Dopo l’accordo negoziato dagli Stati Uniti, Libano e Israele terranno colloqui indiretti relativi alla controversia sui confini.

Le due parti terranno i loro primi colloqui sulle controversie marittime in 30 anni.

Fonte: English Version

The New Arab – 1 ottobre 2020

Immagini di copertina: Israele e Libano sono ancora tecnicamente in guerra [Getty]

Dopo molteplici tentativi falliti, il Libano terrà colloqui indiretti con Israele relativi ai confini terrestri e marittimi, ha annunciato giovedì il presidente della Camera libanese Nabih Berri.

I colloqui, che saranno i primi nel loro genere tra le due parti in 30 anni, arrivano sulla scia degli accordi di normalizzazione tra Israele e due Stati arabi.

“Questo è un accordo quadro e non definitivo”, ha detto Berri ai giornalisti mentre teneva in mano una copia dell’accordo quadro datato  22 settembre.

“Agli Stati Uniti è stato chiesto da entrambe le parti, Israele e Libano, di agire come mediatore e facilitatore per tracciare i confini marittimi,  e sono pronti a farlo”, ha aggiunto.

A seguito degli accordi di normalizzazione degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrein con Israele all’inizio di questo mese, diversi Stati arabi, tra cui Oman e Sudan, stanno valutando accordi simili.

Da diverse settimane girano anche  voci sulla riconciliazione tra Israele e Libano.

Israele e Libano sono ancora tecnicamente in guerra, con molteplici tentativi falliti di portarli al tavolo dei negoziati.

All’inizio di agosto, Berri ha dichiarato al quotidiano libanese Annahar che le discussioni con Washington sulla definizione  dei confini marittimi con Israele erano “alla loro conclusione”.

I colloqui appena annunciati saranno mediati dagli Stati Uniti e ospitati dall’Ufficio del Coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano (UNSCOL).

La questione dei confini marittimi condivisi è delicata, principalmente a causa di una controversia sui diritti di perforazione costiera.

Nel febbraio 2018, il Libano ha firmato il suo primo contratto per la perforazione offshore per petrolio e gas in due Zone nel Mediterraneo con un consorzio composto dai colossi energetici Total, ENI e Novatek.

Il Libano ad aprile ha affermato che le prime perforazioni nel Blocco4 avevano mostrato tracce di gas ma nessuna riserva commercialmente sostenibile.

L’esplorazione del Blocco 9 non è iniziata ed è molto più controversa in quanto Israele rivendica la proprietà su una parte di esso.

Israele e Libano rivendicano come proprie zone economiche esclusive circa 860 chilometri quadrati ciascuno (330 miglia quadrate) del Mar Mediterraneo. A seguito di una serie di importanti scoperte avvenute negli ultimi anni, entrambi sperano di esplorare e sviluppare nuovi giacimenti di gas nel Mediterraneo.

Il Libano, impantanato in una grave crisi economica  e in ripresa dall’esplosione che ha fatto a pezzi Beirut, è particolarmente desideroso di sviluppare risorse energetiche offshore.

È probabile che l’amministrazione Trump celebrerà qualsiasi colloquio diretto come un’altra svolta diplomatica in Medio Oriente.

 

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” –Invictapalestina.org

 

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