re Erode.
Israele è stato accusato di aver rubato antichi manufatti palestinesi in passato, più recentemente nel 2018, quando una serie di antichi manufatti originari della Cisgiordania sono stati esposti in una mostra d’arte israeliana a Gerusalemme.
Il diritto internazionale proibisce a una potenza occupante di assumere la proprietà di antichità o di trasferire manufatti fuori dal territorio che occupa.
Emek Shaveh, una ONG israeliana che “lavora per difendere i diritti del patrimonio culturale”, critica da tempo Israele per le sue pratiche archeologiche nella Cisgiordania occupata.
Delle politiche israeliane relative ai manufatti e ai siti archeologici, il gruppo ha dichiarato: “Israele continua a usare la sua posizione di amministratore dei siti archeologici in Cisgiordania come mezzo per aggravare il controllo sul territorio della Cisgiordania, per espandere il progetto di insediamento e estendere la politica di espropriazione dei palestinesi dalle loro terre e dai beni culturali. Sebbene l’acquisizione della terra attraverso l’archeologia non sia il metodo principale per ottenere il controllo israeliano sulla terra, è significativa per i suoi aspetti simbolici e l’impatto sulla consapevolezza pubblica “.
Trad. Carmela Ieroianni – Invictapalestina.org