Cari amici,
Lo scorso agosto, abbiamo documentato la demolizione di 50 strutture residenziali palestinesi dalla Amministrazione Civile israeliana.
Le case demolite erano in varie comunità palestinesi in Area C della West Bank. Su grande scala, in una demolizione insolitamente folle, le autorità israeliane hanno raso al suolo solo nel mese di agosto un numero di abitazioni confrontabile con quelle demolite nei primi sette mesi del 2015, lasciando oltre 200 persone senza casa, la metà delle quali minorenni.
Delle migliaia di palestinesi che vivono in famiglie numerose di agricoltura e pastorizia in villaggi in Area C, la maggior parte dei quali non sono collegati alla rete idrica ed elettrica. Le umili tende e baracche che sono state distrutte erano le loro case, e le stalle il loro mezzo di sostentamento.
Due donne – una da Khirbet Humsah nella Valle del Giordano e una da parte della comunità di Abu Falah nella regione di Ma’ale Adumim – ha raccontato l’esistenza praticamente impossibile imposta dalla politica israeliana.
La demolizione è solo una delle tante misure adottate dalle autorità israeliane al fine di rendere la vita nella zona C insostenibile per i palestinesi e per spingerli ad andar via. Ad esempio, i militari di routine distribuiscono alle famiglie ordini per lasciare le loro case temporaneamente in modo che possano svolgersi esercitazioni militari.
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Nel mese di agosto abbiamo caricato un breve film che racconta le conseguenze di questi spostamenti temporanei. Un altro esempio di questa politica è quello che il Coordinatore delle attività di governo nei Territori Maj-Gen. Yoav (Poli) Mordechai ha detto in una commissione della Knesset. Ha messo in chiaro che gli abitanti del villaggio di Susiya possono ora “scegliere” tra il trasferimento coatto di terreno adiacente alla zona A o la completa distruzione del loro villaggio.
Questa politica del governo israeliano, che è stata attuata sistematicamente da anni, costituisce il trasferimento forzato – direttamente: attraverso demolizione di case, o indirettamente: con la creazione di una realtà insopportabile – dei palestinesi che vivono nei territori occupati.
Questa politica di lunga data è illegale, impedendo ai residenti palestinesi di condurre una vita normale, ed è vistosamente crudele e sistematica.
Cordiali saluti,
Niv Michael
Coordinatore
fonte: http://www.btselem.org