Febbraio 2016, David Moshman – Intellectual freedom activist
Noga Kadman è una guida turistica israeliana autorizzata. È anche l’autrice di un libro, basato sulla sua tesi di laurea, che ci racconta di ciascuno dei 418 villaggi palestinesi sgomberati nel 1948 allo scopo di rendere Israele una nazione ebraica.
Il libro non è il solito ordinario giro turistico. Pubblicato originariamente in ebraico nel 2008, fornisce una sistematica e dettagliata panoramica su come la campagna di giudaizzazione condotta da Israele ha avuto effetto sui villaggi oggi spopolati. Fortunatamente, oggi questo importante libro è disponibile in una versione tradotta in inglese dalla Indiana University Press sotto il titolo ” Erased from Space and Consciousness: Israel and the Depopulated Palestinian Villages of 1948.”
Nell’identificare i villaggi da studiare, Kadman ha usato la lista dei 418 villaggi presente in “Tutto ciò che resta: I villaggi palestinesi occupati e sgomberati da Israele nel 1948”. Seguendo le indicazioni di Khalidi, l’autrice non si occupa del correlato sgombero delle comunità beduine nelle province arabe del sud.
Kadman comincia con una descrizione dello “sgombero, demolizione e ripopolamento dei villaggi”. L’autrice cita David Ben-Gurion, Primo Ministro israeliano, che nel 1948 disse:
” Gli arabi nella terra d’israele hanno un solo incarico rimanente: quello di andarsene in fretta.”
E così furono costretti a scappare, espulsi dalle autorità ebraiche, attaccati dalle milizie ebraiche o terrorizzati dagli attacchi militari nei villaggi vicini e dal racconto dei massacri, che spesso erano molto accurati. In quattro casi, agli abitanti fu ordinato di andar via dalle autorità arabe. Nella maggioranza dei casi, partirono in preda al panico, sotto la pressione ebraica (vedi Appendice A, Tavola 2).
In tutti i casi, Israele proibì loro di fare ritorno, prese possesso di tutta la loro terra e le loro proprietà a beneficio degli ebrei e rifiutò ogni sorta di risarcimento. Molti dei beneficiari erano sopravvissuti all’Olocausto. La necessità israeliana di sistemare ed aiutare i rifugiati in fuga dall’Olocausto era al centro del processo di espropriazione che ha creato l’ondata di rifugiati palestinesi del 1948. Kadman riferisce:
” 350 delle nuove 370 comunità create in giro per il Paese tra il 1948 ed il 1953 erano stabilite sulla terra dei rifugiati e nel 1954 più di un terzo della popolazione ebraica israeliana stava vivendo sulla terra che apparteneva ai rifugiati palestinesi, il cui ritorno nessuno intendeva consentire.”
La principale preoccupazione di Kadman è la successiva cancellazione dei villaggi palestinesi dallo spazio e dalla coscienza comune. Riferisce una dichiarazione del 1949, sempre dal Primo Ministro, David Ben-Gurion, il cui impegno alla giudaizzazione si estendeva all’ebraizzazione dei nomi: ” Dobbiamo rimuovere i nomi arabi per delle considerazioni politiche: proprio come non riconosciamo la proprietà politica della terra agli arabi, non dobbiamo riconoscere neppure la proprietà spirituale sui nomi di queste terre.”.
Uno dei principali attori della vicenda è il Jewish National Fund.
Dietro il suo ruolo nel dimostrare la presenza ebraica e nel creare la memoria ebraica, il progetto della riforestazione del JNF è stato usato per nascondere i resti dei villaggi palestinesi occupati. Si è trattato, quindi, di un deliberato tentativo di gettarli nell’oblio. Michael Katorza, un ufficiale del JNF responsabile per i cartelli nei parchi JFN ha esplicitamente dichiarato: ” Infatti, una larga parte dei parchi del JNF sono sulle terre dove si trovavano i villaggi palestinesi e le foreste sono intese come camuffamento di questi resti.”
Kadman conclude:
” La JNF emerge come organizzazione non governativa con la dichiarata missione di preservare e sviluppare la terra di una nazione per il beneficio della popolazione ebraica piuttosto che per il bene di tutti i cittadini di Israele. Israele ha investito il JNF di tutta l’autorità per attuare il piano, facendo riferimento all’organizzazione come strumento centrale di giudaizzazione. Effettivamente, il JNF ha svolto un ruolo attivo in larga parte delle attività di cancellazione descritte nel libro: demolizione di villaggi, creazione di foreste sui resti di questi villaggi, creazione di comunità ebraiche sulla terra dei rifugiati, giudaizzazione dei nomi dei luoghi e marginalizzazione dei villaggi dalle informazioni sui siti che oggi contengono i loro resti.”
Kadman ha condotto anche un’analisi sistematica delle pubblicazioni e dei siti web sui kibbutz ed i moshav, interessandosi all’atteggiamento delle comunità ebraiche risiedenti in prossimità dei villaggi arabi sgomberati. Nella maggior parte dei casi, ha rinvenuto una generale consapevolezza del fatto che il paese fosse arabo prima del 1948 ma nessuna menzione di come gli arabi andarono via né su dove siano andati e dove siano le loro famiglie oggi. I villaggi sono ritenuti “abbandonati”. I palestinesi sono cancellati dallo spazio e dalle coscienze.
Alla fine del nostro viaggio, è chiaro che la nostra guida non ha intenzione di prevedere o dare una direzione al futuro degli eventi ma ella ha sicuramente stabilito che ogni seria discussione sul futuro deve prendere in considerazione lo sgombero del 1948 e controbilanciare le politiche e le pratiche di cancellazione e rimozione dalla memoria. Se non sappiamo cosa è successo, non possiamo sapere cosa sta succedendo adesso o immaginare cosa accadrà in seguito.
trad. L.Pal – Invictapalestina
http://www.huffingtonpost.com/david-moshman/palestinians-erased-from-space_b_9287162.html
L’ha ribloggato su Anno Domini 2016 / News.