Leggendo il sito web della campagna di Biden, viene da chiedersi se, quando si parla di Israele, il leader del Partito Democratico sia connesso con il resto del paese, per non parlare del resto del mondo.
Di Miko Peled – 28 Agosto 2020
Joe Biden porta ancora il suo sostegno a Israele come se fosse una medaglia d’onore. Leggendo il sito web della sua campagna, viene da chiedersi se il leader del Partito Democratico sia connesso con il resto del paese, per non parlare del resto del mondo. Ci stiamo rapidamente avvicinando a un momento storico in cui il sostegno a Israele è visto come vergognoso. Essere riconosciuto come un sostenitore del regime di apartheid violento noto come Israele, non dovrebbe più essere una fonte di orgoglio, ma piuttosto visto come un disonore. “Supportare Israele” è sinonimo di politica ottusa, che si attiene alle nozioni arcaiche di legittimazione e sostegno del cosiddetto “Stato ebraico”.
JOE BIDEN
Sotto il titolo: “Il primato di Joe Biden di sostegno incondizionato a Israele”, il sito web della sua campagna presenta un elenco di politiche e azioni che rappresentano il suo “sostegno incrollabile per Israele”. Altre dichiarazioni che possono essere trovate a riguardo sul sito includono: “Il vicepresidente Joe Biden ha costantemente solidarizzato con Israele.”
Ha fatto cosa con Israele? Come si solidarizza con un altro paese?
Il sito prosegue dicendo che, “In qualità di presidente, Joe Biden continuerà a garantire che lo Stato ebraico, il popolo ebraico e i valori ebraici abbiano il sostegno indissolubile degli Stati Uniti”.
C’è qualcuno nel Partito Democratico che può spiegare cosa significa questa frase?
Per cominciare, il cosiddetto “Stato ebraico” non è ebraico, anche se Israele cerca di nasconderlo, non essendo “l’ebraismo” una nazionalità ma una religione. La maggior parte degli ebrei vive in altri paesi e la maggior parte delle persone che sono governate dallo Stato di Israele non sono ebrei ma musulmani palestinesi. Sotto il sistema dell’apartheid israeliano gli ebrei godono di privilegi che altri non hanno, quindi si potrebbe dire che è uno stato che fornisce privilegi al popolo ebraico a spese degli altri. Questo difficilmente lo qualifica come uno “Stato ebraico”.
Qualcuno nel Partito Democratico potrebbe anche voler spiegare i “valori ebraici” a cui si fa riferimento qui. Non ci sono valori che sono accolti in modo uniforme da tutto il popolo ebraico. Alcuni ebrei sono religiosi, altri no. Alcuni sono razzisti e sostengono il sionismo e altri no. Alcuni ebrei sono brave persone, altri no. E infine, sarebbe bello sapere chi è l’incompetente che ha scritto queste cose per la campagna di Biden.
Democratic National Convention
Come si legge attraverso la piattaforma Democratic National Convention sotto la sezione intitolata, “Rinnovare la dirigenza Americana,” e nella sottosezione intitolata “Il Medio Oriente”, c’è un intero segmento sull’Iran. L’Iran, che certamente ha influenza in Medio Oriente, non fa nemmeno parte del Medio Oriente.
Questo mi ricorda l’agente di polizia israeliano che mi ha interrogato dopo che le autorità israeliane hanno appreso della mia visita in Iran. L’interrogatorio è iniziato con:
“Hai visitato qualche paese arabo ostile ultimamente?” Quando ho risposto “no”, l’ufficiale ha chiesto con rabbia: “Non consideri l’Iran un paese arabo ostile?” Ancora una volta ho risposto, “no”. Può essere che sia le autorità israeliane che i democratici non sappiano geograficamente dove si trova l’Iran? Non è né arabo né è in Medio Oriente.
Quando si tratta di Israele, la piattaforma Democratica è piena di contraddizioni. Seguendo l’impegno personale di Biden per Israele, la piattaforma dice, “Il nostro impegno per la sicurezza di Israele, la sua superiorità militare, il suo diritto di difendersi e il memorandum d’intesa del 2016 è inattaccabile.” Il “Memorandum” è l’accordo di aiuti esteri firmato nel 2016 che promette a Israele un finanziamento di 38 miliardi di dollari in dieci anni.
La piattaforma poi prosegue dicendo: “I democratici riconoscono il valore di ogni israeliano e di ogni palestinese.” Come hanno dimostrato gli ultimi cento anni in Palestina, il sostegno a Israele va a scapito delle vite dei palestinesi. Nessuno può onestamente preoccuparsi per la vita dei palestinesi e sostenere la “superiorità militare di Israele.”
È proprio quell’esercito che viene usato da Israele per uccidere i palestinesi. L’esercito israeliano fa parte di un più grande apparato di “sicurezza” dedito all’oppressione del popolo palestinese e alla protezione del regime di apartheid.
La dichiarazione più stupida fatta nella piattaforma, e quella che i democratici probabilmente rimpiangeranno più di ogni altra cosa è la seguente:
“Ci opponiamo a qualsiasi tentativo di isolare e delegittimare ingiustamente Israele, anche alle Nazioni Unite o attraverso il Movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni.”
Opporsi alla richiesta palestinese di boicottaggio contro lo Stato di Israele è un errore di proporzioni storiche.
La delegittimazione del BDS sarà ricordata non solo come una codardia, ma anche come una riluttanza da parte del Partito Democratico a difendere la giustizia e la libertà in Palestina. È reazionario, miope e può avere gravi ripercussioni politiche. Per le generazioni a venire, il Partito Democratico del 2020 sarà ricordato per la sua debolezza sui diritti umani, e il suo cieco sostegno a Israele sarà usato come un’accusa sia contro la candidatura Biden-Harris che contro il Partito Democratico nel suo insieme.
UNA SCELTA DIFFICILE
L’argomento avanzato da coloro che ritengono che i progressisti dovrebbero votare per il candidato Biden-Harris è che sono “accettabili”. In altre parole, se gli attivisti sul campo e all’interno del Partito Democratico lavoreranno per portare un cambiamento dall’interno, Joe Biden come presidente ascolterà. Questa argomentazione sostiene che, sebbene la posizione di Biden sia chiara, e mentre tutta la sua carriera dimostra che ha sempre sostenuto i crimini commessi contro i palestinesi, in qualità di presidente, se posto sotto pressione potrebbe cambiare.
Prima di ogni elezione, agli americani viene detto che devono affrontare una scelta difficile, che la posta in gioco è alta, che i risultati saranno vicini e che devono votare con saggezza. Forse questa volta è più vero che mai. Soprattutto per i progressisti, la scelta tra un neofascista di estrema destra e un politico di carriera centrista poco entusiasmante non è facile.
Buona fortuna a tutti noi!
Miko Peled è un autore e attivista per i diritti umani nato a Gerusalemme. È autore di “Il figlio del generale. Viaggio di un israeliano in Palestina” e “Injustice, the Story of the Holy Land Foundation Five”
Trad: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org