“Palestine Writes” ritorna come festival globale virtuale

Susan Albulhawa: “Palestine Writes è un momento per gli scrittori palestinesi per dimostrare che ‘il potere della cultura è più forte della cultura del potere'”.

Fonte: English Version

Bill V.Mullen – 6 novembre 2020

Immagine di copertina: volantino per “Palestine Writes”  di Malak Mattar

“Ho imparato e smantellato tutte le parole, per  ricavarne una sola: Casa.”   

Mahmoud Darwish, “I Belong There”

La letteratura palestinese è uno dei grandi tesori del mondo moderno.

Il poeta palestinese Mahmoud Darwish, forse il più noto scrittore palestinese, cattura parte della bellezza e della tensione della scrittura palestinese nell’epigrafe sopra: usando il linguaggio, incluso il linguaggio dell’oppressione, dello sfollamento e della diaspora, per mappare un luogo di appartenenza – la Palestina – tramite la letteratura stessa.

Dal 2 al 6 dicembre, il mondo avrà la possibilità di vedere e sperimentare di persona questa mappatura. Palestine Writes, un Festival virtuale e globale di letteratura e cultura palestinese, si svolgerà dal vivo in un formato online e presenterà molti dei più importanti autori palestinesi viventi.

Il Festival originale, dal vivo, avrebbe dovuto tenersi a marzo alla New York University, ma  è stato cancellato a causa della pandemia COVID-19.

Per la scrittrice e co-organizzatrice del Festival, Susan Abulhawa, Palestine Writes è un momento per gli scrittori palestinesi per dimostrare che “il potere della cultura è più forte della cultura del potere”. Ha detto Abulhawa: “Nel mentre coloro  che detengono la forza politica, economica e militare  stanno riducendo la la terra sotto i nostri piedi, noi espanderemo la nostra presenza culturale e intellettuale nel mondo”.

Le star del Festival sono luminari della scrittura palestinese in arabo e inglese, inclusi i giganti letterari Ibrahim Nasrallah e Mahmoud Shukair, gli acclamati romanzieri Hala Alyan e Randa Jarrar e illustri artisti visivi palestinesi tra cui Samia Halabi.

Il programma riflette la rinascita e il riconoscimento in corso della scrittura palestinese nel mondo arabo, dove è stata a lungo amata. Nasrallah, ad esempio, è autore di 15 raccolte di poesie e 21 romanzi. Il suo libro ” A Tank Under the Christmas Tree” lo ha reso il primo scrittore in assoluto a vincere due volte il prestigioso Katara Prize.

Gli scrittori Hala Alyan e Randa Jarrar riflettono una corrente più recente di scrittura palestinese, pubblicata in inglese nel Nord America con grande successo. Il romanzo di Alyan “Salt Houses” (Houghton Mifflin) ha vinto il prestigioso Arab American Book Award per la narrativa. Il libro di Jarrar Him, “Me, Muhammad Ali” ha vinto un American Book Award.

Il Festival si aprirà la sera del  2 dicembre con una Poetry Slam, con i principali poeti Palestinesi, Indigeni e Neri. Tra gli scrittori presenti ci saranno Rafeef Ziadah, Ibrahim Nasrallah, Fady Joudah e Dareen Tatour. Tatour, autrice  della poesia “Resist, My People, Resist Them”, è una scrittrice e attivista che ha trascorso più di due anni nelle carceri israeliane e agli arresti domiciliari. Ziadeh,  che fa base a Londra, è forse meglio conosciuta per la sua poesia “We Teach Life, Sir”, scritta durante una campagna di bombardamenti israeliani contro Gaza.

 

Nel complesso, parteciperanno più di 70 studiosi, scrittori, artisti e attivisti internazionali, tra cui la poetessa e drammaturga keniota Shailja Patel; il pluripremiato storico Robin D.G. Kelley; il docente  e poeta degli  Oglala Lakota Mark Tilsen e lo studioso indigeno e attivista della Nazione Rossa Nick Estes.

Al Festival ci sarà anche un momento  importante per la cultura e la politica palestinesi. Per la prima volta in assoluto la studiosa, attivista e icona femminista Angela Davis, lo scrittore e diplomatico palestinese Hanan Ashrawi, l’ex leader del Partito laburista britannico e  attivista di lunga data Jeremy Corbyn, condivideranno il palco per discutere di cultura, solidarietà e internazionalismo.

Palestine Writes si svolge in un momento di promesse e di pericolo per i palestinesi. Le mosse aggressive dell’amministrazione Trump  nello spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme e  nel “normalizzare” le relazioni tra Israele e Stati arabi reazionari come gli Emirati Arabi Uniti,  minacciano di isolare ulteriormente le vite dei palestinesi sotto occupazione.

Questo Festival cerca di creare uno spazio  per l’incontro palestinese. L’organizzatrice e scrittrice del Festival Susan Muaddi Darraj ha dichiarato: “È emozionante che il Festival si svolga virtualmente: la piattaforma virtuale cancella i confini e consente alle persone di tutta la diaspora palestinese di unirsi a noi e di celebrare la nostra letteratura”.

Palestine Writes offrirà anche opportunità agli insegnanti, ai docenti universitari e ai loro studenti di partecipare a discussioni critiche sulla scrittura palestinese, letture degli autori, spettacoli musicali, corsi di cucina e programmi per bambini dai 5 ai 10 anni. La nota scrittrice per ragazzi Naomi Shihab Nye leggerà alcuni suoi brani.

Il Festival si occuperà  anche di altri aspetti della cultura palestinese. Mai Masri e Victoria Brittain discuteranno di cinema palestinese e Dunya Alwan condurrà un workshop sul Culture Jamming.

https://palestinewrites.vfairs.com

Bill V. Mullen is Professor of American Studies at Purdue. He is a member of the organizing collective for USACBI (United States Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel.) He is co-editor, with Ashley Dawson, of Against Apartheid: The Case for Boycotting Israeli Universities.

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù”  – Invictapalestina.org

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