Le armi della maestra palestinese Hanan Al Hroub

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Lunedì 22 febbraio, by L.Pal. Invictapalestina

È stata scelta tra ben 8000 insegnanti da ogni parte del globo dalla Varkey Foundation, un’organizzazione no-profit, recita il sito ufficiale, creata per migliorare gli standards educativi per i bambini svantaggiati in tutto il mondo. Scelta, dicevamo, per partecipare al “Global Teacher Prize 2016”, concorso globale annuale per eleggere il miglior insegnante tra tutti quelli che esercitano in contesti difficili e che hanno sviluppato innovative tecniche di insegnamento e di costruzione del rapporto tra le figure docenti ed i bambini.

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Nominata tra i 10 finalisti, l’emozionante annuncio è stato dato in un video dall’astrofisico e cosmologo britannico, Stephen Hawking, in un commovente contributo.
La rosa dei finalisti comprende anche Aqeela Asifi, dal Pakistan, che, scampata ai talebani, insegna alle ragazzine pakistane ed afghane in un campo profughi, Ayub Mohamud, insegnante di religione dal Kenya, che combatte contro la radicalizzazione religiosa e Robin Chaurasiya, che a Kamathipura, distretto a luci rosse di Mumbai, si dedica all’insegnamento alle ragazzine, in un contesto di povertà e sfruttamento, dove l’unico destino delle bambine sembra essere quello di prede del turismo sessuale.

 

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Malala Congratulates Top 10 Finalist Aqeela Asifi

A completare l’elenco, una serie di insegnanti che hanno rinnovato l’interesse dei ragazzi per materie considerate poco appetibili e sviluppato metodi d’insegnamento creativi provenienti dal Regno Unito, dalla Finlandia, dal Giappone, dall’ Australia e dagli Stati Uniti.

Lei è Hanan Al Hroub, palestinese, cresciuta nel campo profughi di Deisha, vicino Betlemme, in un ambiente duro e unico al mondo, capace di sottrarre presto l’infanzia ai bambini.
La sua ispirazione alla creazione di un nuovo metodo d’insegnamento è nata dall’esperienza personale, dalla necessità di seguire i propri figli, gravemente traumatizzati per aver assistito all’uccisione del proprio padre dopo essere stati presi di mira da colpi d’arma da fuoco, mentre tornavano insieme da scuola. Questo shock cambiò radicalmente i loro caratteri ed il loro rendimento scolastico. Per evitare che restassero indietro negli studi e fossero destinati all’isolamento, inizialmente Hanan ha ideato un sistema di giochi, coinvolgendo anche gli altri bambini del vicinato, fino a notare una crescita della sicurezza personale ed una maggiore apertura allo scambio ed alla comunicazione.
Dall’esperienza fatta nel tentare di restituire ai suoi bambini autostima e capacità di socializzazione, è nata la sua decisione di cambiare il corso di studi universitari e di dedicarsi all’insegnamento primario.

Non tutti i bambini fanno l’esperienza della violenza ai check-points, degli arresti o degli assalti dalle forze militari israeliane ma tutti ne vengono a conoscenza dai notiziari e dai social media e ciò influisce profondamente sul loro sviluppo, sul loro modo di rapportarsi agli altri, dice Hanan, intervistata. Per questi motivi, ha fatto propria la non violenza e la insegna ad i suoi piccoli alunni. Il suo metodo rivaluta l’importanza del gioco come metodo di apprendimento e sistema per rinforzare l’autostima personale ed imparare a socializzare correttamente. Col tempo, la direzione scolastica le ha affidato la preparazione degli altri insegnanti. Il suo metodo è stato anche illustrato nel suo libro “Giochiamo ed Impariamo”.
I risultati sembrano essere stati fantastici anche nei bambini con problemi di apprendimento, che tendevano ad isolarsi e ad essere isolati dai coetanei.
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L’idea di Hanan è che l’istruzione, la conoscenza e la non-violenza possano essere autentiche e pacifiche armi nelle mani delle future generazioni di palestinesi, armi in grado di restituire al suo popolo la terra sottratta.
“Vogliamo solo vivere in pace”, dice “Vogliamo che i nostri bambini possano godersi l’infanzia in pace. Il nostro lavoro è umanitario e il nostro scopo è nobile. Dobbiamo insegnare ai nostri bambini che le nostre sole armi sono conoscenza ed istruzione, è il solo modo per riavere indietro ciò che ci è stato tolto.”

L.Pal. – Invictapalestina.org

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