È il capo dell’Impero e questo impero è quello che decide le leggi, cosa è bene e cosa è male. In quanto tale, tutto ciò che fa è buono e legale, rendendolo il candidato perfetto per il Premio Nobel per la Pace.
Fonte – Version française
di Oscar Fortin, 9 settembre 2020
Il paladino delle sanzioni e dei colpi di stato, orchestrati sottilmente in America Latina e nel resto del mondo, ha trovato i mezzi per rendersi un candidato credibile per il Premio Nobel per la Pace. Le elezioni presidenziali si avvicinano ed è come se fosse cosa fatta: Donald Trump, Premio Nobel per la Pace 2021.
Naturalmente avremo visto tutto. È come se il più grande trasgressore del diritto internazionale venisse dichiarato Uomo dell’anno delle Nazioni Unite. Maestro della diplomazia del “bastone e della carota”, fa dei suoi avversari i bersagli delle sue sanzioni e delle sue minacce di intervento militare. Questa politica è illustrata a meraviglia dai suoi interventi contro il popolo venezuelano, contro quello di Cuba, ancora vittima del blocco economico, e contro il popolo boliviano. Sono migliaia le persone vittime di queste sanzioni, che sono fonte di denuncia di migliaia di morti, di molte difficoltà e sofferenze.
Invece, con i suoi alleati, ampiamente corrotti e sottomessi, si fa il grande riconciliatore di questi Stati, come quelli del gruppo di Lima. Sono Stati che gli sono servili in cambio di certi privilegi e vantaggi. Saranno lì per difendere i suoi interessi e i suoi piani d’intervento nei paesi recalcitranti, che detengono enormi ricchezze minerarie e importanti riserve di petrolio.
È ciò che sta accadendo con Venezuela e Bolivia, paesi dalle enormi ricchezze. Lo scorso novembre ha sostenuto il colpo di stato che ha rovesciato Evo Morales, vincitore delle recenti elezioni presidenziali. Colui che si presenta come il difensore della Democrazia in America Latina ha lui stesso scelto invece chi guiderà il Paese. Uno scenario simile a quello adottato in Venezuela, dopo le elezioni presidenziali, vinte da Nicolas Maduro. La differenza è che l’esercito venezuelano sostiene il governo costituzionale (cosa che non è stata per l’esercito boliviano). Il massimo che ha potuto fare è stato nominare un presidente ad interim, nella persona di Juan Guaidò, per minare le attività del governo dall’interno e screditare la presidenza di Nicolas Maduro a livello internazionale. Tutti gli stati alleati, sottomessi a Donald Trump, hanno riconosciuto con una sola voce il candidato di Trump, Juan Guaidò, e rifiutano di riconoscere la legittimità del presidente Nicolas Maduro.
Il candidato selezionato per il Premio Nobel per la Pace 2021, Donald Trump, non ama i popoli che affermano la propria indipendenza e sovranità. Non gli piacciono i governi che questi popoli si danno attraverso canali democratici. Per lui, questi popoli e governi devono sottomettersi all’impero.
È il capo dell’Impero e questo impero è quello che decide le leggi, cosa è bene e cosa è male. In quanto tale, tutto ciò che fa è buono e legale, rendendolo il candidato perfetto per il Premio Nobel per la Pace. Che coloro che dovranno scegliere lo tengano per detto, soprattutto se viene rieletto Presidente degli Stati Uniti.
Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org