Copertina: Jonathan Greenblatt, CEO e Direttore nazionale della Anti-Defamation League, parla a Capitol Hill a Washington., 2 maggio 2017. Carolyn Kaster | AP
Dai suoi seminari nazionali contro il terrorismo, all’individuazione e schedatura degli attivisti pro-palestinesi, al suo silenzio sulle violazioni dei diritti umani israeliani, la fragile copertura di difensore dei diritti civili della Lega Anti-Diffamazione si sta rapidamente sgretolando.
Di Miko Peled – 2 ottobre 2020
Mentre le persone negli Stati Uniti e in tutto il mondo cercano di dare un senso alla partita di Mud Wrestling (lotta nel fango), noto anche come il primo dibattito presidenziale del 2020, un’organizzazione razzista sta ottenendo una grande visibilità. Non mi riferisco qui a nessuno dei “soliti sospetti” che Trump non condannerebbe, come i Proud Boys e altri. Mi riferisco a un’organizzazione più sofisticata, più influente e molto più pericolosa. È un’organizzazione che per decenni è riuscita a nascondere le sue attività razziste. È un’organizzazione che ancora oggi si presenta come una legittima organizzazione per i diritti civili dedita alla lotta contro il razzismo e in particolare l’antisemitismo. Questa organizzazione agisce per giustificare, per non dire legittimare, il razzismo sistemico e gli atti di violenza. L’organizzazione a cui mi riferisco non è altro che la Lega Anti-Diffamazione (Anti-defamation League), o ADL.
Isolare ADL
Quasi duecento organizzazioni che includono gruppi religiosi e gruppi per i diritti civili, tra gli altri, hanno firmato un’importante iniziativa che chiede di porre fine a ogni collaborazione con l’ADL. Tuttavia, mentre i commentatori analizzavano i punti più sottili del primo dibattito presidenziale del 2020, molti hanno citato l’ADL che si è espressa contro la riluttanza del presidente Trump a schierarsi contro i gruppi razzisti della supremazia bianca. Con una mossa strategicamente brillante ma ipocrita, l’ADL ha affermato che i Proud Boys sono “un gruppo d’odio”.
L’iniziativa Isolare ADL, nota anche come: Le Comunità Dicono di No all’ADL, afferma sul suo sito web che “la Lega Anti-Diffamazione si è accreditata come organizzazione per i diritti civili in modi che nascondono e legittimano le sue attività estremiste.”
Il sito continua dicendo:
“Molti individui e organizzazioni progressiste collaborano con l’ADL non conoscendo la sua attività di sostegno al razzismo della polizia, alla sorveglianza, al colonialismo e alla censura dell’attivismo per la giustizia sociale”.
A quanto pare, queste importanti informazioni sull’ADL non hanno ancora raggiunto molte delle organizzazioni per i diritti civili o i media d’informazione, che continuano a dargli credibilità come organizzazione anti-razzista.
L’ADL sostiene Trump
In una dichiarazione pubblicata nel dicembre del 2017, l’ADL si è schierata con entusiasmo per Donald Trump. L’ADL si è congratulata con il presidente per una dichiarazione in cui asseriva che gli Stati Uniti riconoscono Gerusalemme come capitale di Israele e sposteranno la loro ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme.
Marvin D. Nathan, presidente nazionale dell’ADL, e Jonathan A. Greenblatt, amministratore delegato dell’ADL, hanno rilasciato una dichiarazione, affermando che: “Per decenni, l’ADL ha invitato gli Stati Uniti, e l’intera comunità internazionale, a riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele.” Hanno continuato dicendo: “Accogliamo con favore l’annuncio del presidente Trump che gli Stati Uniti, quasi 70 anni dopo la fondazione dello Stato di Israele, inizieranno il procedimento per trasferire la loro ambasciata”.
La città di Gerusalemme fu occupata dalle forze sioniste in due fasi, entrambe includevano aggressioni violente da parte delle forze sioniste. La parte occidentale della città è stata presa nel 1948 e la parte orientale nel 1967. Dopo la sua occupazione, Gerusalemme Ovest ha subito una brutale campagna di pulizia etnica e non a una sola famiglia palestinese o persona è stato permesso di rimanere. Le case e le proprietà dei palestinesi, sia private che pubbliche, sono state rubate e confiscate da Israele.
Gerusalemme Est è stata presa durante l’assalto del 1967 e da allora è stata sottoposta a una massiccia e brutale campagna di pulizia etnica. Gerusalemme Est include ancora una grande popolazione palestinese, ma lo Stato di Israele sta costantemente distruggendo quartieri, comunità, demolendo case e generalmente strangolando i palestinesi di Gerusalemme nel tentativo di trasformarla in una città esclusivamente Israeliana.
La Lega Anti-Diffamazione, che si identifica come “la principale organizzazione anti-odio al mondo” e un’istituzione globale nello smascherare l’estremismo, fornire educazione anti-razzista e combattere l’odio in rete”, non vede alcun problema quando gli Stati Uniti legittimano la brutalità Israeliana a Gerusalemme ignorando i sacrosanti diritti dei residenti palestinesi.
Fonti affidabili
Il sito web della campagna Isolare ADL fornisce un elenco completo di fonti che dimostrano che questa organizzazione è, in effetti, un’organizzazione razzista che sostiene la violenza. Queste fonti mostrano come l’ADL agisce su tutti i fronti per sostenere la violenza israeliana e zittire i gruppi e gli individui che difendono i diritti dei palestinesi. Tre esempi di queste documentazioni che valgono il tempo di leggerle sono le seguenti: Un rapporto pubblicato da Jewish Voice for Peace, intitolato “The Deadly Exchange” (scambio mortale).
Questo ampio rapporto mostra come “L’ADL organizza regolarmente viaggi in Israele per ufficiali di alto livello delle forze dell’ordine statunitensi, compresi i capi della polizia, nonché i dirigenti della Sicurezza Nazionale, della Pattuglia di Frontiera e dell’Immigrazione e Applicazione delle Dogane (ICE), per l’addestramento congiunto con la polizia israeliana, l’esercito e funzionari della sicurezza”. Il rapporto consente inoltre al lettore di seguire l’itinerario del Seminario Nazionale Antiterrorismo (NCTS) dell’ADL.
Una seconda fonte è un rapporto esauriente di Palestine Legal, intitolato: “L’esclusione della Palestina nella libertà di espressione, un movimento sotto attacco negli Stati Uniti”, descrive in modo molto dettagliato come le organizzazioni filo-israeliane tra cui l’ADL operano per minare la legittimità di gruppi e persone che si esprimono a favore della giustizia e libertà in Palestina. Queste organizzazioni sono impegnate nella feroce calunnia degli attivisti, etichettandoli come sostenitori del terrorismo e dell’antisemitismo. Il ruolo dell’ADL in queste campagne diffamatorie è significativo.
Il terzo è un rapporto pubblicato dal Boston Review, intitolato, “La Lega Anti-Diffamazione non è quello che sembra.” Afferma che “il potere persistente dell’ADL nella politica degli Stati Uniti è stranamente rimasto inalterato da sempre”, probabilmente perché quella storia è così poco conosciuta”. Continua riportando che “gli appelli all’azione di ADL hanno mobilitato con successo l’opinione pubblica contro la rappresentanza afroamericana per decenni, dal Comitato di Coordinamento Studentesco Nonviolento (SNCC) ai genitori di Ocean Hill-Brownsville negli scioperi degli insegnanti di New York City del 1968 al Movimento Black Lives Matters e Marc Lamont Hill”.
“La posta in gioco è alta per l’ADL, perché la sua autorità morale è una fonte di guadagno.” Secondo il rapporto di Boston Review, l’ADL ha raccolto un totale di 67 milioni di dollari di contributi nel 2016.
Dedicata alla diffamazione di musulmani e arabi
Come documentato nel mio libro “Injustice The Story of the Holy Land Foundation, Five,”, l’ADL ha un programma islamofobico. Sono stati determinanti nella campagna diffamatoria contro la Fondazione Terra Santa, che a un certo punto è stata la più grande organizzazione di soccorso musulmana negli Stati Uniti.
La sua campagna ha portato a condanne ingiuste e lunghe pene detentive di cinque musulmani americani innocenti di origine palestinese.
La campagna Isolare ADL porta avanti quella che è una storia in gran parte sconosciuta dell’ADL. Per fortuna, la vera missione dell’ADL viene sempre più smascherata come risultato del suo ruolo nel condannare il Movimento Black Lives Matters, le sue false accuse contro l’Organizzazione dei Diritti dei Palestinesi e il suo attacco contro il rappresentante del Congresso Ilhan Omar e Marc Lamont Hill.
Poiché le persone in tutto il mondo sono scioccate dall’attaccamento sfrenato di Donald Trump per tutto ciò che è razzista, faremmo bene a smascherare e isolare l’ADL.
Miko Peled è uno scrittore e attivista per i diritti umani, nato a Gerusalemme. E’ autore di “Il figlio del generale. Viaggio di un israeliano in Palestina”, e “Ingiustizia, la storia dei cinque della Fondazione Terra Santa.”
Trad: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org