Prima che Rosa Schiano sulle pagine di Nena News ci parlasse di una ricerca governativa che ha rivelato come il sesso a pagamento in Israele ha prodotto nel 2014 ricavi per oltre 300 milioni di dollari, Enrico Catassi qualche anno prima sulle pagine di Globalist.it aveva pubblicato un suo articolo dettagliato intitolato “Tel Aviv, città del sesso e del peccato” nel quale descriveva lo stesso fenomeno.
“Tel Aviv città del sesso e del “peccato”. È il luogo del divertimento, del piacere e del vizio per antonomasia in Terra Santa. I suoi grattacieli illuminati ospitano centinaia di bordelli, appartamenti, alberghi, night club e centri massaggi dove migliaia di prostitute ricevono giornalmente i loro clienti. Il giro d’affari è miliardario. È un’industria che non conosce crisi, dove le luci rosse del sesso non si spengono”
Rosa nel suo articolo rivela le cifre preoccupanti sul giro di prostituzione nel paese. Nel 2014, vi si contano tra gli 11.420 e 12.730 operatori del sesso, di cui il 95% sono donne, per un giro d’affari di 308 milioni di dollari. Un mercato che interessa anche i minori, almeno 1.260 sono quelli coinvolti nel giro o a rischio di esserlo, secondo il rapporto. Sempre nel 2014.
Per verificare le denunce dei due giornalisti basta andare su google e digitare “Escort Tel Aviv”, si scoprono così centinaia di pagine con immagini, video, tabelle delle prestazioni e prezziari, un’economia per niente sommersa o nascosta.
In Israele la prostituzione è legale solo all’aperto, non sono legali i numerosi bordelli frequentati sia da uomini locali che turisti e che invadono anche il WEB con la loro pubblicità. D’altra parte uno stato che non rispetta il diritto internazionale, che tortura nelle carceri e spara sui feriti può far rispettare le leggi dello stato? Si deve considerare inoltre che la prostituzione è un settore promettente e in continua crescita della New Economy israeliana, con offerte di pacchetti che includono l’uso di auto, voli aerei e crociere con navi di lusso, perché contrastarla?
Alcuni piccoli imprenditori, amministratori locali, politicanti, tornando da israele hanno raccontato con entusiasmo questa libertà di “costumi”, scoperta in questo lembo di terra e non contrastata né dall’estremismo religioso locale né tantomeno dal “fondamentalismo islamico” che per rendere credibile una sua immagine moralizzatrice uccide in ogni parte del mondo.
Il risultato finale di “tanti visitatori di Israele” sembrerebbe un’esaltazione doverosa di questa “piccola democrazia” in Medio Oriente con l’accettazione delle sue contraddizioni che si manifestano quotidianamente in città militarizzate, con l’occupazione delle terre palestinesi e l’uccisione di centinaia di giovani. Un ricco carnet di prestazioni sessuali, riprese video e registrazioni, potrebbero agire come forma di ricatto incondizionato per quanti poi tornano nelle loro famiglie, nelle loro università, nei loro comuni, nei loro partiti.
Chissà se il mantra “Israele si deve difendere dal terrorismo, il BDS è stupido, i palestinesi non vogliono la pace” è alla fine il risultato di un punto di vista personale o conseguenza di un ricatto bello e buono dopo le serate galanti offerte con le escort nei bordelli di Tel Aviv.
E’ da questo mantra della difesa che si sviluppa poi tutto il discorso sulla sicurezza che va da quella degli aeroporti a quella delle città, ed è apparentemente per questo motivo che in questi giorni è in visita in Israele l’uomo con la ruspa sulla maglietta.
“Su sicurezza, immigrazione e lotta al terrorismo Israele è sicuramente un modello da seguire”, e ancora “Siamo qui per imparare. Questo è un Paese dove le diversità convivono, ma nel rispetto della legalità, delle regole, della democrazia. Come dovrebbe essere”.
Queste le sue parole riferite dall’agenzia Ansa, possono esserne felici tutti i sostenitori acritici di Israele, compresi coloro che si stanno preparando per l’ennesima sfilata “della brigata ebraica” del 25 Aprile, alla quale si presenteranno per contrastare la resistenza palestinese anziché liberare il loro paese da tutte queste nuove forme di fascismo.
Mirko ha postato su Invictapalestina la notizia Ansa, con un commento: “Finalmente si scoprono le carte sulla sproporzionata visibilità di Salvini.”
Sicuramente si può finanziare un partito, un esponente politico, un gruppo di giornalisti, un’associazione. L’investimento è sempre proficuo ed è per questo che anche di fronte all’evidenza di uno stato canaglia si continua a mentire e nella migliore delle ipotesi girarsi dall’altra parte.