L’EJC ha lanciato una campagna mondiale sui social media contro “l’antisemitismo” (che, agli occhi dell’EJC, include l’opposizione alle violazioni dei diritti umani da parte di Israele)
Fonte: English Version
Alison Weir – 22 gennaio 2021
Foto di copertina: Il presidente israeliano Reuven Rivlin mostra la nuova campagna Instagram contro l’antisemitismo. L’European Jewish Congress e Israele considerano l’opposizione alle violazioni dei diritti umani israeliane “antisemita”.
L’uomo dietro la campagna, il presidente dell’European Jewish Congress (Congresso Ebraico Europeo – EJC) Moshe Kantor, è un oligarca russo-israeliano noto per “essere un affarista senza scrupoli” che accusa il BDS di antisemitismo, chiede una severa punizione “dell’intolleranza” ed è il fondatore di numerose entità internazionali filo-israeliane.
L’EJC ha annunciato il lancio di una campagna mondiale sui social media costellata di celebrità contro quello che definisce “antisemitismo”, ma che è spesso la difesa dei diritti umani palestinesi e l’opposizione all’apartheid israeliano. EJC è l’affiliato regionale del World Jewish Congress (Congresso Ebraico Mondiale), una delle cui principali missioni è quella di difendere Israele.
L’EJC considera l’antisionismo come una forma di antisemitismo e utilizza una nuova definizione di antisemitismo in cui alcuni tipi di dichiarazioni su Israele sono presumibilmente “antisemite”. Di conseguenza, l’opposizione dell’EJC all “antisemitismo” spesso consiste nel censurare le informazioni che denunciano le violazioni israeliane dei diritti umani palestinesi.
La sua nuova campagna, chiamata “Stop This Story” (Fermare Questa Storia), si concentra in particolare su Instagram, sebbene utilizzerà anche YouTube e altre piattaforme. Secondo l’EJC, la campagna sarà la “prima iniziativa globale del suo genere che sfrutterà gli effetti di AR, Augmented Reality (Realtà Aumentata), di Instagram per guidare un movimento globale”. Afferma di aver reclutato “alcuni dei più importanti creatori di effetti AR del mondo.”
I promotori della campagna affermano di aver coinvolto numerose “celebrità e influencer internazionali, ciascuno con milioni di follower”. Tra questi ci sono la top model Bar Refaeli, l’attrice Vanessa Kirby (da “The Crown”), l’ex giocatore NBA Omri Casspi e “molte altre star internazionali, attori, intrattenitori e sportivi”.
Ha prodotto un video molto drammatico e allarmistico per promuovere il programma.
L’uomo dietro la nuova campagna è il presidente dell’EJC Moshe Kantor, noto anche come Viatcheslav Kantor, che spiega le considerazioni alla base della campagna:
“Il modo migliore per diffondere qualsiasi messaggio oggi è attraverso i social media, perché i social network, e coloro che li utilizzano, hanno il potere di apportare i cambiamenti necessari nelle nostre società”.
Kantor è un miliardario russo-israeliano devoto a Israele. Ha dichiarato che la creazione dello Stato di Israele è la “più grande impresa” dell’ebraismo della diaspora, e crede che tutti gli ebrei debbano impegnarsi per: “rafforzare il nostro amato stato.”
Nel 2008 Kantor enunciò la sua convinzione principale: “La realtà di oggi richiede che gli ebrei europei si preoccupino non solo della difesa e della sicurezza di Israele, ma anche del modo in cui viene trattato dal resto del mondo. Questa deve essere la priorità principale della diaspora europea”.
Kantor è a capo e talvolta ha anche dato vita a una rete di entità internazionali filo-israeliane.
Oltre ad essere presidente dell’EJC, è fondatore e presidente della Fondazione World Holocaust Forum (Forum Mondiale dell’Olocausto), fondatore e presidente dell’European Jewish Fund (Fondo Ebraico Europeo), ideatore e presidente dell’International Luxembourg Forum on Preventing Nuclear Catastrophe (Forum Internazionale del Lussemburgo sulla Prevenzione delle Catastrofi Nucleari), cofondatore e presidente dell’European Council on Tolerance and Reconciliation (Consiglio Europeo su Tolleranza e Riconciliazione), vice presidente dell’Euro-Asian Jewish Congress (Congresso Ebraico Euroasiatico), membro dell’International Board of Hillel (Consiglio Internazionale di Hillel) ed ex presidente del Russian Jewish Congress (Congresso Ebraico Russo), per citare solo alcune delle sue affiliazioni.
La sua capacità di realizzare tutto questo deriva dalla sua enorme ricchezza. Oltre ad essere un “filantropo internazionale”, come si definisce, Kantor è un uomo d’affari internazionale con un patrimonio di quattro miliardi di dollari a sua disposizione. È stato accusato di pratiche commerciali scorrette e frode finanziaria.
Come altri oligarchi russi, Kantor ha fatto la sua fortuna nei primi anni del “nuovo capitalismo” russo, a volte chiamato “capitalismo criminale”, quando, con il pretesto della “privatizzazione”, l’economia russa è stata massicciamente saccheggiata, riducendo in povertà molti cittadini russi che hanno visto svanire i loro risparmi di una vita, a volte nel giro di poche settimane. Il padre di Kantor, un ex soldato dell’Armata Rossa, avrebbe scontato una pena detentiva per “speculazione e appropriazione indebita di proprietà statali su larga scala, corruzione e falso”. Kantor era tra i molti membri della comunità ebraica russa che prosperarono; molti, forse la maggior parte, degli oligarchi russi hanno legami con Israele.
Kantor è famoso per una varietà di attività internazionali. Insieme al noto oligarca Boris Berezovsky, si dice che Kantor sia stato “sponsor della rivoluzione arancione in Ucraina nel 2005, che ha portato alla cancellazione dei risultati iniziali delle elezioni presidenziali”. Berezovsky in seguito si vantò di aver finanziato la rivoluzione. Nel 2006 Kantor ha ricevuto un premio dal nuovo presidente dell’Ucraina per aver reso “servizi illustri” al paese.
Sradicare “Antisemitismo” e “Intolleranza”Kantor è stato coinvolto in una campagna globale per incorporare una nuova definizione di antisemitismo incentrata su Israele nei governi e nelle istituzioni europee. L’EJC afferma che la definizione di antisemitismo deve essere “chiarita” perché “la nuova forma di antisemitismo” presumibilmente “proviene dai filo-palestinesi”. Kantor afferma che il BDS, il boicottaggio internazionale di Israele per i suoi violenti abusi dei diritti umani, è “antisemita”. (Il BDS è impegnato per “affermare il semplice principio che ai palestinesi sono dovuti gli stessi diritti del resto dell’umanità.”)
Kantor chiede che i governi puniscano gli antisemiti con la stessa severità con cui puniscono i terroristi. Si è prodigato per convincere i governi europei ad adottare un bizzarro programma di 13 pagine di “obblighi concreti ed esecutivi che garantiscano la tolleranza ed eliminino l’intolleranza.”
Il programma orwelliano, intitolato “Statuto nazionale per la promozione della tolleranza”, limiterebbe la libertà di espressione, imporrebbe programmi di rieducazione, istituirebbe strutture di sorveglianza e sanzioni penali per “antisemitismo” e altre “intolleranze”. Esprimere opinioni specificate come inammissibili sarebbe “considerato reato penale punibile come crimine aggravato.”
Il documento propone una struttura profondamente autoritaria che controlla molteplici aspetti della società per imporre la “tolleranza”, e chiunque non aderisca al programma subirà una punizione esemplare. “I minorenni condannati per aver commesso i crimini elencati al paragrafo (a) dovranno sottoporsi a un programma di riabilitazione favorevole a una cultura della tolleranza”. Il Grande Fratello sotto forma di una “Commissione Nazionale di Monitoraggio della Tolleranza” garantirebbe che nessuno dica o faccia qualcosa che la Commissione ritenga “intollerante”.
Il programma è promosso dal “European Center for Tolerance and Reconciliation” (Centro Europeo per la Tolleranza e la Riconciliazione – ECTR) di Kantor e potrebbe essere sulla buona strada per diventare una realtà. Kantor si è assicurato l’ex primo ministro britannico Tony Blair come presidente dell’ECTR e il filosofo francese Bernard-Henri Lévy come membro.
Secondo il suo sito web, l’ECTR ha formato una task force congiunta con il Consiglio Europeo per lavorare sull’attuazione del programma in tutta Europa. Il Consiglio Europeo, composto dai capi di Stato o di governo dei 28 Stati membri dell’Unione Europea, definisce la direzione e le priorità politiche generali della stessa.
Pandemia globale
Kantor ha recentemente affermato che l’antisemitismo è ora una “pandemia globale” e che la “crisi dell’antisemitismo è un terreno scivoloso verso la catastrofe globale”. Avverte che gli ebrei potrebbero “scomparire completamente come popolo dall’Europa” e lancia l’allarme su ciò che egli descrive come “uccisioni di massa nelle sinagoghe.” Il video di “Stop This Story”.
Le notizie dei media sulla nuova campagna dell’EJC sottolineano analogamente i recenti tragici attacchi contro gli ebrei e fanno riferimento agli assalti nelle città di Monsey, Jersey City, Halle, Poway e Pittsburgh.
Questi terrificanti attacchi uccisero un totale di 14 ebrei.
Le notizie sui presunti autori degli assalti, che erano di razze diverse, indicano una varietà di motivazioni. Un aggressore ha affermato di essere stato ispirato da un assalto del 2019 a due moschee neozelandesi che avevano ucciso 51 musulmani.
Precedenti sparatorie mortali si sono verificate anche in altri siti religiosi. Il maggior numero di vittime negli Stati Uniti potrebbe essere stato in una chiesa cristiana, dove 26 fedeli sono stati uccisi nel 2017.
Mentre Kantor e la EJC sostengono l’esistenza di un antisemitismo di massa, gli ebrei americani sono, secondo quanto riferito, il gruppo più facoltoso negli Stati Uniti, e questo sembra essere il caso anche per gli ebrei in tutto il mondo.
Nel frattempo, le forze israeliane hanno ucciso quasi 10.000 uomini, donne e bambini palestinesi dal 2000 e ferito decine di migliaia; le forze della resistenza palestinese hanno ucciso circa 1.200 israeliani [1].
Tale sproporzione non è nuova.
Venticinque anni fa, un autore israeliano ha scritto: “Negli ultimi 40 anni il numero di non ebrei uccisi da ebrei è di gran lunga superiore al numero di ebrei uccisi da non ebrei”.
Molti ebrei in tutto il mondo, incluso lo stesso Israele, si sono a lungo strenuamente opposti alla violenza israeliana. Secondo Kantor e la sua cerchia, anche questi ebrei sono “antisemiti”.
Quinto Forum Mondiale dell’Olocausto
La nuova campagna arriva poco prima del Quinto Forum Mondiale sull’Olocausto che si terrà in Israele il 23 gennaio, co-sponsorizzato dal presidente di Israele. I forum sono un altro dei tanti progetti di Kantor.
Più di 45 capi di Stato e leader mondiali hanno dichiarato di voler partecipare all’evento, inclusi i presidenti di Francia, Germania, Italia, Austria, Russia, i Re di Spagna e Belgio e il principe Carlo d’Inghilterra. Saranno presenti anche il vicepresidente Mike Pence e il presidente della Camera, Nancy Pelosi.
L’evento si terrà allo Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto in Israele, una vasta costruzione ramificata con decine di bandiere israeliane e passerelle alberate che conducono a mostre, archivi, monumenti, sculture e memoriali.
Il sito web dell’evento proclama che l’Olocausto è “la tragedia più orribile nella storia umana” e afferma che “una nuova grande ondata di celato antisemitismo dai tempi della seconda guerra mondiale rappresenta una minaccia esistenziale per gli ebrei europei”.
Secondo il Jerusalem Post, tra le caratteristiche del forum ci saranno i discorsi di alcuni capi di Stato, un sopravvissuto all’Olocausto, filmati e “interludi musicali eseguiti da un’orchestra e un coro internazionale.” L’evento sarà trasmesso in diretta streaming e si concluderà con l’inno nazionale israeliano.
Lo Yad Vashem è a Gerusalemme dove ci sono prove tutt’intorno, per chiunque abbia gli occhi per vedere, di un altro programma genocida, che è in corso da quando si è concluso quello commemorato allo Yad Vashem. Uno storico chiama questo “Olocausto Palestinese” e lo descrive come: una terra che è stata “occupata, svuotata del suo popolo, i suoi punti di riferimento storici e culturali cancellati e la sua distruzione acclamata come un atto miracoloso di Dio, tutto fatto secondo un piano premeditato, meticolosamente eseguito, sostenuto a livello internazionale, e ancora oggi in corso…”
Lo Yad Vashem si affaccia su uno dei monumenti cancellati e svuotati della sua gente: un campo quasi vuoto dove un tempo sorgeva il villaggio palestinese di Deir Yassin.
Il 9 aprile 1948 le forze sioniste sterminarono sistematicamente 110 uomini, donne e bambini come parte di un piano per liberare la Palestina dalla sua popolazione musulmana e cristiana per far posto allo Stato ebraico. Questo è stato uno dei 16 massacri sionisti di questo tipo avvenuti prima dell’inizio ufficiale della guerra fondante di pulizia etnica di Israele e più di un mese prima che un solo esercito arabo si unisse al conflitto. A differenza dei monumenti e dei memoriali dello Yad Vashem, Deir Yassin non ha evocazioni.
Prove più recenti dell’oppressione in corso si possono trovare nel quartiere Issawiya di Gerusalemme, dove la polizia israeliana in assetto da combattimento ha fatto irruzione in oltre 500 case palestinesi e arrestato più di 700 residenti da maggio, arrestando bambini di cinque anni. Le forze israeliane hanno ucciso un ventunenne da distanza ravvicinata e hanno ferito oltre 300 persone di tutte le età. I soldati picchiano e umiliano i residenti impunemente. Un residente dice che l’area “si è trasformata in un ghetto”. (Un altro di questi ghetti è Gaza, dove le forze israeliane hanno ucciso tre giovani che, secondo quanto riferito, erano temporaneamente fuggiti dalla loro prigione).
Non lontano da Issawiyah c’è il gigantesco muro dell’apartheid israeliano, che separa ulteriormente la terra palestinese e contribuisce a imprigionare oltre due milioni di persone. Nel 2002 i media israeliani hanno riferito che i generali israeliani stavano studiando come l’esercito tedesco ha combattuto nel ghetto di Varsavia per trarne insegnamento e usarlo nella prossima campagna israeliana contro i palestinesi.
Il programma del Forum dell’Olocausto afferma che i leader mondiali “saranno invitati a deporre una corona di fiori alla base del Monumento all’insurrezione del ghetto di Varsavia creato dallo scultore e artista ebreo di fama mondiale Nathan Rappaport”.
Forse alcuni dei leader mondiali potrebbero anche visitare il sito non contrassegnato di Deir Yassin e deporre una ghirlanda su una delle sue tombe devastate. E poi al muro di Israele per fare eco a una famosa richiesta di un precedente capo di stato: “Tear down this wall” (“Abbattete questo muro”).
E forse una futura campagna sui social media potrebbe concentrarsi sulla fine di tutti i genocidi, le ingiustizie e l’oppressione.
Note:
[1] https://israelpalestinenews.org/
Alison Weir è direttrice esecutiva di If Americans Knew, presidente del Consiglio per l’Interesse Nazionale e autrice di Contro Ogni Buon Senso: La Storia Nascosta di Come gli Stati Uniti Sono Stati Usati per Creare Israele.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org