Gentile Segreteria,
sono Roberto Mamone, il Segretario della Sezione don Pietro Pappagallo di Roma (Tessera ANPI 2015 n.46686), condivido pienamente l’intento dell’appello, vi prego di aggiungere la mia firma e faccio mio l’auspicio finale, ma mi preme far notare che nella ricostruzione dei fatti di Roma ci sono anche imprecisioni ed omissioni che non giovano ad un’Associazione che è comunque riconosciuta l’erede degli ideali partigiani ed antifascisti.
Repetita iuvant, ma vi assicuro che le stesse cose sono già state dette e scritte al tempo, sia pubblicamente che nel corso del dibattito interno all’ANPI Roma che ha seguito il primo comunicato sulla vicenda, comunicato che ho contestato personalmente fin dall’inizio. Viceversa l’ANPI nazionale ha fatto un generico richiamo alla cautela, ma il Presidente Smuraglia si è sostanzialmente smarcato dalla critica ad un libro che non conosceva, e ricordo comunque la sua netta presa di posizione contro i massacri di Israele del 22 luglio 2014: (1) http://www.anpi.it/articoli/1206/su-gaza-il-governo-italiano-intervenga.
A seguito della suddetta discussione è già stato richiesto a gran voce un preciso cambiamento di rotta in vista del congresso nazionale ed è stato pubblicato un comunicato dell’ANPI Provinciale che è ha rivisto la propria posizione e ha promesso l’organizzazione di un nuovo confronto tra ebrei sionisti ed ebrei antisionisti, in sostituzione di quello criticato al tempo: (2)
http://www.anpiroma.org/2015/12/questione-israelo-palestinese-lanpi-di.html.
Di questo però stranamente nessuno tiene conto, eppure è stata un’importante prova di democrazia interna, di solidarietà verso la causa di tutti i popoli oppressi, e vorrebbe essere un contributo alla ricerca di una via di pace. Per quanto riguarda la mia Sezione essa ha avuto il merito di aver increspato le acque dello stagno e il dibattito che ne è scaturito ha indotto la Dirigenza ad un ripensamento che è ben più importante della presentazione stessa del libro, che comunque abbiamo letto e che non abbiamo mai considerato antisemita.
Purtroppo questo non si legge da nessuna parte, così come nessuno ha posto l’accento sul fondamentale contributo di diversi dei nostri iscritti (e sulla loro presenza a San Paolo, tra cui lo stesso Ramazzotti Stockel) per far sì che la presentazione del libro avvenisse comunque in barba alle pesanti pressioni sioniste. Sono e siamo rimasti esposti a tutti gli attacchi e nessuno ci ha riconosciuto di non esserci fatti condizionare né dalla nostra Dirigenza né dai sionisti chiusi al confronto. Infatti la scelta di non voler più apparire come organizzatori dell’iniziativa come Sezione ANPI è stata dettata solo dal venir meno delle condizioni iniziali del confronto (3)concordate con Siracusa – che mi può essere testimone – a seguito dell’abbandono della controparte sionista, Gomel dopo una chiacchierata con Riccardo Pacifici e, successivamente, il Prof. Tagliacozzo che è uno studioso della Shoah e fin dall’inizio mi aveva manifestato dubbi sulla sua preparazione specifica e aveva richiesto di farsi affiancare da Gomel. Ciononostante sono stato attaccato per le dichiarazioni dei Dirigenti dell’ANPI ma, per l’appunto, l’ANPI siamo anche noi, ne difendiamo i valori e abbiamo dimostrato di saper discutere al nostro interno, in tempo – per l’appunto – per la prossima tornata congressuale.
Ora e sempre Resistenza
Roberto Mamone
(1) Il Primo link rimanda a una presa di posizione della Segreteria Nazionale su Gaza che fa riferimento alla dichiarazione formulata dal Presidente Carlo Smuraglia nella news-letter 129 del 22 luglio nella quale dopo aver affrontato problemi nazionali tra i quali anche “la recente sentenza della Corte d’appello di Milano sul caso Ruby” alla fine ci sono 4 righe generiche sull’immigrazione tra le quali è stata inserita la parola Palestina. Quindi non si capisce dove leggere la “netta presa di posizione del Presidente contro i massacri di Israele del 22 luglio 2014”
dalla News del 22 luglio: “Che si può dire ancora di tragedie come quella della Palestina e della morte, nel Mediterraneo, di tante persone (anche donne e bambini) che tentano di uscire da Paesi in guerra o in crisi, cercando una qualunque prospettiva migliore e incappando invece, assai spesso, in un destino fatale? Non si può rimanere inerti di fronte a tanto orrore. Ma le parole non bastano più. Ci vogliono iniziative serie, di pace e di accoglienza “vera”; ci vuole un impegno degli Stati, dell’ONU, dell’Europa, per far finire questi massacri e tornare almeno ad un livello accettabile di civiltà e di diritti. E forse ci vuole meno indifferenza da parte di tutti, perché quelle morti, quelle tragedie, ci riguardano da vicino e ci impongono non solo di esprimere commozione ed emozioni, ma di manifestare concretamente una seria volontà di pace e di riconoscimento dei diritti umani.”
(2) Personalmente non penso che sia stato chiesto un confronto tra ebrei sionisti ed ebrei antisionisti, il problema prioritario è l’indipendenza dell’ANPI, il riconoscimento di tutte le forme di Resistenza e una volta per tutte la condanna del sionismo come forma di oppressione, colonialismo e razzismo (*), in ogni caso a circa un mese di distanza si aspettano sviluppi di questa proposta perché è l’unico modo per capire cosa si intende quando si scrive: “A seguito della suddetta discussione è già stato richiesto a gran voce un preciso cambiamento di rotta in vista del congresso nazionale ed è stato pubblicato un comunicato dell’ANPI Provinciale che è ha rivisto la propria posizione...”
(*) La Risoluzione 3379 adottata il 10 novembre, 1975 con 72 contro35 voti (32 astensioni), dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite decretava che: “il sionismo è una forma di razzismo e di discriminazione razziale”. La Risoluzione è stata poi revocata il 16 dicembre 1991 (non mancano le pressioni internazionali), nonostante non siano cambiate in Palestina le forme di Apartheid, oppressione, colonizzazione.
(3) Non si riesce a capire la necessità esclusiva del confronto se non in termini strumentali. Questa deformazione intellettuale è spesso ostentata se si parla di Israele. Nessuno chiede un confronto con rappresentanti Turchi se si presenta un libro sul Kurdistan, messicani se si parla di Chiapas o statunitensi se si parla di black panthers, il confronto diventa indispensabile, per alcune realtà, solo se si parla di Israele, a tanto è arrivato il condizionamento.
In ogni caso i comunicati prodotti dall’ANPI non richiedono un confronto ma fanno le scuse alle “autorità” israeliane per aver in qualche modo e incautamente promosso un libro antisemita.
“Caro Roberto Jarach, Vice Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il libro che verrà presentato a Roma sotto l’egida dell’ANPI Provinciale di Roma suscita la mia profonda indignazione e quella dell’ANPI Provinciale di Milano. Il libro si caratterizza per la sua pericolosa carica antisemita (Roberto Cenati ANPI provinciale, Milano)”
“Caro Presidente Gattegna, cari Consiglieri dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, come curatore di AnpiLibri di Milano, mi associo senza alcuna perplessità alle parole del Presidente dell’ANPI Provinciale di Milano, Roberto Cenati, nel condannare come sconsiderata e provocatoria l’iniziativa dell’ANPI di Roma, Sez. don Pietro Pappagallo, di ospitare la presentazione di un libro dichiaratamente antisemita già nel titolo…” (Marco Cavallarin AnpiLibri)
” intendiamo assicurare che l’ANPI Nazionale non ha mai avuto, né potrebbe avere alcuna intenzione di promuovere iniziative antiebraiche e/o antisemite” (Carlo Smuraglia presidente ANPI a proposito della presentazione del libro)
La querelle a Roma era già scoppiata il giorno prima: il 7 doveva essere la sezione dell’Anpi Don Pappagallo dell’Esquilino a presentare il volume di Hart. Doveva, perché l’iniziativa è stata revocata dopo la durissima reazione del presidente dell’Ucei, Renzo Gattegna: «E’ sconcertante che l’Anpi, che dovrebbe tutelare e diffondere ben altri valori, si faccia promotrice di un’iniziativa di aperto odio antiebraico e antisraeliano» aveva tuonato. «Non sapevamo nulla» si è scusato il presidente nazionale Carlo Smuraglia. Ed Ernesto Nassi, resposanbile locale, ha aggiunto: «II volume non è in linea con i nostri principi che rifiutano qualsiasi forma di antisemitismo» (Repubblica 9 dicembre 2015)
Come Invictapalestina abbiamo ritenuto importante pubblicare e rendere maggiormente evidente il contributo coraggioso del segretario della sezione Don Pietro Pappagallo di Roma, che ha letto il libro e non lo considera antisemita.
I commenti che seguono la lettera sono personali.
Le foto scelte e pubblicate di seguito sottolineano alcune contraddizioni che devono essere affrontate dall’ANPI.
Rosario Citriniti – Invictapalestina
Caro Citriniti, relativamente alle prime due note non potrei far altro che ripetere quel che ho scritto o al massimo invitare a rileggere con più attenzione i link allegati. A me sembra di aver argomentato a sufficienza le mie ragioni e mi spiace di non averti convinto, ma questo attiene alla sensibilità e al grado di coinvolgimento personale, che è ovviamente diverso. Lasciamo solo da parte quel che è opinione perchè non aiuta ad unire i due percorsi. Viceversa per il punto 3 ci tengo a ribadire che essere indipendenti significa fare scelte autonome anche nei confronti dei possibili alleati. La scelta del confronto a seguito della presentazione del libro era importante per diverse ragioni, ad esempio: non acquistare a scatola chiusa tesi su argomenti per i quali io per primo dichiaro una profonda ignoranza; cercare di avvicinarsi per quanto possibile ad una verità più oggettiva ed esaustiva; imparare a rispondere alle argomentazioni avverse; non offrire il fianco a facili critiche che avrebbero diminuito l’autorevolezza dell’ANPI; far sedimentare meglio il messaggio e le informazioni nei presenti eccetera. Se non avessi fatto quella scelta non avrei potuto rispondere al comunicato del Presidente Smuraglia spiegando che non vi era stata scarsa cautela proprio perchè avevamo posto estrema attenzione all’equilibrio nel dibattito tra correligionari, e per aver badato anche agli aspetti della sicurezza e dell’ordine pubblico. Capisco che per te sia tutto chiaro, senza se e senza ma, però ognuno ha un proprio percorso verso la conoscenza e la sensibilizzazione. Di tutta questa vicenda rimane comunque l’emersione delle contraddizioni in seno all’ANPI – che trovo positiva – ed una discussione che son sicuro avrà un riflesso positivo sul prossimo Congresso Nazionale. Ti ringrazio infine per l’aggettivo “coraggioso”, ma ho fatto veramente ben poco rispetto a chi lotta e rischia tutto ogni giorno nella lotta contro qualsiasi oppressione.
Roberto Mamone
P.S.Ne approfitto per un’ errata corrige: il traduttore e presentatore del libro si chiama Diego Siragusa e non Siracusa