Crimini di guerra a Gaza: azienda francese sotto inchiesta

Al cuore del film, che va da Gaza a Parigi, passando per Ginevra, dove siede la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, sorge la domanda: chi fabbrica e vende armi è responsabile dei crimini commessi da chi li usa?

Luc Mathieu — 22 septembre 2020 à 15:26
Nel documentario “Made in France – Al servizio della guerra”, proiettato martedì da Arte, due giornaliste raccontano la battaglia legale della famiglia di un bambino ucciso in un attacco israeliano nel 2014. Un’indagine è stata aperta a Parigi contro un produttore francese di componenti utilizzati nell’industria degli armamenti. Di seguito l’articolo di Luc Mathieu su Liberation.

Photo Film du tambour de soie

“Il padre di Afnan ha custodito i frammenti del missile israeliano che ha ucciso sua figlia di 9 anni il 17 luglio 2014 a Gaza. Li ha messi in sacchetti di plastica. In uno di questi vi è un pezzettino che sembra una miccia, su cui si legge una scritta che inizia con “Euro” e sotto “Francia”.

Questi detriti sono il punto di partenza per le indagini delle giornaliste Sophie Nivelle-Cardinale e Alice Odiot. È anche punto di partenza dei procedimenti giudiziari in Francia, guidati dalla divisione crimini contro l’umanità e crimini di guerra e reati del tribunale di grande istanza di Parigi. Ha lo scopo di determinare la responsabilità della società francese Exxelia, che ha acquisito Eurofarad, un produttore di componenti utilizzati nell’industria degli armamenti. Quello trovato sul tetto è un sensore, che viene utilizzato per controllare le alette di un missile. Non è usuale che una società francese venga perseguita per complicità in crimini di guerra.

Tre bambini uccisi

A Gaza, Yamin al-Mehdoun, investigatore dell’ONG Al Mezan, ha trovato missili israeliani inesplosi contenenti lo stesso pezzettino. Ha seguito il caso dall’inizio. Si trovava sul tetto dell’edificio della famiglia Afnan il 18 luglio 2014. Il giorno prima, intorno alle 19:00, un missile sparato da un drone israeliano aveva colpito l’edificio. Tre bambini che stavano giocando vennero uccisi: Afnan, Wassim, 8 e Jihad, 10. L’esercito israeliano aveva lanciato l’Operazione Margine di Protezione dieci giorni prima. Terminerà alla fine di agosto con un cessate il fuoco.

La famiglia ha presentato una denuncia. Non ha ricevuto riscontro dalle autorità israeliane. A Parigi, il loro avvocato lavora a distanza. Gaza non è uno stato, ma un’enclave palestinese in cui l’ingresso e l’uscita sono controllati da Israele. Non poteva arrivarci. Nemmeno il giudice istruttore. Quando intervista i genitori di Afnan, lo fa in videoconferenza.

Al cuore del film, che va da Gaza a Parigi, passando per Ginevra, dove siede la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, sorge la domanda: chi fabbrica e vende armi è responsabile dei crimini commessi da chi li usa? Il film non risponde. Spetta alla giustizia farlo. L’indagine non è completa e potrebbe andare avanti negli anni a venire. A Gaza, la madre di Afnan ricorda che sua figlia è morta con la sua bambola preferita tra le braccia. Il giocattolo, macchiato di sangue, è rimasto a lungo sul tetto della casa. ”

“Made in France – Al servizio della guerra”: Arte, martedì 22 settembre alle 23.30. IN replay fino al 21 ottobre 2020: https://www.arte.tv/fr/videos/090021-000-A/made-in-france-au-service-de-la-guerrehttps://www.arte .tv / it / videos / 090021-000-A / made-in-france-in-the-war-service /

Invictapalestina ha cercato di scaricare il video… non è più disponibile!

Fonte: https://www.liberation.fr

CAPJPO-EuroPalestine

Trad. Carmela Ieroianni – Invictapalestina.org

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